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Ecco come la crisi economica deciderà il voto in Argentina. Report Ispi

Nuova chiamata alle urne in Argentina, dove domani si tiene il primo turno delle elezioni presidenziali, il cui esito sembra preoccupare i mercati.

IL REPORT ISPI

Probabilmente, si legge in un report Ispi curato da Antonella Mori, a capo del Latin America Programme del think tank, “sarà anche l’unico qualora Alberto Fernández ricevesse i voti previsti dai sondaggi”. Per imporsi già al primo turno “un candidato deve prendere almeno il 45% dei voti, o il 40% con un vantaggio di 10 punti”. L’eventuale ballottaggio, ritenuto oggi poco probabile, si dovrebbe tenere invece il 24 novembre, mentre il presidente eletto entrerà in carica il 10 dicembre
Nei sondaggi più recenti, evidenzia la studiosa, “il ticket peronista Alberto Fernández e Cristina Fernández de Kirchner supera il 50% delle preferenze. I candidati in competizione per la presidenza argentina sono sei, ma la gara si riduce a due: il duo peronista di Frente de Todos contro il presidente Mauricio Macri e Miguel Ángel Pichetto della coalizione Juntos por el Cambio”.

I TIMORI DEI MERCATI

Nonostante la scarsa affidabilità dei sondaggi recenti, sottolinea il report, “un ampio distacco tra Fernández e Macri è emerso anche dalle primarie, con voto obbligatorio, dell’11 agosto: Fernández ha preso il 47,2% dei consensi, circa 15 punti davanti al presidente Macri”. I mercati, si evidenzia, appaiono “spaventati dal probabile ritorno di un governo peronista”. Lo dimostra “la fuga di capitali dal paese”, che “ha fatto crollare il peso argentino del 25% nei confronti del dollaro e il Merval – l’indice azionario locale – del 50% (valore in dollari)”. Per bloccare la crisi valutaria, “il governo Macri ha introdotto dei controlli ai movimenti di capitale e ha posticipato il pagamento del servizio del debito a breve”.

IL CALO DEI CONSENSI DI MACRI

Macri ha pagato alle primarie la difficile situazione economica che caratterizza l’Argentina: “recessione, alta inflazione, alta disoccupazione e povertà in aumento”. Una situazione che negli ultimi mesi è ulteriormente peggiorata, spingendo il gradimento per Alberto Fernández che se eletto avrà come prima e più importante sfida quella di “affrontare il problema del debito, anche per far ripartire l’economia reale”.

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