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Ma il Pd è proprio sicuro di voler rinunciare a Conte? De Mattia invita a pensarci su…

Nelle incertezze di una crisi di governo ancora tutta da scrivere, ad essere rimasto in disparte, dopo il discorso in Senato dello scorso martedì, è il presidente del Consiglio dimissionario Giuseppe Conte. Nel suo discorso, Conte, che non ha fatto sconti alla Lega di Matteo Salvini, ha dato prova di una statura istituzionale che la sua scelta di una esposizione mediatica moderata aveva messo in sordina. Conte, ora avrà davanti a sé importanti incontri internazionali come il G7, forte dei rapporti con i leader mondiali intessuti nei mesi passati.

Una ipotesi di Conte bis, allora, non è del tutto campata per aria, e a crederlo è anche Angelo De Mattia, editorialista di MF, ex Banca d’Italia. E proprio dal quotidiano finanziario, con un editoriale intitolato: “Perché non è una buona idea escludere a priori l’ipotesi di un governo Conte-bis”, De Mattia snocciola tutte le ragioni che motivano la sua opinione. Nella possibilità, ancora tutta da costruire, di un governo Pd-M5S che abbia dei tratti politici e non istituzionali (come fu il governo Monti), “non si capisce perché il premier debba essere una nuova personalità (ora in carica per esempio nella Corte costituzionale) la quale dovrebbe abbandonare tale altissimo incarico di assoluta garanzia e terzietà per assumere la presidenza di un organo politico, pur sempre di parte”, una contraddizione “evidente”, suggerisce De Mattia, che ricorrerebbe con tutti i nomi diffusi in queste ore.

A richiedere una decisione rapida e concreta sono le scadenze, sottolinea l’ex Bankitalia, che ricorda non solo l’iter della sessione di bilancio, con “la necessità, non secondaria, di impostare rapporti affidabili ed efficaci con la Commissione Ue”, ma anche la scelta del Commissario italiano entro il prossimo 26 di agosto.

Perché, dunque, escludere Giuseppe Conte? L’avvocato, sottolinea De Mattia, “si è ampiamente riscattato e non furbescamente, bensì convintamente; i sondaggi sono nettamente a suo favore; la continuità nei rapporti internazionali che egli ha tenuto con dignità, anche se nei contenuti molto sarebbe stato da modificare e innovare, è importante; lo stile dimostrato è importante, mentre in un contesto in cui ha regnato l’incultura si stanno ora compiendo sforzi enormi, a opera di parvenus, per la ricerca, per il tramite di terzi, della citazione dotta, latina o greca, poi puntualmente mal tradotta”.

Sarà mail il caso di ingaggiare una battaglia per escludere la sua permanenza a Palazzo Chigi, quando è necessario cambiare più profondamente la compagine di governo? Giuseppe Conte è amato dai cittadini, ha saputo costruire una rete di relazioni che si possono certamente coltivare. Una ricerca esterna potrebbe suscitare dubbi e contraddizioni, mentre la discontinuità con l’esecutivo dimissionario potrebbe essere resa ancora più evidente con altri strumenti.


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