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Ecco quanto costa la crisi catalana alla Spagna

Non si fermano gli scontri tra le forze dell’ordine e i manifestanti in Catalogna. Stanotte è aumentato a 80 il numero di feriti, tra cui 46 poliziotti. Quella di ieri è considerata la notte più violenta da quando sono cominciati i disordini a seguito della condanna per i leader separatisti.

LE PAROLE DI SANCHEZ

Il premier spagnolo Pedro Sánchez ha annunciato che convocherà un incontro con esperti del ministero dell’Interno ed altri ministeri sulla sicurezza. Oggi alcune delle principali strade della Catalogna – l’autostrada verso la Francia – sono bloccate per le proteste.

E già cominciano a sentirsi i primi effetti (negativi) sull’economia iberica.

Così come i conti di Hong Kong hanno subito perdite per 357 milioni di dollari negli ultimi sei giorni di proteste (di cui solo 242 milioni di dollari in un fine settimana per i danni contro negozi, trasporti e alberghi) secondo i calcoli del quotidiano South China Morning Post, anche i proventi della Spagna risentono dei disordini.

In soli tre giorni, gli alberghi catalani hanno registrato un’ondata di cancellazioni. Non ci sono ancora cifre precise, ma le associazioni del settore turistico hanno lanciato l’allarme. Le più colpite sono le strutture ricettive e le attività commerciali nel centro di Barcellona, e gli alberghi vicino all’aeroporto. Alcune compagnie preferiscono contenere il pessimismo, ma tutto dipende se gli episodi di violenza continuano nei prossimi giorni o settimane.

Una situazione che colpisce ancora un’economia già danneggiata dalla crisi separatista catalana. Due anni fa, quando sono scattati i disordini per il referendum indipendentista di ottobre, la Catalogna perse 180mila turisti e 319 milioni di euro da ottobre del 2017 a febbraio del 2018, secondo i calcoli di Exceltur.

La Commissione Europea ha calcolato il rallentamento economico del Pil spagnolo, come conseguenza della crisi catalana, in circa 5 miliardi di euro. Più di 3mila imprese hanno spostato la propria sede dalla Catalogna e altre mille la sede fiscale. Un quadro critico che potrebbe peggiorare ancora.

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