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Il futuro di Ocone. Un vocabolario a puntate

Dove va il mondo? In ogni tempo ci si è posti questa domanda, per quanto essa possa sembrare, e in parte lo è, velleitaria. In tempi di crisi essa si fa sempre particolarmente intensa e pressante. Ovviamente, il termine “crisi” non va preso in un’accezione negativa: va inteso, piuttosto, come “transizione”, come il muoversi di una società alla ricerca di un nuovo equilibrio dopo che una serie di fattori hanno scardinato i vecchi. Il mondo sembrerebbe uscito dai cardini, come direbbe Amleto. Ma questo, come la storia ci insegna, è avvenuto più volte nel passato.

Certo, la fine di un’età, e l’affacciarsi di un’altra i cui contorni nemmeno si vedono con precisione, genera spaesamento, priva l’uomo di quel minimo di sicurezze e rassicurazioni di cui comunque ha bisogno per tirare a campare e per agire nella realtà. Nei periodi di transizione il mondo è attraversato da faglie, “fratture”, che sono riconducibili alla resistenza del vecchio mondo e alle difficoltà che il nuovo trova nell’emergere. Sono fratture che attraversano la società, la politica, la cultura, l’economia, i nostri stessi modi di pensare, in fondo la nostra identità.

L’idea di questa serie è di segnalare, in modo semplice e ovviamente non esaustivo, quelle che a me sembrano le principali, o le più significative, di queste fratture. E anche provare ad individuare, nella misura più compatibile con le capacità e l’imperfezione umane, le tendenze di evoluzione o le possibili vie di uscita da quello che è stato chiamato a ragione “il nuovo disordine globale”. Dal futuro della democrazia ai nuovi equilibri globali, dal rinascere delle identità alle questioni della sicurezza, dai Big Data ai problemi di privacy che si pongono, dalla bioingegneria alle questioni ambientale e della scarsità delle risorse, dalla realtà virtuale dall’intelligenza artificiale, fino alle nuove questioni etiche e ai connessi dilemmi: di questo e altro tratterà il Vocabolario per il futuro che stilerò.

Cercherò di pormi, in controluce, la domanda sul futuro della nostra civiltà occidentale e della stessa libertà individuale così come l’abbiamo conosciuta in età moderna. Pur avendo alle spalle qualche buona lettura, farò in modo da trattare l’argomento nel modo più semplice possibile. L’estate è fatta per riposarsi, prima di tutto, ma anche per qualche riflessione più generale o, come suol dirsi, di scenario. Spero di farlo con leggerezza e serietà insieme.

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