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SCUOLA/SVOLTA STORICA a 20 anni dalla Legge sulla parità

Possiamo dire che siamo ad una svolta storica (decisiva).

Ieri 17.09.2019 leggiamo dalla testata giornalistica ITALIA OGGI che le Associazioni in modo congiunto hanno scritto al Ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti “Il nodo irrisolto della parità economica, segnalano le Associazioni al neo ministro, è prima di tutto la possibilità di garantire ai genitori, come prevede la Costituzione, la libertà di scelta educativa dei figli attraverso i costi standard di sostenibilità”. (clicca qui per leggere)

L’articolo a firma di Emanuela Mucucci, in modo molto preciso e puntuale fa sintesi del percorso compiuto lungo questi anni e delle convergenze trasversali (clicca qui) intorno ad una soluzione di diritto che a 20 anni dalla Legge 62/2000 potrà finalmente, vedere garantiti anche in Italia (la più grave eccezione in Europa): a) il diritto di apprendere degli studenti, b) il diritto alla libertà di scelta educativa dei genitori, c) il diritto alla libertà di insegnamento dei docenti, senza alcuna discriminazione economica come avviene ad oggi contravvenendo all’Art. 3 della Costituzione

Certamente la ricerca “Il diritto di apprendere nuove linee di investimento” che consegniamo alle Istituzioni, alle Associazioni, alla Societas potrà rappresentare un punto di partenza per introdurre, in tempi stretti, i costi standard di sostenibilità. Abbiamo poco tempo ma certamente possiamo invertire il fenomeno che sembrava condannare l’Italia fra cinque anni ad avere soltanto a) le scuole statali e b) le scuole paritarie dalla retta uguale maggiore a 5.500/6.000 euro.

Insomma un sistema scolastico sempre più classista, regionalista e discriminatorio considerato che le 380 scuole paritarie che chiudono ogni anno sono scuole concentrate per lo più nel Centro Sud della Penisola e dalle rette intorno a 3.500 euro annui (le scuole cioè che non tagliano in due la società).

Possiamo (e dobbiamo) essere fiduciosi perché stiamo operando al servizio della Res-Publica, nella certezza che la garanzia dei diritti passa da una azione culturale, onesta intellettualmente e continuativa nel tempo


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