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La ceo di Lockheed Martin è (ancora) la donna più potente del business Usa

La donna più potente del business è Marillyn Hewson, presidente e ceo di Lockheed Martin, il campione americano dell’aerospazio e difesa. A certificarlo è la prestigiosa “Most Powerful Women List” di Fortune, che per il secondo anno di fila colloca sul gradino più alto del podio la 65enne originaria del Kansas. Dietro di lei, c’è la presidente e ceo di General Motors May Barra, che la Hewson aveva superato già l’anno scorso dopo due anni al vertice. Infine, a chiudere il terzetto di testa è Abigail Johnson, numero uno di Fidelity Investments, la multinazionale di servizi finanziari.

LA MOTIVAZIONE

“Nonostante la perdurante incertezza globale, dalle sanzioni internazionali alla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, la Hewson continua a guidare Lockheed Martin”, spiega la prestigiosa rivista americana nella sua motivazione. D’altra parte, nel 2018 la manager si era guadagnata anche il riconoscimento di “amministratore delegato dell’anno”, assegnatole dal magazine Chief executive sulla base delle valutazioni di un comitato composto da alcuni tra i maggiori ceo statunitensi. Non a caso, prosegue Fortune, “il contractor della Difesa ha registrato un aumento nelle vendite dell’8% nell’ultimo anno su un numero di ordini record”. Tali cifre registrano incrementi costanti da diversi anni, tutti sotto la guida della Hewson, entrata in Lockheed Martin nel 1983 e giunta al vertice nel 2013.

DAGLI F-35 AL “FATTORE INFLUENZA”

A guidare le mire del colosso Usa resta il programma F-35: “Sta aumentando costantemente – spiega Fortune – anche a fronte di alcuni ostacoli, compresa la decisione americana di fermare i piani della Turchia per l’acquisto di oltre cento velivoli”, ritorsione decisa da Washington in virtù dell’acquisto da parte di Ankara del sistema russo S-400. Eppure, “l’azienda sta recuperando il business perduto con un nuovo e maggiore accordo sugli F-35 attualmente in corso con il dipartimento della Difesa, così come con un contratto da 1,1 miliardi di dollari per fornire elicotteri alla Marina militare”. In più, nota Fortune, “gli investitori sembrano sostenere la strategia dell’Hewson, avendo fatto salire del 16% il prezzo delle azioni nello scorso anno”. Poi, c’è “l’influenza della manager che continua ad aumentare”, come dimostra il suo recente ingresso nel board di Johnson&Johnson, la multinazionale farmaceutica.

UNA DIFESA A TINTE ROSA

Ma Maryllin Hewson è solo una delle diverse donne di vertice nella Difesa a stelle e strisce. Nella stessa lista di Fortune (ormai alla sua ventiduesima edizione) si incontra al settimo posto Phebe Novakovic, ceo di General Dynamic, mentre al tredicesimo c’è Kathy Warden numero uno da solo un anno di Northrop Grumman. Segue alla venticinquesima posizione Leanne Caret, a capo di Boeing Defense, Space and Security, per un terzetto tutto al femminile tra le “big four” del comparto americano. Il “last man standing” (così lo chiamava Fortune già l’anno scorso) è Tom Kennedy, numero uno di Raytheon che quest’anno ha intrapreso la via della colossale fusione con United Technologies.

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