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Il futuro del settore del tabacco tra incognite e innovazioni

Di Giacomo Bandini

Il Global Forum on Nicotine (Gfn) è una vivace arena dove esperti, accademici, consumatori e aziende operanti nel vaping e nel tabacco si incontrano ogni anno per discutere del futuro del settore. Il sottotitolo di questa edizione 2019, tenutasi a Varsavia dal 13 al 15 giugno, è stato “Parliamo di nicotina” e ha affrontato l’argomento da molteplici punti di vista: scientifico, regolamentare, politico e comunicativo. Quale direzione sta prendendo il mercato? Quali novità? Affrontiamo alcuni dei punti principali emersi con i contributi dell’analista Tim Phillips, a capo di EcigIntelligence, una realtà indipendente di Business Intelligence focalizzata sui prodotti innovativi alternativi alle sigarette tradizionali come sigarette elettroniche e tabacco scaldato, e di Chris Proctor, chief scientific officer (Cso) del gruppo British American Tobacco.

IL CONTRIBUTO DI TIM PHILLIPS

Qual è il reale trend del mercato delle sigarette elettroniche in Europa? Secondo Phillips, i dati disponibili sono in parziale controtendenza con la percezione mediatica che tende a sovrastimare la crescita del vaping. Il segmento è cresciuto a livello europeo in una decade (partendo quasi da 0), ma negli ultimi anni l’espansione è stata contenuta, anche a causa di una regolamentazione disomogenea e spesso imprevedibile a livello nazionale, con la proliferazione di diversi marchi e canali di distribuzione.

Di conseguenza vi è stata una maggiore cautela negli investimenti da parte degli operatori. La stabilità e la continuità delle amministrazioni nonché delle regole sono tra i fattori più importanti per pianificare investimenti e impegni di medio-lungo periodo.

Un mercato europeo che appare quindi piuttosto piccolo, con una crescita lenta e una elevata frammentazione, che appare concentrato in un numero limitato di Paesi europei e caratterizzato da consumatori che si avvicinano ai prodotti di nuova generazione prevalentemente allo scopo di smettere di fumare. Malgrado la Direttiva sui prodotti del tabacco (Tpd), la regolamentazione del settore del vaping cambia da Paese a Paese, con livelli di tassazione variabili che, se particolarmente elevati, possono rappresentare un ostacolo alla crescita del settore.

Quanto all’Italia, che è stato uno dei primi Stati membri dell’Ue a recepire la Direttiva sui prodotti del tabacco (Tpd 2) del 2014 nei tempi stabiliti dal legislatore europeo, le precedenti esperienze di governo non sono state rassicuranti per gli investitori, con conseguenze su tutto il mercato. Il fondatore e direttore di ECigIntelligence ha inoltre rimarcato gli effetti della scarsa offerta sui consumatori. In Italia, dopo il 2013, si è assistito ad un rapido declino delle sigarette elettroniche sia in termini di disponibilità sul mercato sia in termini di visibilità pubblica. Le incertezze dei governi degli ultimi anni nel valutare il contributo di questi prodotti nella lotta contro il fumo e una tassazione elevata hanno ulteriormente allontanato molti potenziali utilizzatori, così come le difficoltà nell’implementazione della regolamentazione. Con quali risultati? Le entrate erariali effettive sono state di gran lunga inferiori alle aspettative, come avvenuto in tutti i Paesi che hanno previsto una tassazione per le sigarette elettroniche. Il volume d’affari è calato. I consumatori si sono allontanati dal prodotto.

L’attuale esecutivo ha invece compiuto un’inversione di marcia, approvando lo scorso dicembre 2018 una netta riduzione della pressione fiscale su sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato (Thp), riconoscendo di fatto il principio della riduzione del rischio, i cui impatti dal punto di vista della competizione nel mercato e dell’effettivo utilizzo di tali prodotti sono ancora in corso di definizione.

COSA HA DETTO CHRIS PROCTOR DI BAT

Interessanti novità anche dal lato scientifico. Chris Proctor, Cso del gruppo British American Tobacco, ha fornito un quadro incoraggiante circa gli studi scientifici che l’azienda sta portando avanti nei suoi centri di ricerca e sviluppo, soprattutto per quanto riguarda la potenziale riduzione del danno. I prodotti più innovativi, come quelli a tabacco riscaldato e le sigarette elettroniche, stanno dando risultati positivi nelle sperimentazioni, con l’emergere non solo di potenziali minori rischi per la salute in termini di sostanze tossiche (tra il 90 e il 95% in meno rispetto al fumo, in relazione alle principali tossine individuate dalla Fda e dall’Oms), ma anche di potenziale impatto ridotto sull’ambiente circostante, la qualità dell’aria, la sicurezza dei consumatori e la salute orale, con effetti attenuati anche sulla decolorazione dei denti.

Risultati che appaiono in linea con quelli raggiunti dall’agenzia governativa Public Health England, organo del ministero della Salute del Regno Unito, secondo cui le e-cig sarebbero del 95% meno dannose rispetto alle sigarette tradizionali. Un esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato, insomma, grazie alle ricerche fornite dal settore privato e al contributo dell’industria ad una maggiore consapevolezza in tema di salute pubblica.

Gli standard di qualità e sicurezza di Bat, inoltre, sono giunti ad un livello molto elevato sia per quanto riguarda i dispositivi, incluse le batterie, sia per quanto riguarda liquidi, le emissioni, e lo studio delle componenti chimiche del vapore generato da questi prodotti, soggetti ad analisi estremamente accurate e approfondite e a test di resistenza, durata e sicurezza. Il prodotto del futuro, secondo Proctor, sarà un device interconnesso con altri oggetti, capace di fornire al consumatore esperienze e informazioni sempre più estese e puntuali. Il segreto per migliorare e innovare il settore? Condividere informazioni e studi scientifici e collaborare in modo trasparente con le istituzioni affinché la regolamentazione di queste nuove categorie tenga conto di tutti gli aspetti coinvolti, senza pregiudizi e pensando prima di tutto ai consumatori.

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