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Anche in Canada leggono il manuale di sopravvivenza economica di Pedrizzi

Di Claudio Antonelli

Il salvadanaio; manuale di sopravvivenza economica di Riccardo Pedrizzi (Napoli: Guida Editori, 2019) permetterà sia al lettore sofisticato sia al novizio di aggiornarsi, di allargare i propri orizzonti e quindi di capire i grandi cambiamenti che grazie all’informatica, alla telematica, all’Unione Europea e alla globalizzazione planetaria sono avvenuti in questi ultimi anni nel campo economico finanziario.

L’introduzione è di Giuseppe De Lucia Lumeno, la prefazione è dovuta alla penna del Cardinale Gerhard Ludwig Müller. Arricchiscono il libro i contributi di Renato Brunetta e di Mauro Maria Marino. Riccardo Pedrizzi, studioso di vaglia e uomo realista e pragmatico, ex politico ormai svincolato da ogni allineamento partigiano, e aderente invece ai valori cristiani, al sentimento di patria, alla fedeltà alle origini, al culto della famiglia, riesce a dare al lettore, attraverso questa sua opera innovativa che è un autentico libro di testo, il gusto dei tanti stimolanti aspetti economico-finanziari, e politici ma anche morali su cui oggi spesso si sorvola ma che l’Autore tocca e approfondisce in maniera maiuscola nelle pagine di questo manuale.

“Tassi di sconto”, “spread”, “deflazione”, “asset”, “commodity”, “Consob”, “Opa”, “warrant”, “trattato di Maastrich”, “Tobin Tax”, “Libor”, “Bce”, “junk bond”, “Volcker Rule”, i diversi tipi di banca, e un’infinità di altri termini e nozioni, talvolta ostici, trovano qui la loro giusta collocazione e la loro spiegazione, in un contesto dinamico ossia nel resoconto di eventi economici che hanno avuto luogo in Italia o altrove e ai quali nessuno di noi si sente estraneo. La chiarezza e talvolta direi la crudezza delle analisi del nostro economista sono rivelate anche dai titoli dei capitoli, ben 28, dai quali io spigolo solo alcuni: Cap. I: Il risparmio tradito; Cap. IV: Un mercato senza regole e senza etica; Cap. X: Il demone del denaro; Cap. XIX: Criminalità e inverno demografico; Cap. XVII: Italia in svendita.

Il voler cercare di sunteggiare un libro che copre una realtà economica così varia nei suoi tanti sviluppi, materia che è trattata dall’autore in una maniera icasticamente chiara, spingerebbe il recensore – ma io non farò – ad una estesa riproduzione delle righe di quest’opera, spesso difficili da ridurre perché di per sé essenziali. Valga, ad illustrazione del mio assunto, questa frase tratta dal testo originario: “La crescita smisurata della sovrastruttura finanziaria sull’attività economica ha finito però quasi col configurare un’economia virtuale che si sovrappone e a volte si contrappone a quella reale.” Come dirlo diversamente, ma in una maniera altrettanto sintetica e chiara?

pedrizzi libro

La scrittura molto efficace di Riccardo Pedrizzi rende certi soggetti tecnici comprensibili non solo, ma piacevoli alla lettura, e mai il nostro autore si dimostra reticente nel rivelare i principi politico-morali cui si ispira: i princìpi della tradizione, il cristianesimo, il sentimento d’identità nazionale, l’amor patrio, il rispetto dell’identità delle comunità locali, la responsabilità sociale, l’altruismo… Questa “economia finanza” è diventata un rebus. Anche chi ha sempre cercato di aggiornarsi sulle nuove leggi e le nuove regole di questa scienza che invade ormai onde televisive e carta stampata, rimane incredulo di fronte al potere di tipo quasi religioso-sciamanico che rivestono “i mercati”; il cui giudizio è simile a quello di una temuta Sibilla; non più “cumana” ma multinazionale e globalista ossia completamente svincolata dalla nozione di “Patria”, piccola o grande che sia. Vedi anche lo “spread”, sorta di spada di Damocle minacciosamente brandita da certi oscuri agenti finanziari preposti all’ortodossia di un sistema che è basato non tanto sull’economia reale, quanto su quella virtuale; la quale, molto spesso purtroppo, si fa allegramente beffe dei bisogni di vita ordinaria, di stabilità e di benessere del cittadino ordinario.

