Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Ma la Consob è neutrale? Il dibattito (puntuto) fra Savona e il Corriere

Di Ugo Laner

La Consob ha il “potere-dovere” di denunciare le carenze di contesto “come fa giustamente la Banca d’Italia, e di proporre modifiche” alle leggi che hanno un impatto sulla finanza. Al presidente della Consob Paolo Savona non sono andate giù le critiche che gli ha mosso Dario Di Vico dalle pagine del Corriere della Sera. Il 21 agosto l’ex vicedirettore, editorialista sui temi dell’economia e del lavoro di Via Solferino ha firmato un articolo dedicato agli interventi al Meeting di Rimini dello stesso Savona e del presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo. Entrambi nominati dal governo uscente. Titolo: “Le difficoltà di essere garanti”.

Nell’articolo, attacca Savona in una lettera-replica pubblicata da Mf, Di Vico “parla di un “disagio dei garanti nominati dal governo Conte nel calarsi completamente nel loro ruolo” e aggiunge “più nettamente Savona”. Penso che l’articolista esprima il suo disagio e, come dimostra il titolo, quello ripetuto in continuazione dal suo giornale per la mia libertà di pensiero, che evidentemente dà molto fastidio”.

L’inviato del Corriere della Sera (al quale l’economista ex ministro delle Politiche europee si è rivolto con l’epiteto “articolista” nella replica) aveva preso di mira l’intervento di Savona alla kermesse riminese, accusandolo di mandare messaggi politici e di non essersi occupato delle competenze della Consob, la Commissione che vigila sulla Borsa e le società quotate che presiede da quando ha lasciato il ministero delle Politiche europee. Di avere proposto alla platea di Rimini “l’ambizioso obiettivo di riprogrammare integralmente il bilancio dello Stato”, di avere rivolto critiche all’Unione europea e alla Bce. Infine, attacca Savona, Di Vico “mi dà lezioni sulla differenza tra Qe e Omt saltando dal linguaggio comunemente usato a uno tecnico, sul quale ritiene di poter salire in cattedra al mio posto”.

Scrive Di Vico: “il caso ha voluto che i presidenti di due delle principali authority economiche calcassero il palco lo stesso giorno e finissero per palesare la stessa difficoltà: l’evidente disagio dei garanti nominati dal governo Conte nel calarsi completamente nel loro ruolo. Più nettamente Savona, e solo in maniera più ridotta Blangiardo, tendono a esprimersi quasi fossero dei ministri, quasi toccasse a loro dare dei messaggi politici. E invece presiedono due istituzioni neutre”.

Secondo Di Vico Savona “non ha minimamente preso in esame andamento e struttura della Borsa e della finanza ma ha detto la sua in materia di politiche europee. Anzi, ha sciorinato davanti alla platea riminese una ricetta di politica economica con l’ambizioso obiettivo di «riprogrammare integralmente il bilancio dello Stato»”.

Nel mirino della firma del Corsera il giudizio di Savona sulla Bce e sul Quantitative easing arrivato in ritardo di 4 anni secondo Savona. “Secondo la sua opinione, «serve una banca centrale che abbia il potere di intervenire sulla speculazione ma non nel modo in cui ha fatto Draghi»”

Accuse respinte: “Sono restato, in questa come in altre occasioni, nelle mie competenze di presidente della Consob. Se il debito pubblico italiano è esposto alle vicende del mercato per l’assenza di un” prestatore di ultima istanza “questa è materia che riguarda gli equilibri del mercato dei capitali, Borsa valori inclusa, dove i titoli di Stato sono parte importante sia direttamente, essendo risparmi da proteggere, che indirettamente, per gli effetti che ha lo spread sulla gestione del risparmio nelle sue forme finanziarie. Quindi ho parlato della Borsa e della finanza senza che Di Vico se ne sia accorto”.

Poi “la Consob non è un’istituzione “neutra”, come lui sostiene”. Può denunciare carenze (come Bankitalia) o proporre riforme, anche in sede europea. Ad esempio ora sta lavorando alla “creazione di un’unione europea dei mercati dei capitali che non abbia le stesse lacune delle altre istituzioni europee operanti”.

E in questa veste che Savona dice di avere espresso a Rimini “l’opinione che non si esce dalla crisi se la discussione sulla politica economica resta confinata al rispetto o meno dei parametri fiscali stabiliti a Maastricht e poi ancor più ristretti, se l’Iva va aumentata o meno e se lo stesso accade per altri singoli aspetti, resta in secondo piano il problema ben più importante di riportare in equilibrio i conti pubblici”.

Anche la riprogrammazione del bilancio pubblico “stabilendo una linea di garanzia dei rischi per i cittadini bisognosi” senza sforare i parametri europei fa parte delle prerogative della Consob. C’è poi la “soluzione degli eccessi di debito pubblico da decidere di comune accordo con l’Ue” che secondo Savona deve passare per la “creazione di un European safe asset, già avanzata da Ministro e ratificata dalla Commissione nella sua lettera al Parlamento europeo e alla Bce”. La Banca centrale deve avere un mandato parificato “a quello delle principali banche centrali” e “completare l’unione bancaria europea, creando il fondo comune di tutela depositi e di risoluzione delle crisi, essendo condizioni indispensabili per proteggere le attività finanziarie in mano alle banche, alla cui cura provvede la Consob unitamente alla Vigilanza bancaria europea e della Banca d’Italia”.

×

Iscriviti alla newsletter