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Summit di Malta sull’immigrazione. Ecco perché è importante per l’Italia

Una tavola rotonda tra “Paesi volenterosi” per trattare uno dei temi più urgenti per l’Europa: l’immigrazione. Domani i ministri degli Interni di cinque Stati europei si incontreranno a Malta in un mini-summit che ha come obbiettivo principale trovare una soluzione condivisa alla difficile gestione degli sbarchi nel Mediterraneo. Sarà presente anche l’Italia, rappresentata dal neo-ministro Luciana Lamorgese.

Un focus dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi) sottolinea la difficoltà di cambiare le regole europee in senso più solidale, per cui è importante la disponibilità di questi Paesi ad agire al di fuori dei trattati in vigore per dare una risposta all’emergenza.

A Malta saranno presenti i ministri di Malta, Germania, Francia e Finlandia, accompagnati da rappresentanti della Commissione europea. “Tra i partecipanti vi sono due paesi che chiedono solidarietà nel gestire gli arrivi irregolari nel Mediterraneo centrale (Italia e Malta), – si legge nel focus Ispi -, due che si offrono di aiutarli anche al di fuori delle regole Ue (Germania e Francia) e un ‘osservatore imparziale’, la Finlandia, che detiene la presidenza di turno del Consiglio dell’Ue nel corso di questo semestre”.

L’analisi dell’istituto riferisce che la presenza di Germania e Francia “non implica che gli impegni di solidarietà nei confronti di Italia e Malta presi nel corso del vertice saranno sottoscritti solo da Parigi e Berlino: sembra infatti probabile che nel corso del vertice si discuta anche della partecipazione di una serie di altri paesi volenterosi”. Una lista che potrebbe essere integrata da Irlanda, Portogallo e Lussemburgo, che già in passato si sono resi disponibili ad accogliere una parte dei migranti arrivati in Italia e a Malta.

La missione di questo mini-summit, dunque, sarà la negoziazione di un “Predictive temporary allocation programme”: un’intesa per ricollocare in altri Paesi europei le persone soccorse e sbarcate in Italia e Malta. Non tutti quelli che arrivano (solo chi è soccorso in mare). L’accordo avrebbe una base volontaria e una tempistica temporanea.

Per l’Ispi resta ancora da sciogliere un nodo cruciale: “Negli ultimi giorni si sono rincorse diverse voci, non confermate, sul fatto che la Francia abbia chiesto di ricollocare solo i ‘potenziali rifugiati’, ovvero quella porzione di migranti soccorsi che abbia una sufficiente probabilità di ottenere una protezione in Europa. Per Italia e Malta si tratterebbe di un netto passo indietro, soprattutto alla luce del fatto che, stando agli ultimi dati disponibili, in Italia meno del 20% dei richiedenti asilo ottiene effettivamente una protezione: questo consentirebbe dunque a Parigi di restringere ancora di più il bacino dei potenziali migranti ricollocabili”.

Se al summit di domani Italia e Malta riuscissero a ottenere il massimo della solidarietà richiesta, “verrebbe ricollocato altrove il 90% di chi sbarcasse nei due paesi dopo essere stato soccorso in mare”, sostiene l’Ispi. Con il ricollocamento per 1.211 migranti, un numero più che doppio rispetto alle promesse strappate attraverso le crisi ad hoc. Se invece Parigi decidesse di chiedere che i migranti ricollocabili siano solo i “potenziali rifugiati”, il numero dei ricollocati potrebbe scendere a circa il 20% del totale.

La conclusione dell’istituto è che si tratta comunque di “un passo avanti nella direzione di una maggiore solidarietà europea, a cui tuttavia l’Italia potrebbe guardare con soddisfazione solo nell’ottica di un continuo lavoro per tentare di modificare le altre regole europee che al momento penalizzano i primi paesi di ingresso dei migranti irregolari in Ue”.

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