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Ecco l’appello di Guaidó ai leader del G7 in nome della libertà e la democrazia

“Nelle mani dei governanti del G7 può trovarsi l’uscita e la soluzione diplomatica più effettiva e rapida per affrontare la grave crisi umanitaria e politica che attraversa il mio Paese”. Con queste parole, il presidente ad interim del Venezuela, Juan Guaidó, ha chiesto ai leader mondiali riuniti a Biarritz di includere la crisi venezuelana nell’agenda del vertice per contribuire alla ricerca di una transizione pacifica e democratica.

In una lettera inviata ai partecipanti, il leader dell’opposizione del Venezuela ha invitato ai capi di Stato e di governo “ad esplorare e coordinare un’azione comune per ideare sanzioni esemplari contro chi viola i diritti umani” nel Paese sudamericano. “Per porre fine alla sofferenza dei venezuelani – ha aggiunto –, raggiungere la libertà e tracciare un cammino verso pronte elezioni libere, trasparenti e con garanzie”.

UNA VERA CRISI UMANITARIA

Per Guaidó, “la crisi umanitaria complessa che vive il Venezuela è stata provocata dal regime usurpatore di Nicolás Maduro”, e questa situazione colpisce gravemente non solo i cittadini venezuelani ma tutta la stabilità della regione. Secondo le Nazioni Unite, circa 7 milioni di venezuelani hanno bisogno urgente di aiuti umanitari, in un contesto economico segnato dall’iper-inflazione (nel 2019 si prevede arriverà ad 1.000.000%) e la mancanza di alimenti e medicine.

In questo senso, Guaidó ha lanciato un appello per chiedere riunioni con i fornitori di generi alimentari e farmaci dei diversi Paesi del G7 per coordinare nuove forniture a favore dei cittadini più vulnerabili e bisognosi del Venezuela. Una dura realtà che colpisce anche l’Italia, giacché in Venezuela vivono circa 200mila cittadini italiani e 2 milioni di venezuelani di origini italiane.

L’ESEMPIO AMERICANO

Tra i Paesi più impegnati nel combattere il regime venezuelano ci sono gli Stati Uniti. L’ultima misura di pressione contro Maduro è arrivata ad agosto, quando il presidente Donald Trump ha firmato un decreto per congelare tutti i beni dei funzionari del regime. Il provvedimento estende le sanzioni anche contro gli stranieri che forniscano supporto, beni e servizi ai sanzionati.

A seguito delle sanzioni, il regime di Maduro ha attaccato la Casa Bianca, sostenendo che “i problemi dei venezuelani dobbiamo risolverli tra venezuelani, tra venezuelane, tra di noi. Sono affari interni del Venezuela. Nessuno deve intromettersi e tanto meno Donald Trump”.

IL SOSTEGNO DI MOSCA

La realtà del Venezuela, purtroppo, è diversa. Nel Paese (anche fisicamente) sono ben presenti potenze straniere, tra cui la Russia, con cui Maduro ha stretti legami. Sulle sanzioni americane, il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha dichiarato che “è necessario fermare le sanzioni contro Caracas.[…] Ci siamo costantemente opposti alla ‘spirale delle sanzioni’, rimanendo un membro responsabile della comunità internazionale e un partner affidabile per tutti i Paesi”.

LA SOLIDARIETÀ CUBANA

Da sempre vicino al governo chavista del Venezuela, il regime cubano si fa eco delle accuse di Mosca. Il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodríguez Parrilla, ha denunciato l’interesse degli Usa di “danneggiare e derubare” il Venezuela: “La nostra solidarietà al presidente Nicolás Maduro, i militari e il popolo del Venezuela. Diciamo basta alla spoliazione dei nostri popoli e al tentativo di dominazione imperialista”.

L’ALLEANZA CON PECHINO

Ad appoggiare Maduro c’è anche la Cina, che accusa gli Usa di gravi interferenze in Venezuela. Il ministero degli Esteri cinese ha dichiarato in un comunicato che “ciò che gli Stati Uniti hanno detto e fatto costituisce una grave interferenza negli affari interni del Venezuela e viola gravemente le norme di base che regolano le relazioni internazionali. La Cina si oppone fermamente a questo”. “Gli Stati Uniti dovrebbero lasciare che sia il popolo venezuelano a decidere del proprio futuro – ha sostenuto -. La cooperazione Cina-Venezuela proseguirà, indipendentemente dagli sviluppi della situazione”.

Proprio per questo, quando Guaidó si rivolge al G7, pensa non solo a nuove sanzioni internazionali contro il regime socialista. Il leader dell’opposizione ha anche chiesto ai leader di pensare a riunioni separate con gli ambasciatori di Cuba, Cina e Russia per trattare il dramma del Venezuela. La strada da percorrere resta, ancora, quella diplomatica.

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