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Tav e giustizia, ancora nervi tesi nel governo

Il voltaggio è ancora una volta elevato. Tra Lega e Movimento Cinque Stelle tornano le acque agitate: stavolta i fronti sono la Tav, e non è certo una novità, e la giustizia. In mezzo un Consiglio dei ministri che è stato sospeso per poi riprendere dopo due ore. Che succede?

IL FRONTE DELLA TAV…

Il Movimento Cinque Stelle non ha ancora digerito il sì del premier Giuseppe Conte alla Torino-Lione. Tanto è vero che questa mattina sulla Tav è arrivata l’accusa da parte del Movimento: la Lega è nello stesso campo da gioco di Pd e affaristi francesi, recitava un post sul blog delle Stelle. “Il partitone dei supporter della Torino-Lione vede schierati dalla stessa parte Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Partito democratico, larga parte degli economisti, il grosso della stampa. E naturalmente gruppi d’affari francesi, che hanno risposto subito. Soltanto il M5S non è mai salito sul treno nel quale oggi troviamo stipati i tantissimi ultras del Tav. Diversi tra loro solo in apparenza, ma in realtà uguali nel fanatismo a sostegno di un’opera inutile, dannosa, antidiluviana e dai costi tutt’altro che certi”. Di qui l’annunciata battaglia in Senato, dove verrà votata la mozione grillina contro la Tav e che andrà in Aula il 6 o il 7 agosto.

…E QUELLO DELLA GIUSTIZIA

L’altro fronte caldo è quello della giustizia, il cui cuore è la riforma del Csm fortemente voluta dal guardasigilli Alfonso Bonafede. Il Consiglio dei ministri previsto per oggi pomeriggio e subito sospeso è stato infatti preceduto dall’ennesimo corpo a corpo tra Lega e 5 Stelle. Di Maio difende il suo ministro: “Non possiamo perdere questa occasione epocale”. Ma Salvini non ne vuole sapere: “questa riforma è acqua. Serve altro, serve più coraggio: bisogna dimezzare i tempi dei processi. Non c’è quello scatto in avanti che gli italiani si aspettano: tempi dimezzati, c’è il progetto della Lega che prevede tre anni per i processi. Non si parla di separazione delle carriere e di intercettazioni”.

 

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