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Ecco la Strategia nazionale di sicurezza per lo Spazio

L’Italia si dota di una Strategia nazionale di sicurezza per lo Spazio. Si prevede il potenziamento delle misure di dissuasione e difesa dalle aggressioni contro le infrastrutture in orbita, il supporto all’industria per lo sviluppo di nuove tecnologie e il rilancio delle collaborazioni internazionali. D’altra parte, le minacce sono tante e le sfide molteplici, tra l’altro da inserire in una militarizzazione crescente oltre l’atmosfera, testimoniata tanto dalla Space Force targata Donald Trump, quanto dall’ultimo annuncio di Emmanuel Macron sul comando spaziale francese.

LA RIUNIONE

Così, dall’ultima riunione a Palazzo Chigi del Comitato interministeriale per le politiche spaziali e aerospaziali (Comint), condita dalla partecipazione del premier Giuseppe Conte, è giunta l’approvazione del nuovo documento strategico, che discende dagli Indirizzi di governo dello scorso marzo e precede altri riferimenti operativi destinati ad arrivare nelle prossime settimane, tutti sulla spinta della nuova governance nazionale e del lavoro della Struttura di coordinamento guidata dall’ammiraglio Carlo Massagli.

UNA SITUAZIONE COMPLESSA

La Strategia di sicurezza parte da una constatazione: lo Spazio è sempre più complesso. “L’ambiente spaziale – si legge nel documento – si configura come una dimensione altamente congestionata, contesa e competitiva, i cui equilibri risentono gradualmente delle minacce di tipo asimmetrico e degli effetti della commercializzazione dello Spazio, aspetto, quest’ultimo, che richiede costante attenzione”. La prima preoccupazione riguarda “il crescente numero di oggetti in orbita”, i quali aumento “i rischi di incidenti naturali e accidentali”. A ciò si aggiungono però anche “le minacce intenzionali”, con un quadro che “rende strategico lo sviluppo di capacità di Sst/Ssa (sistemi di sorveglianza, tracciamento e awareness), anche in un contesto di cooperazione multinazionale”.

GLI OBIETTIVI

Da qui, gli obiettivi della strategia: “potenziamento e protezione delle infrastrutture spaziali nazionali pubbliche e private, assicurandone la resilienza rispetto a minacce non intenzionali (collisioni in orbita tra satelliti e tra satelliti e detriti artificiali o naturali, Space Weather) ovvero minacce intenzionali (asimmetriche, fisiche o cinetiche, informatiche ed elettromagnetiche) ad assetti orbitanti e terrestri”. In particolare, sono cinque gli obiettivi strategici esplicitati. Si va dalla “sicurezza delle infrastrutture spaziali da considerarsi abilitanti dell’insieme delle infrastrutture nazionali”, alla “promozione a livello internazionale di una governance spaziale in grado di garantire la sostenibilità, safety e security delle attività spaziali”, passando inoltre per la garanzia che “lo sviluppo di iniziative private nel settore spaziale (upstream e downstream) sia coerente con i preminenti interessi del Paese”.

LE LINEE DI INTERVENTO

Per raggiungere tali obiettivi, ci sono cinque linee strategiche di intervento. Prima di tutto, il documento punta a “potenziamento e protezione delle capacità nazionali nel settore spaziale”, a partire dall’introduzione del “requisito di protezione anche per lo sviluppo dei sistemi di prossima generazione”. Poi, ci sono gli aspetti di difesa vera e propria: “Prevenzione, dissuasione e difesa dalle aggressioni contro le infrastrutture spaziali”, da perseguire pure “attraverso l’acquisizione di nuove capacità di tracciamento, identificazione e incremento della resilienza delle infrastrutture spaziali allo scopo di ridurre gli effetti di potenziali attacchi e sviluppo di misure di autodifesa”. In terzo luogo, le misure che riguardano la componente scientifica e industriale, nonché la “tutela delle informazioni classificate”. Si punta sviluppare “normative nazionali ad hoc” e a rafforzare l’industria “verso lo sviluppo di tecnologie, applicazioni e servizi di interesse civile e militare, prevedendo investimenti adeguati e sostenibili e valutando anche l’eventuale necessità di mirati interventi del governo”.

LA COOPERAZIONE INTERAZIONALE

Le ultime due linee strategiche pongono un forte l’accento posto sulla cooperazione internazionale, “abilitante e indispensabile per il raggiungimento dei cinque obiettivi strategici”. In particolare, per gli aspetti della difesa, si evidenzia “l’ancoraggio all’Alleanza Atlantica (che ha da poco lanciato la sua prima Space policy, ndr) e al discendente quadro di sicurezza collettiva in ambito spaziale”. Inoltre, la Strategia sottolinea che “imprescindibile rilievo deve essere assicurato alle collaborazioni, a carattere bilaterale, multilaterale con i principali Paesi partner, e nel quadro Esa, Unione europea e Nato”. Questo anche allo scopo di lanciare programmi comuni, nonché “per definire un’adeguata cornice di sicurezza delle informazioni classificate scambiate nel settore spaziale, anche mediante specifici accordi di sicurezza”.

I PROSSIMI PASSI

Tale strategia andrà progressivamente operativizzata. “Il documento di Strategia di sicurezza individua gli obiettivi strategici di alto livello – si legge nel documento – da perseguire per l’accrescimento e il rafforzamento del comparto spaziale nazionale, e le discendenti linee strategiche di intervento che saranno sviluppate nel Documento strategico di politica spaziale nazionale (Dspsn) e nel Documento di visione strategica per lo spazio (Dvss)”.


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