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Anche il Canada preme per il Venezuela. Se ne parlerà al G7? (E l’Italia?)

Gas russo, accordi commerciali tra Usa e Regno Unito, tensioni in Cachemire, Crimea e Hong Kong. Sono tanti i dossier aperti sul tavolo del G7 che comincerà domani a Biarritz. Dove, si spera, i leader potrebbero stringere sul caso Venezuela, con una posizione meno ambigua da parte dell’Italia. Perché con il decadere dell’alleanza di governo tra Movimento 5 Stelle e Lega, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte avrebbe il via per esprimere una linea più decisa.

Come, tra l’altro, fanno altri Paesi. Un funzionario del governo di Washington ha assicurato alla stampa che il presidente Donald Trump incontrerà il premier del Canada, Justin Trudeau, per parlare specificamente delle nuove strategie per fare pressione (e imporre ulteriori sanzioni) al regime di Nicolás Maduro.

Proprio in Canada, il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha chiarito che la politica degli Stati Uniti nei confronti di Nicolás Maduro in Venezuela non è cambiata, nonostante i contatti mantenuti con esponenti del regime. Da Ottawa, il rappresentante del governo americano ha insistito che la presenza del leader socialista è un ostacolo per lo svolgimento di elezioni libere in Venezuela. “Non c’è stato alcun cambiamento nella politica degli Stati Uniti – ha dichiarato Pompeo -. Abbiamo costantemente affermato che non ci possono essere elezioni libere ed eque finché Maduro è nella vita politica e continuiamo a lavorare per mettere fine a questo a nome del popolo venezuelano”.

In viaggio in Canada, Pompeo ha incontrato il premier Justin Trudeau e il ministro degli Affari esteri, Chrystia Freeland. Alla fine dell’incontro hanno confermato che tra i temi trattati c’è stata la crisi del Venezuela. Il segretario di Stato americano ha elogiato l’impegno del Canada a favore del popolo venezuelano e ha sottolineato che insieme agli Stati Uniti “le nostre nazioni hanno contribuito a galvanizzare il sostegno di oltre 53 Paesi affinché il popolo venezuelano possa riprendere possesso del proprio Paese”.

LA POSIZIONE DEL CANADA

Freeland ha confermato di aver discusso con Pompeo la situazione del Paese sudamericano: “Il Canada riconosce Juan Guaidó come presidente ad interim del Venezuela e ci è chiaro che Maduro e il suo regime sono illegittimi […] È davvero importante sostenere la volontà legittima del popolo venezuelano per la democrazia e i diritti umani nel proprio Paese”. Il ministro ha ricordato Ottawa ha imposto sanzioni molto forti, che sono ancora vigore, contro il regime di Maduro.

Inoltre, il capo della diplomazia canadese ha confermato che la prossima settimana andrà a La Habana per proseguire le conversazioni sulla situazione venezuelana: “Abbiamo un forte rapporto con Cuba e uno dei temi che trattiamo con loro è il Venezuela”.

Sui cittadini canadesi arrestati in Cina nel 2018 con l’accusa di spionaggio, Michael Spavor e Michael Kovrig, Pompeo ha detto che insisterà con i canali diplomatici per risolvere il caso.

CACCIA RUSSO IN VENEZUELA

Intanto, il regime di Maduro stringe ancora di più i rapporti con Mosca e sarebbe pronto a rifornire la flotta aerea con un caccia russo di quinta generazione Su-57. Secondo il sito cinese Sohu, l’esportazione potrebbe distruggere il monopolio americano del F35. “Molti Paesi che si oppongono agli Usa – si legge nella pubblicazione – potranno acquistare aerei di quinta generazione e gli americani dovranno riflettere bene prima di inviare le loro truppe lì”. Sohu sostiene che Vietnam, Venezuela, Indonesia, India e Algeria potrebbero essere i primi acquirenti del Su-57, ma dovranno pazientare per la fine delle prove.


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