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Maduro vuole arrestare (ancora una volta) Guaidó. Ecco come

Urlando, visibilmente alterato, Nicolás Maduro ha annunciato l’apertura di un’inchiesta giudiziaria contro il presidente del Parlamento venezuelano, Juan Guaidó. L’accusa è di guidare “una banda criminale transnazionale”, che cerca di appropriarsi dei beni della petrolifera statale Pdvsa all’estero. In una trasmissione a reti unificate, il presidente socialista ha dichiarato che il leader dell’opposizione sarà processato per “tradimento alla patria”; un reato relativamente nuovo in Venezuela, molto utilizzato dal regime contro i dissidenti, che prevede 50 anni di carcere.

Secondo Maduro, Guaidó – con il sostegno degli Stati Uniti – ha un piano per consegnare ad imprese transnazionali una zona ricca in risorse naturali, l’Esequibo, che è territorio conteso con la Guyana: “Sono arrivate alle nostre mani indizi di come questo bandito, traditore della patria, Juan Guaidó, negozia con l’Esequibo in cambio di appoggio politico”.

CESSIONE A EXXON MOBIL

In sostegno alle dichiarazioni di Maduro, la vicepresidente Delcy Rodriguez, ha specificato che i “piani cospirativi” riguarderebbero “la cessione della regione dell’Esequibo alla Exxon Mobil e altre compagnie transnazionali”. Rodriguez ha presentato una presunta conversazione tra Vanessa Neumann, ambasciatrice designata da Guaidó per il Regno Unito, e Manuel Avendaño, consulente esterno del Comitato di Politica estera del Parlamento venezuelano. Nel dialogo, la rappresentante del governo ad interim spiega che il ministero degli Affari esteri britannico non darà appoggio all’opposizione se essa si pronuncerà sull’Esquibo.

Rodriguez ha dichiarato che “il popolo sa chi è Juan Guaidó, non è un progetto politico, e soprattutto si tratta di una banda criminale. È un progetto preparato dagli Stati Uniti per commettere delitti […] il presidente Nicolás Maduro ha sollecitato al Pubblico ministero l’apertura di una inchiesta esauriente riguardante tutti i reati che qui si stanno commettendo”. La vicepresidente ha chiesto azioni contro i membri “di questa organizzazione criminale internazionale”.

Julio Borges, commissario di rapporti esteri di Guaidó, ha scritto su Twitter che la minaccia di carcere per il leader dell’opposizione da parte di Maduro è “una manovra per coprire il fatto che il chavismo nasconde narco-terroristi in Venezuela”, in riferimento ai leader delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia.

EFFETTI DELL’ARRESTO

Ma che potrebbe succedere se, effettivamente, Maduro questa volta arresta Guaidó? Per il giornalista Juan Dávila Miguel, “ci sono due opzioni. Che Maduro faccia rispettare un ordine di arresto e l’altra che lo lasci tranquillo in casa. La più intelligente è lasciarlo tranquillo in casa”.

Roberto Izurieta, analista della Cnn in spagnolo, se Maduro arresta Guaidó sarebbe molto grave: “Sarebbe un’altra misura della dittatura di Maduro verso un maggior isolamento con la comunità internazionale”.

A fine febbraio, quando Guaidó è partito per la Colombia per assistere al concerto per gli aiuti umanitari a Cúcuta, si temeva ugualmente che sarebbe stato arrestato per la violazione del divieto di uscita dal Venezuela. In quell’occasione, Elliott Abrams, inviato speciale del Dipartimento di Stato americano per il Venezuela, si è detto molto preoccupato: “Molti funzionari del regime hanno minacciato con arrestarlo. Certamente, speriamo che possa rientrare a casa  […] Sappiamo che ci sono dozzine di governi che condividono questa preoccupazione. Credo che Guaidó finisce in carcere, ci sarà una reazione molto forte da parte del popolo venezuelano e della comunità internazionale”.

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