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Cara Lega, lavoriamo insieme per Forze armate e sindacati. Parla Corda (M5S)

Nessuna accusa. Con la Lega ci sono solo posizioni diverse nella logica del confronto parlamentare. “Restiamo ottimisti e sereni, con l’obiettivo di arrivare presto a un testo condiviso da tutti, maggioranza e opposizione”. Parola di Emanuela Corda, membro della commissione Difesa di Montecitorio per il M5S e prima firmataria per la proposta di legge relativa ai sindacati militari. Con Formiche.net ha fatto il punto sullo stato dei lavori, per cui ieri è intervenuto direttamente Luigi Di Maio con la richiesta di accelerazione e la denuncia di “essere stati lasciati da soli” dagli alleati di governo. Nel frattempo, oggi è arrivata la replica dei deputati leghisti della commissione Difesa: “Fa sorridere che Di Maio chieda alla Lega di accelerare l’iter per riconoscere tutele sindacali alle forze armate quando è proprio per scelta del suo movimento che ancora non è stato fatto nulla”. In più, gli onorevoli, a partire dal capogruppo Roberto Paolo Ferrari, hanno rispedito al mittente l’accusa di solitudine, questa volta con specifico riferimento agli investimenti tesi alla modernizzazione dello strumento militare. C’è comunque una linea comune, trasversale alle parole del leader pentastellato e a quelle dei deputati leghisti: “Giungere al più presto all’approvazione di una norma condivisa”. Anche di questo, abbiamo parlato con Emanuela Corda.

Onorevole Corda, come ha interpretato l’intervento di Luigi Di Maio sul dossier relativo ai sindacati militari?

L’ho interpretato in maniere molto positiva. Dimostra l’attenzione del nostro capo politico nei confronti del comparto e delle Forze armate, per di più su un tema importante come quello dei diritti che anche il ministro Trenta ha patrocinato sin dall’inizio del suo dicastero. È stato dunque un intervento in linea con il lavoro già fatto, che ha chiarito quale è la nostra posizione.

Lei ha percepito ostruzionismo da parte della Lega durante i lavori in commissione?

Il lavoro in commissione è andato bene sin dall’inizio, salvo quando c’è stato il noto stop sul discorso della giurisdizione, con una posizione diversa tra noi e la Lega. Sul tema, abbiamo sempre chiesto che per la condotta antisindacale si potesse adire direttamente il giudice ordinario in funzione del giudice del lavoro. La Lega invece ha bocciato l’emendamento, votandone uno di Forza Italia che derogava al giudice amministrativo. Il punto è dirimente: non si può dare una tutela e poi depotenziarla. Se serve una deroga, noi non siamo d’accordo.

Puntate quindi a tornare sul tema della giurisdizione nel prosieguo dei lavori?

La richiesta di accelerazione e riflessione arrivata ieri riguarda proprio questi punti. È bene dare velocità al processo, ma soprattutto che il testo sia condiviso e che venga incontro alle reali esigenze del comparto, in ossequio allo statuto dei lavori. Speriamo su questo di trovare disponibilità da parte delle altre forze politiche. Per ora restiamo piuttosto ottimisti. Stiamo facendo numerose audizioni, pure dei rappresentanti delle associazioni che sono state riconosciute dal ministro dopo l’avvio dell’iter legislativo. Andiamo avanti sereni e nel buon senso.

Oggi, con una nota condivisa, i deputati leghisti della commissione Difesa hanno attribuito al M5S il rinvio del progetto di legge nella stessa commissione dopo il suo approdo in aula alla Camera.

Certo, il progetto di legge è tornato proprio per quel motivo legato alla giurisdizione. Erano passate disposizioni che stravolgevano il testo. Non perché non andassero bene a noi, ma perché non andavano bene per i militari per motivi concreti e giusti. Il ritorno in commissione è nato perché si apportassero migliorie e si potessero ascoltare le parti interessate.

Nonostante accuse e contro-accuse, sembra esserci accordo su un punto: occorre arrivare al più presto a una norma condivisa.

Non ci sono accuse e contro-accuse. Avere posizioni diverse è nella logica dei lavori parlamentari. L’obiettivo è arrivare a un testo che sia condiviso da tutti, maggioranza e opposizioni.

Comunque concordate sull’esigenza di procedere spediti.

Certo. Anche perché siamo in presenza di problema legislativo e giuridico. Ad ora esistono due istituti: la rappresentanza militare, che ancora è deputata alla concertazione, e i sindacati che, sebbene siano stati riconosciuti con tanto di statuti, non hanno potere contrattuale. Si creerebbe così un problema di sovrapposizione che dobbiamo sanare al più presto possibile, così da dare alle associazioni sindacali il potere contrattuale che gli spetta. Occorre farlo in modo graduale, ma sicuramente c’è l’esigenza di normare per bene la questione.

Che tempi prevede dunque per la conclusione dell’iter?

Abbiamo in programma altre audizione. Dopo agosto vedremo i tempi precisi, ma sicuramente cercheremo di procedere spediti; fermi ma spediti. Fermi nelle posizioni giuste per venire incontro alle reali esigenze del comparto e scrivere la migliore legge possibile.

Vuole aggiungere qualcosa?

Mi lasci ringraziare le nostre Forze armate e i militari che, anche nel silenzio, svolgono un ruolo fondamentale e strategico per il Paese, ai quali a maggior ragione occorre riconoscere i giusti diritti sanciti dalla Costituzione. È opportuno poi ricordare che la nostra proposta di legge è comunque cauta e precisa nella salvaguardia dell’operatività e dell’efficacia dello strumento militare, con paletti importanti che derivano dalla sua specificità. Non si può però derogare alle tutele necessarie e giuste. Perciò, bisogna lavorare uniti per trovare un buon equilibrio tra la tutela dei diritti e il rispetto di specificità, operatività ed efficacia delle Forze armate.

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