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A un anno dalla tragedia del Ponte Morandi, il ricordo di Pandolfo (Pd)

Il 14 agosto è un sentimento ormai radicato dentro ognuno di noi. Molto di più di un ricordo. Un senso profondo di sgomento e smarrimento di fronte a una tragedia neppure lontanamente immaginabile.

È passato un anno dal crollo del Ponte Morandi. Domani, mercoledì 14 agosto ci fermeremo tutti per molto più che per un attimo, quello che ha spazzato via 43 vite innocenti, ha messo in ginocchio la nostra città e sconvolto il Paese. E ci stringeremo in questo primo triste anniversario.

Il 14 agosto 2018, alle 11.36, ero a Genova e mi stavo recando in via Garibaldi per la seduta straordinaria del Consiglio comunale dedicata al futuro della raccolta rifiuti per la città. Quando la notizia della catastrofe è arrivata dirompente, nessuno di noi riusciva a crederci. Poi però, man mano che passavano i minuti, la terribile conferma. Le prime foto sui cellulari, le telefonate concitate ad amici e parenti. Momenti infiniti appesi alle immagini dei soccorritori che, con immenso coraggio, scavavano incessanti tra le macerie. E il desiderio di sconfiggere l’impotenza ed essere d’aiuto che cresceva velocemente. Per i feriti, le famiglie delle vittime, gli sfollati, la nostra città.

La macchina della solidarietà si è messa immediatamente in moto con una forza straordinaria e ha potuto contare su un profondo sentimento di coesione tra cittadini, istituzioni e formazioni sociali. Il Pd genovese e nazionale ha cercato di fare la propria parte in sede istituzionale e politica con gesti concreti, tra la gente, prima di tutto ascoltandola. E così sono arrivate la iniziative di “Unità x Genova” con la raccolta fondi a Pontedecimo, i traslochi dei facchini democratici, gli incontri con la popolazione. E il lavoro in Parlamento, Regione, Comune e nei Municipi per ottenere dal governo nazionale risposte concrete, garanzie, sgravi fiscali e finanziamenti. Un governo che però, molto spesso, si è dimostrato lento – basti pensare agli infiniti balletti sulla nomina del Commissario e l’elaborazione del Decreto del nulla -, sordo e assente, più impegnato nelle passerelle che non alle vere esigenze dei genovesi, delle imprese, del porto.

Oggi la demolizione di quel che restava del vecchio viadotto è terminata. Il dolore e il ricordo no. Così come il desiderio di giustizia per le vittime e per Genova. Mercoledì 14 agosto la nostra città e tutta l’Italia, rappresentata nel modo più solenne del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si stringeranno in un grande abbraccio: sarà il momento del silenzio e del rispetto, lontano da ogni strumentalizzazione.

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