Riders, pagati un euro a chilometro o tre euro a recapito guadagnano 300 euro al mese, per questo molti di loro sono costretti a mangiare dai frati dell’Opera San Francesco.
Paul, uno di loro, dice: “In tasca alla fine ci rimane poco; sai cosa non considerano mai? Ogni consegna sono tre o quattro chilometri ad andare e altri tre o quattro a tornare. Significa che in un colpo pedalo almeno otto chilometri. Per tre euro alla volta. Se faccio dieci consegne in una giornata, calcola quanti chilometri pedalo. E con quale guadagno”.
Dunque, siamo alle solite: il reddito, pagato dalle Imprese a chi lavora per produrre beni o sevizi, risulta insufficiente ad acquistare quanto prodotto! Tanto da dover andare dai francescani a prendere il resto.
La vedete la nefandezza*, dicono i più?
Il solone di turno rimbrotta: Ehi, però non si può pretendere che il meccanico che lavora alla Ferrari abbia la rossa in garage, nè che il muratore dell’impresa di costruzione sia proprietario dalla casa che ha appena costruito.
Caro il mio solone, no, non funziona così. Nell’Economia dei Consumi, funziona cosà: “la vita spesa a fare la spesa” non è quel vizio inviso ai moralisti; la responsabilità invece, assegnata a ciascuno, del dover fare i 2/3 della crescita economica per poter generare tutta la ricchezza possibile.
Dunque, se l’Etica può consentirci di assegnare colpe, non trova però soluzioni. Anzi se provi a farci la birra, e non trovi chi la possa comprare, sfiatata la butti.
Signori benpensanti, spero non vi dispiaccia ma.. l’illecito, nella disavventura di Paul, non sta nel aver violato la questione etica; quella economica, si!
Se l’etica riguarda la sensibilità del singolo, il portafoglio floscio dei molti Paul riguarda tutti.
Metti insieme il valore economico, generato dall’obbligo della spesa, con il disvalore che sta nel non poter acquistare l’obbligato; beh, l’atto degli “illeciti” deve pagare il danno, remunerandolo.
Per quelle imprese si mostra, altrettanto, l’obbligo di dover attrezzare business che consenta loro di fare utili se e quando, il consumatore, acquistando le loro merci, rifocilla il potere d’acquisto!
No, non è uno scherzo, ci sono nel mondo grandi Imprese che già lo fanno e non per mondarsi l’anima; per migliorare invece l’efficienza e guadagnare un vantaggio competitivo, si.
Ve lo giuro, rende!
* Nobilissimo lo stigma etico, quand’anche aristocraticamente ineffettuale.
Mauro Artibani, l’economaio
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