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Cristianesimo adiós. Così la moda islamica sbarca a Cuba

Firdaus è il primo negozio di abbigliamento islamico a Cuba. Il nome si riferisce al più alto livello di Paradiso secondo la sharia; un luogo al quale si accede dopo la morte, pieno di lussi e comodità, proprio sotto il trono di Allah.

Nella vetrina del locale ubicato a pochi passi dalla moschea Abdallah (l’unica sull’isola) ci sono abiti lunghi, diversi modelli di hijab, niqab, burka e molta bigiotteria tipica della cultura islamica. A gestire l’attività un gruppo di donne che cercano di intercettare il mercato dell’abbigliamento islamico, ma non solo.

Kira Romero, la proprietaria, ha spiegato a Diario Cuba che quest’attività vuole offrire lavoro alle donne della comunità musulmana cubana e pretende di cambiare la visione sull’Islam nella società. Prima di vendere vestiti, la donna era impegnata come esperta di diritto internazionale in Venezuela, dove si è convertita. Secondo la Lega Islamica di Cuba, la comunità islamica cubana è di circa 7000 fedeli, di cui 1300 donne.

Maryam Camejo, responsabile delle comunicazioni di Firdaus, ha spiegato al sito Sputnik che Cuba ha una comunità musulmana in aumento: “Passano i mesi e sento di più persone che si convertono. […] Nonostante la differenza culturale, sull’isola c’è un gran mercato per questi prodotti. Ci sono studenti di Paesi musulmani che arrivano per le borse di studio dei programmi di medicina, e persone che arrivano dall’Asia, diplomatici e mogli di diplomatici che vivono a Cuba. Ma l’idea di Firdaus è arrivare a tutte le donne”.

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