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Salvini ha ritrovato il biglietto della lotteria. Andrà all’incasso?

Con l’aiuto del ministro della Difesa Elisabetta Trenta e del sottosegretario agli Affari Esteri ed alla Cooperazione Internazionale, Manlio Di Stefano, il leader della Lega Matteo Salvini ha trovato quel biglietto della lotteria che aveva smarrito. Lo utilizzerà passando all’incasso? L’occasione gli viene offerta il 10 luglio in occasione del “vertice sull’immigrazione” in programma a Palazzo Chigi.

Il tema è incandescente. Nonostante ci siano state dichiarazioni del leader del Movimento Cinque Stelle (M5S) Luigi Di Maio mirate a sedare le tensioni, le fratture tra la Lega (i cui consensi, secondo i sondaggi, sono in aumento proprio a ragione della linea presa sul tema dell’immigrazione) e gran parte di M5S paiono incolmabili. Potrà essere questo il detonatore per fare aprire quella crisi di governo e – ciò che più conta – il percorso verso elezioni anticipate che M5S aborre come la peste bubbonica? Potrebbe esserlo per varie determinanti.

In primo luogo, la Lega ed i suoi sostenitori sanno che è l’ultima occasione utile per poter cercare di andare alle urne. Altrimenti, se ne riparlerà tra diversi mesi e la litigiosa coppia si troverà a dover mettere a punto la difficile legge di bilancio per l’anno prossimo, un compito arduo in ogni caso e reso ancora più complesso dalle differenze profonde tra i due contraenti del ‘contratto di governo ’ e quel che più conta tra i loro elettorati,

In secondo luogo, le divisioni profonde tra le varie “anime” e “correnti” (come si diceva una volta) del Partito democratico (Pd) rendono non plausibile l’ipotesi in base alla quale nell’eventualità di crisi di governo, il Pd possa dar vita ad una maggioranza alternativa con il M5S.

In terzo luogo, a ragione o a torto, l’immigrazione è un tema che ha tutti gli elementi per fare da cavallo di battaglia di una campagna elettorale. Si è diffusa la percezione che, nonostante la (faticosa) riduzione degli sbarchi e i (numerosi) tentativi di modificare il trattato di Dublino e condividere l’onere dell’immigrazione con altri Stati dell’Unione europea (Ue), l’Italia sia rimasta sola (con la piccola Malta) a fare da barriera ad una vera e propria invasione nei confronti della quale il resto dell’Ue erige robuste barriere. Si è anche diffusa la percezione che l’Italia stia diventando non solo il “campo profughi” d’Europa ma anche il centro di traffici strani come quelli della “mafia della droga” nigeriana. Le percezioni sono molto più importanti della realtà, anche quando la distorcono e la fuorviano.

In quarto luogo, in gran parte dell’opinione pubblica, si stanno diffondendo perplessità, oltre che dubbi, sulle attività di organizzazioni a carattere umanitario che si racchiudono sotto l’etichetta ONG, che vuol dire Organizzazioni Non Governative di cooperazione allo sviluppo. Condivido queste perplessità in quanto con 18 anni in Banca Mondiale e 6 tra FAO ed Organizzazione Internazionale del Lavoro ho spesso avuto contatti con il variegato mondo delle ONG. Innanzitutto, molte si richiamano a principi cristiani ma dimenticano il precetto secondo cui la carità non si fa pubblicità. Le più efficienti e le più efficaci sono quelle che si basano su reti di missionari, sia religiosi sia laici, e che operano sommessamente e senza farsi notare. Ad esempio, chi conosce in Italia il “Verbania Center” finanziato ed animato da imprenditori e professionisti del Piemonte e della Lombardia e considerato, a ragione, esemplare in Paesi dell’Africa e dell’America Latina per le sue attività nell’istruzione e nella sanità? Invece, le ONG ampiamente finanziate da aiuti pubblici e dotate di navi ed anche aerei hanno spesso finalità politiche prima ancora che umanitarie.

Pare che Salvini sia ad un bivio: o incassare il premio della lotteria e andare in battaglia o avviarsi ad un mesto tramonto.

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