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Beppe Grillo scandalizza (ancora). Ora è il leader moderato che non ti aspetti

Una metaforfosi del tutto inaspettata. È quella di Beppe Grillo. Lui, il comico irriverente (e molto discusso), che nei primi anni 2000 ha messo in campo una progettualità politica su cui nessuno avrebbe scommesso. Il Vaffa Day è stato il segno che qualcosa si stava muovendo. Era nato così il Movimento 5 Stelle, insieme allo sconosciuto (allora) Gianroberto Casaleggio. Da quel momento ha interpretato il ruolo dell’incendiario. Essere grillino, da Beppe Grillo appunto, era praticamente sinonimo di estremista. Anche quando, con la leadership di Luigi Di Maio, il Movimento supera il 30% e conquista il governo, il comico ligure preserva la sua immagine di “bastian contrario”. Tutto questo fino a pochi giorni fa. Poi la rivoluzione, personale e politica.

La fine del governo gialloverde per mano di mister Papeete ha spiazzato i pentastellati. E se il giovane vicepremier pentastellato non ha mai digerito la rottura restando intimamente convinto della bontà del rapporto con Salvini, è stato Beppe Grillo ad intestarsi la linea politica dell’intesa con il Pd di Nicola Zingaretti. Non una necessità legata alla gestione del potere bensì una opportunità politica. Un profondo cambio di paradigma che ha spiazzato molti osservatori. Poi, il colpo di genio. Di Maio e gli altri litigano per i posti nel Conte 2? Lui propone di “elevare” il dibattito: facciamo il governo con i competenti (e quindi fuori tutti). Chapeau. E ieri è tornato in un video che è un vero programma, capace di prendere la maggioranza dei voti… “Questa pena che vedo, questa mancanza di ironia, dovete sedervi a un tavolo ed essere euforici perché appartenete a questo momento straordinario di cambiamento. Abbiamo da progettare il mondo, invece ci abbruttiamo, e le scalette e il posto lo do a chi e i dieci punti, i venti punti, basta!”. Sono esausto, dice. Ha ragione: anche gli italiani lo sono.

La prova che il video è stato efficace arriva con la risposta di Zingaretti “Caro @beppe_grillo, mai dire mai nella vita. Cambiamo tutto e rispettiamoci gli uni con gli altri”. Chi lo avrebbe mai previsto? Anche dopo, ci sono gli scettici. Carlo Calenda, divenuto lui un radicale, ha cinguettato: “Siamo oltre. Alzo le mani” come se la risposta del segretario del Pd al fondatore dei 5S fosse inappropriata. Fatto il governo giallorosso (se si riuscirà a farlo), Beppe Grillo tornerà ad infiammare il suo pubblico nel ruolo di castigamatti. Per ora interpreta – con spiazzante intelligenza – il ruolo di leader moderato. E non fa ridere, anzi.

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