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Missili da crociera stealthy. Gli ultimi sviluppi di Stati Uniti e Russia

La competizione tra le super potenze sarà sempre più missilistica. La fine del Trattato Inf è solo un tassello di un puzzle più complesso, che vede Stati Uniti, Cina e Russia impegnati nello sviluppo di nuovi vettori, dai missili balistici più che intercontinentali, ai vettori a planata ipersonica, passando per gli apparentemente più tradizionali missili da crociera. In questo ultimo segmento, la scorsa settimana, il Pentagono ha ribadito al Congresso americano l’intenzione di aumentare le scorte di Jassm da 4.900 a 7.200. Si tratta di missili da crociera stealthy, a bassa osservabilità, terra-aria, ritenuti in grado di eludere i sistemi di difesa avversari e di distruggere gli assetti che garantiscono anti-access area-denial (A2/AD), tipo l’S-400 russo.

LA RICHIESTA DEL PENTAGONO

Già nella richiesta di budget per l’anno in corso, il dipartimento della Difesa, ora guidato da Mark Esper, presentava a Capitol Hill la necessità di potenziare l’arsenale dei missili prodotti da Lockheed Martin. Il colosso industriale realizza da anni gli AGM-158A, scelti dalla US Navy come Joint air-to-surface standoff missiles (Jassm) e successivamente potenziati nelle versione Extended Range (Er) e nella più recente Extreme range (Xr), ancora in fase di sviluppo. Sin dalle fasi iniziali del progetto, l’obiettivo era dotare l’Aeronautica di un assetto preciso e a lungo raggio, tale da permettere ai bombardieri B1 (che non sono stealthy) di lanciare da lontano ed evitare di addentrarsi in pericolose aree coperte dalla contraerea nemica. La prima versione del missile ha un range di circa 370 chilometri, raddoppiato nell’edizione Er e con una stima fino a 1.600 chilometri per quella Xr.

UN NUOVO STABILIMENTO PER LOCKHEED MARTIN

Il debutto operativo dell’AGM-158B (versione Er), nonché l’unico caso ad oggi del suo utilizzo, è stato registrato ad aprile 2018 in Siria, contro un centro ritenuto responsabile dello sviluppo di armi chimiche da parte del regime di Assad (ne sarebbero stati lanciati 19). Nonostante l’impiego finora limitato, l’assetto resta strategico per il Pentagono. Non a caso, a fronte dell’aumento della domanda, Lockheed Martin ha annunciato durante la presentazione dei dati della semestrale un nuovo stabilimento in Alabama. L’interesse delle Forze armate americane è alto, anche per la versione anti-nave del missile (AGM-158C), con la richiesta di aumentare le dotazioni già pervenuta dal generale Charles Brown, comandante delle Pacific Air Forces.

CONTRO LE CAPACITÀ A2/AD DI MOSCA E PECHINO

In tutte le loro versioni e nei molteplici velivoli da cui possono essere lanciati (dai bombardieri ai caccia), i missili Jassm sono considerati strategici soprattutto per l’effetto sorpresa contro target ben protetti, e dunque immaginati come un ariete nelle prime fasi di un conflitto, eliminando le difese aree nemiche così da aprire la strada a bombardieri e caccia di quarta generazione. Oltre gli aspetti operativi e tattici, ci sono però quelli strategici. Il potenziamento dell’arsenale di Jassm è considerato una risposta agli avanzamenti missilistici dei competitor internazionali. Con S-400 e S-300, sperimentati in Siria, Mosca si dimostra all’avanguardia nella creazione di zone di interdizione A2A2. Lo stesso si può dire di Pechino che, con i missili balistici anti-nave DF-21D, è in grado di minacciare portaerei a distanze maggiori rispetto al raggio loro necessario per far partire velivoli verso le zone di impiego.

IL KALIBR DI PUTIN

Il Cremlino è tuttavia attivo anche sugli strumenti di offesa stealhty. Sempre in Siria, a giugno del 2017, un’unità navale russa ha lanciato dal Mar Caspio 26 missili Kalibr contro postazioni dello Stato islamico. I vettori hanno percorso circa 1.500 chilometri, volando a poche decine di metri di quota (restando dunque difficilmente individuabili dai radar) e accelerando nella fase finale del volo. Sono missili da crociera, precisi e imprevedibili, anch’essi dotati di capacità stealth, il cui sviluppo risale al tentativo sovietico di rispondere ai Tomahawk americani. Il missile è tra le punte di lancio delle capacità offensive e di proiezione russa.

LE MANOVRE NEL MARE DI BARENTS

Non a caso, lo scorso maggio, il vettore è stato lanciato per la prima volta anche dalla Flotta del nord della Marina russa, localizzata nella penisola di Kola, a soli 60 chilometri dal confine con la Norvegia. Tra l’altro, il lancio è avvenuto dal sottomarino Severodvinsk (classe Yasen) mentre si trovava nel porto della base navale di Zapadnaya Litsa, a una distanza che, visto il range del missile, permetterebbe di raggiungere facilmente Norvegia, Finlandia e Svezia. Nota a margine: nelle stesse manovra tra aprile e maggio, la Marina russa ha testato anche il Kinzhal, il “pugnale” di Putin, un missile da crociera ipersonico che (a detta della Difesa di Mosca) sarebbe in grado di superare tutte le difese aeree esistenti e future, volando dieci volte la velocità del suono e trasportando testate convenzionali e nucleari in un range di oltre duemila chilometri.

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