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Putin incanta Abe per strappare il Giappone agli Usa

Vladimir Putin ha paura che il trattato difensivo tra Giappone e Stati Uniti possa rappresentare un ostacolo nei negoziati tra Mosca e Tokyo. Durante un incontro con il premier giapponese, Shinzo Abe, il presidente russo ha sottolineato che esistono aspetti controversi, tra cui questioni militari, legate alla difesa e alla sicurezza: “Dobbiamo tenere in considerazione la posizione di Paesi terzi e gli obblighi del Giappone nei loro confronti, a cominciare dagli Stati Uniti”.

LE ISOLE CONTESE

Ma su tutto si può discutere, almeno per ora. Putin si è detto aperto alla normalizzazione dei rapporti con il Giappone, in nome della Dichiarazione congiunta sottoscritta con il Giappone nel 1956. Il documento si riferisce al trasferimento al Giappone di due delle quattro isole Curili Meridionali contese dai due Paesi. La cessione delle isole, occupate dai russi alla fine della Seconda guerra mondiale, potrebbero però portare ad un aumento della presenza militare americana lungo i confini della Russia, da quando ha dichiarato Putin. Ed è su questo che ne vuole parlare. Abe ha negato che esistano piani per lo schieramento di missili balistici in Giappone, dopo il ritiro degli americani dal trattato Inf. La disposizione per trovare un accordo c’è e resta, come ha detto il premier giapponese, ricordando che le riunioni con Putin per discutere sulle isole contese sono state 27.

RAPPORTI DINAMICI

I rapporti tra Mosca e Tokyo, quindi, sono più stabili e in via di uno sviluppo dinamico, come ha augurato Putin: “Vorrei anche osservare che i nostri accordi, compresi quelli raggiunti molto di recente a Osaka, appena due mesi fa, sono in fase di attuazione”. Per Putin, l’Estremo oriente è una regione ricca di risorse nature e “gente energica e lavoratrice” che può sviluppare le industrie del futuro.

In occasione del Forum, il presidente russo ha annunciato grandi progetti, tra cui una gigantesca fabbrica di produzione di gas naturale destinata al mercato asiatico. L’investimento di circa 21,3 miliardi di dollari è stato approvato dai soci, tra cui l’impresa Novatek, e la struttura potrebbe essere operativa dal 2023 per inviare gas naturale liquefatto dalle coste adriatiche della Siria all’Asia. Fanno parte anche il consorzio giapponese Mitsui-Jogmec, le imprese cinese Cnooc e Cnpc e la petrolifera francese Total.

RITORNO DEL G8

“Quando sarà finita (la fabbrica di gas, ndr), ci sarà una grande connessione tra gli oceani Pacifico ed Artico […] Per la prima volta nella storia dell’umanità questi due oceani diventeranno uno solo, una magnifica autopista di distribuzione”, ha dichiara Abe nel suo intervento durante il forum.

Il premier giapponese si è detto favorevole alla riammissione della Russia nel Gruppo delle sette economie avanzate (G7), da cui era stata espulsa nel 2014: “Il G7 una volta era il G8. Ritengo che il tema della partecipazione della Russia vada preso in considerazione”.

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