La condanna del nostro autore è totale verso questo “modello fondato sul dominio della funzione speculativa e della tecnica. Un modello che intende abbattere confini e distruggere storia e tradizioni.” E ancora: “Ogni connessione virtuosa tra risparmio, lavoro e sviluppo, viene così infranta e sacrificata sull’altare del profitto, in nome di una mondializzazione senza Patria e senza Dio, ‘funesta e esecrabile’, come la definiva nel 1931, 88 anni or sono, l’enciclica Quadragesimo anno del Papa Pio XI.”

Ebbene, la rigorosa e coerente, ma composita, articolata, ricca di umanità, vivace silloge del senatore Riccardo Pedrizzi darà al lettore chiarimenti a proposito di questi misteri fornendogli prospettive nuove, ma sempre nel nome della tradizione, della concretezza, della continuità cui il nuovo a tutti i costi ha invece arrecato gravi danni. “Ah… allora è così…” sarà il commento di tanti lettori che avranno risposta a certe interpretazioni che sonnecchiavano in loro e ch’essi trovano confermate, anche se ben altrimenti espresse, in queste nutrite pagine che non rifuggono di certo dalle sigle, dagli acronimi, spesso inglesi, né beninteso dalle cifre, ma che sono ricche di spiegazioni, di proposte, di piani d’insieme, oltre che di umanità.

Ma come può un autore abbracciare l’estesa gamma dei problemi di tipo politico-economico cui si trova confrontato il cittadino italiano ed europeo, non esitando a trattare i temi non solo “tecnici” ma anche morali che la ricerca del benessere materiale e la legge del profitto mettono sul tappeto? Le credenziali che spiegano la riuscita della non sua non facile impresa ci sono in fondo tutte. Eccole. Ottimo padre di famiglia, bancario ed assicuratore, ex politico del nostro Parlamento che ha avuto la responsabilità di importanti dossier politico-finanziari, gran conoscitore del mondo dell’impresa, studioso di ideologie ed epoche storiche e autore di numerosi libri, e inoltre editore alle prese con i problemi collegati all’edizione e alla pubblicità, organizzatore di eventi culturali: una mente, la sua, dominata dalla passione per il pensiero teorico ma anche per quello pratico… E mi fermo qui. Come vedete, le credenziali ci sono.

Il cardinale Gerhard Ludwig Müller loda la visione cristiana dell’autore di quest’opera che pone al centro della sue analisi l’uomo nella ricchezza del suo essere e nei suoi diritti e doveri spirituali, ossia l’uomo cristianamente inteso. Al centro dell’economia Riccardo Pedrizzi pone, appunto, sempre l’uomo, che la triste e pericolosa svolta della nuova economia senza frontiere, sostenuta dal pensiero unico, dominata dai finanzieri e mirante unicamente al profitto, pone invece in disparte. L’economia, infatti, come ogni altro ambito umano “ha bisogno dell’etica per il suo corretto funzionamento, non di un’etica qualsiasi bensì di un’etica amica della persona” (cfr. Enciclica di Benedetto XVI “Caritas in Veritate”).

