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Beppe Grillo legge Formiche. Il governo dei competenti non è più fantasia

“Poltrone immaginarie” è il titolo dell’ultimo post di Beppe Grillo, lanciato pochi minuti dopo le 20. Con un richiamo al libro di Luciano Lanna “fascisti immaginari”. Ma stavolta l’inventore dei Cinque Stelle si rifà a formiche.net che proprio ieri ha lanciato l’idea del governo dei competenti come possibile soluzione allo stallo politico che si stava trascinando da molti giorni. 

Non a caso, in serata è arrivato l’ok di Pd e M5S, Giuseppe Conte riceverà domani mattina l’incarico dal presidente Mattarella e Beppe Grillo riprende e fa sua l’idea lanciata da noi.

Queste le parole del nostro articolo: “La formula per uscire dall’impasse potrebbe essere quella del governo di svolta dei competenti. Andando cioè a individuare figure politicamente coerenti con il profilo giallorosso della nuova alleanza ma andando oltre il serbatoio dei due partiti”.  Con una serie di nomi: da Franco Gabrielli al Viminale, a Roberto Cingolani e Carlo Cottarelli al Miur e al Mef. E ancora Elisabetta Belloni – attuale segretario generale alla Farnesina – promossa ministro agli Esteri, con alla alla Difesa Nathalie Tocci direttore dell’Istituto Affari Internazionali e già special adviser della Mogherini. Enrico Giovannini sarebbe l’uomo giusto per la fusione Mise-Ambiente auspicata da Tommaso Nannicini. E ancora il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti (all’Agricoltura ovviamente)  e l’ex presidente dell’Istituto Superiore della Sanità Walter Ricciardi al ministero della Salute”.

Beppe Grillo si mette in scia a Formiche e scrive:

“Questa crisi somiglia sempre di più ad un guasto dell’ascensore: quello che conta è mantenere la calma, non fare puzze e non dimenticare chi siamo.

Non facciamoci distogliere dalle incrostazioni che la realtà ha lasciato sui nostri scudi, è assolutamente normale ed atteso che ogni accenno ad un ministero si trasformi in una perdita di tempo condita da cori di reciproche accuse di attaccamento alla poltrona. Questo perché un po’ di poltronofilia c’è ma, sopratutto, non ci sono i tempi né per un contratto e neppure per chiarirci su ogni aspetto, anche fintamente politico, delle realtà che i ministeri dovranno affrontare.

Oggi è l’occasione di dimostrare a noi stessi ed agli altri che le poltrone non c’entrano nulla: i ministri vanno individuati in un pool di personalità del mondo della competenza, assolutamente al di fuori dalla politica.

Il ruolo politico lo svolgeranno i sottosegretari, ognuno dovrà scegliere secondo verso cui dovrà rispondere nei fatti e sintetizzare, per ogni ministero, l’approccio ottimale e imparare a governare i “tecnici” della burocrazia che li occupano da tempo immemore”.


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