Se ci sono, parliamo degli eventi culturali a Milano Marittina. Ce ne è tanto bisogno. Mi è capitato di girare, direi tanti luoghi del mondo, e del paese, e non sono mai stata, neanche di passaggio, neanche una volta, neanche un’ora a Milano Marittima.
Cervia, la spiaggia ama il libro, con un ricco calendario di incontri con gli autori e l’immancabile sbarco di Ferragosto. La rassegna è un affascinante contenitore letterario, un libro parlato, tra Piazze, luoghi pubblici e strutture alberghiere che si trasformano in un palcoscenico unico per l’incontro, finalmente, tra cultura e turismo.
Perchè ne parlo oggi è sotto gli occhi di tutti un’altra Italia, come direbbe qualcuno.
Certo però se i suoi elettori, amici, concittadini amano ballare in spiaggia, bere drink sulla sabbia, scegliere luoghi con la musica a tutto volume, con cubiste in pieno giorno, bisogna anche farci i conti con la realtà, che sicuramente Matteo Salvini conosce. È di cultura mediamente più alta di tutti quelli che sta incontrando, specie da quando per situazioni astrali di una legge elettorale che non ha scelto, si ritrova con il prodotto di laboratorio degli onorevoli del M5S, che una volta erano dei grilli parlanti, e un po’ potevano pure servire in un paese dove ci sono più pinocchi che falegnami.
Adesso dove sono? Per trent’otto giorni ancora al governo, o meglio in ferie.
Ma è finita la gara ad essere casti, la casta ha solo perso charme.
Sicuramente i 5 Stelle sono cambiati da quando sono parlamentari e ministri, invece Salvini porta tutte le sue caratterizzazioni a sublimazione. Dovrebbe fare cose diverse da quelle che faceva prima?
“A lui piace essere come te”, una volta forse si votava “chi si sarebbe voluti essere o diventare”, è valso anche col Cavaliere.
Ripartiamo dalle priorità culturali.
Perchè anche non ci fosse andato il Ministro, quell’Italia esiste. A me sinceramente non piace (già sopportavo poco le feste di ballo al Liceo), sono più per il festival di Cervia, e la politica per me è anche questo sforzo per elevare il gusto.
Non semplicemente averlo per giudicare chi non ce l’ha.