L’autore propone una netta inversione di tendenza contro la perversità di un mercato finanziario predatorio che saccheggia i risparmi dei piccoli a vantaggio di una classe di speculatori; distaccati dall’economia reale e lontani dalla massa dei lavoratori e degli imprenditori locali i quali invece producono cose e non formule speculative basate su prodotti finanziari spesso artificiali, vedi i derivati: “titoli strutturati il cui rischio non è quantificabile e che spesso sono semplici scommesse.”
Riccardo Pedrizzi spiega con grande competenza e con simpatia e direi con amore la storia e i principi cardine del sistema bancario italiano, incentrato sul localismo, la territorialità, la vicinanza all’imprenditoria locale e ai suoi bisogni creditizi. Esalta inoltre il ruolo dei corpi sociali intermedi, auspicando il rispetto del principio di sussidiarietà riferendosi al prezioso ruolo dei corpi sociali, tra cui mi limiterò a menzionare: famiglia, ordini professionali, associazioni di categoria, di volontariato, etc.

Il problema del Mezzogiorno d’Italia è visto in una luce nuova, con proposte concrete, frutto di una conoscenza approfondita personale e “storica” di quel mondo, spesso oggetto di stereotipi riduttivi e talvolta demonizzanti, o invece di autocommiserazione da parte di chi scarica le colpe sempre sugli altri. L’analisi dei problemi del Sud, fatta con perizia ma anche con affetto e trasporto da Riccardo Pedrizzi, meridionale anzi meridionalista coi fiocchi, meriterebbe una presentazione di riguardo, a parte, per il suo grande interesse e per la sua originalità. L’autore esamina nei particolari le manipolazioni e le tante truffe, di cui noi abbiamo spesso solo sentito dire, ma che in fondo sono state subite da tutti noi; ad esempio lo scandalo del Libor e dell’Euribor, di cui egli ci rivela i meccanismi.

L’impatto dell’unificazione europea, condotta all’insegna della moneta unica, delle banche centrali e dei mercati finanziari, è oggetto di riflessioni talvolta assai critiche. Il capitolo Italia in vendita, così analitico ma triste e impietoso, contiene innumerevoli denunce, con nomi e cognomi, di una lunga serie di acquisti di prestigiose ditte italiane, da parte di stranieri, con perdita di sovranità e prestigio dell’identità italiana – la nostra identità – basata su bellezza, fantasia, e capacità creative spesso fuori dell’ordinario. Alla famiglia sono consacrate pagine rivelanti gli elevati principi morali dell’Autore e una grande conoscenza delle varie tematiche ad essa connesse, e il suo impegno concreto di difenderla.

Riccardo Pedrizzi propone che si introducano anche in Italia certi meccanismi, ad esempio fiscali, che favoriscono la cellula familiare, seguendo l’esempio di quanto avviene già in un paio di paesi europei in avanti sugli altri. Egli esalta i tanti insostituibili ruoli, affettivi, economici, educativi, di socialità, di mediazione, che ha questa cellula primaria del vivere civile, di cui si tende oggi a scardinare o ad attenuare la grande rilevanza sociale. Contro il degrado apportato al sodalizio familiare dall’edonismo, dal naturalismo, dall’atomismo, dall’individualismo, e da una nozione fallace di uguaglianza, di libertà e di indipendenza, l’autore trae dalla sua mente e dal suo cuore le appassionate, sentitissime note di una magnifica perorazione da cui mi limito a trarre queste righe: “Unica realtà [quella familiare]in grado di dare senso alla vita di ciascuno, di fornire quei significati per i quali vale la pena vivere e spendere la propria esistenza per sé, per il proprio gruppo familiare, per la comunità alla quale si appartiene per vincoli naturali ed alla quale si sceglie di appartenere per i valori, gli ideali, il destino comune. Per questo gli italiani considerano ancora la famiglia come un vero e proprio bene per l’uomo.”

Ecco, il merito principale di questo manuale di economia, così sfaccettato e ricco di spunti e riflessioni che si ispirano ai valori cristiani, ma fondato su una conoscenza approfondita sia teorica sia pratica di banche, finanza e mercati, sta appunto nel voler restituire  al cittadino, al lavoratore, all’essere umano la sua piena dignità. Contro il materialismo di una finanza senza patrie né confini, nuova incarnazione, questa volta capitalista, del materialismo e dell’internazionalismo della distopia marxista, miseramente crollata.

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