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Tutti i soldi di Sylvie Goulard per lo Spazio europeo. Cosa farà la commissaria francese

“Il capitano Kirk dell’Unione europea”. Così il quotidiano transalpino Les Echos, evocando il celebre personaggio di Star Trek, incorona Sylvie Goulard, la commissaria del team di Ursula von der Leyen che guiderà il Mercato interno dell’Ue, con responsabilità anche sulla nuovissima Direzione generale Difesa e Spazio. Sarà lei a gestire il programma spaziale dell’Unione, per cui si attendono 16 miliardi di euro per il periodo 2021-2027.

LE RISORSE SPAZIALI

Oltre il nuovo Fondo europeo di Difesa (Edf, con 13 miliardi, qui i dettagli), la Goulard avrà infatti anche il controllo sui finanziamenti per lo Spazio. Ben 9,7 miliardi andranno a Galileo ed Egnos, le infrastrutture satellitari per navigazione e puntamento, il cui obiettivo (spinto in primis dai francesi) resta l’affrancamento dal sistema americano Gps. Per il sistema europeo di osservazione della Terra, Copernicus, si prevedono invece 5,8 miliardi, mentre 500 milioni dovranno essere destinati allo sviluppo di “nuovi componenti di sicurezza”, a partire dalla Space situational awareness (Ssa). Poi, oltre i 16 miliardi, per i programmi spaziali arriveranno anche risorse dal fondo “Horizon Europe”, il successore di Horizon 2020 che destinerà circa 100 miliardi a ricerca e innovazione. Lo spazio potrebbe infine beneficiare anche di parte dei 13 miliardi previsti per l’Edf, dato che la militarizzazione dello spazio è ormai del tutto assodata e il termine dual use imperversa.

IL RAPPORTO CON L’ESA

Da definire ci sono però gli aspetti di governance, tra cui soprattutto il rapporto con l’Agenzia spaziale europea (Esa). “L’Unione europea – spiega la Commissione nella sua proposta di regolamento per il programma Spazio – assicurerà che l’aumento negli investimenti finanziari sia supportato da un efficiente processo decisionale”. In tal senso, “la commissione continuerà a essere responsabile della gestione dell’intero programma”, mentre l’Agenzia spaziale europea (Esa) “rimarrà un grande partner nell’implementazione tecnica e operativa”. Il tutto mentre si avvicina “l’appuntamento dell’anno”, la ministeriale dell’Esa in programma tra un paio di mesi a Siviglia. Lì si deciderà il futuro dello spazio del Vecchio continente, i programmi su cui investire e il ruolo dei singoli Paesi.

SEGNALI DA PARIGI

L’Ue, da parte sua, conserva l’intenzione di avere un ruolo di primo piano nel sistema di governance generale, e i cospicui finanziamenti previsti (nell’attuale quadro finanziario i miliardi per lo spazio sono 12) lo dimostrano. Che tutto questo sia ora sotto la responsabilità di Sylvie Goulard è stato accolto con soddisfazione da Parigi. Lo stesso Les Echos racconta che gli attori del settore si sono incontrati in settimana nella capitale francese, chiedendo “Europa ambiziosa che non lasci sfuggire i suoi punti di forza tecnologici in un momento in cui gli Stati Uniti e la Cina stanno aumentando enormemente i loro sforzi nello spazio”. Tra “i campioni europei” per procedere in questa direzione, il quotidiano francese cita il colosso Airbus, ArianeGroup, la transalpina Thales, la tedesca OHB e la svizzera Ruag, ma nessun azienda italiana.

IL LIVELLO DI AMBIZIONE FRANCESE

D’altra parte, la Francia ha puntato con decisione sul settore da diverso tempo. A fine giugno, facevano riflettere le notizie sul dibattito relativo alle risorse da destinare allo Spazio, soprattutto in vista dell’appuntamento Esa: 2,1 miliardi o 3,1 per il prossimo triennio, 2020-2022. Divisi sulla questione c’erano, da una parte, i rappresentanti delle aziende, sostenuti nelle rispettive ambizioni dal Cnes, l’agenzia spaziale transalpina, e dall’altra il ministero delle Finanze, guidato da Bruno Le Maire. La battaglia di cifre faceva emergere un approccio invidiabile da parte dei transalpini, basato su un certo livello d’ambizione a cui corrispondono programmazione di lungo periodo e, soprattutto, un massiccio piano di investimenti pubblici.

GLI INTERESSI MILITARI

Gli interessi francesi per lo spazio riguardano anche gli aspetti militari. Ancor prima della creazione dello US Space Command di Donald Trump, la Difesa francese aveva lanciato l’idea di un comando spaziale, poi ripresentato in grande stile da Emmanuel Macron alla vigilia della festa nazionale del 14 luglio. È solo un tassello di un puzzle più complesso, ampiamente esplicitato nella nuova “Strategia spaziale di Difesa” targata Florence Parly, colei che ha ereditato proprio dalla Goulard la guida del ministero della Difesa. Si parla di “difesa attiva” ma anche di “consolidamento industriale”, prevedendo inoltre il rinnovamento delle infrastrutture e il potenziamento dei sistemi. I piani attuali prevedono uno stanziamento fino a 4,3 miliardi di euro fino al 2025. Viste le tinte dual use di tanti progetti, tra il lancio dell’Edf e il cospicuo programma spaziale dell’Ue, c’è la possibilità che si punti anche alle risorse europee. La sfida è partita.

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