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Italia, Paese di cerniera sui trasporti. Il modello Trieste spiegato da Boccia

Il convegno promosso da Assoferr, l’associazione degli operatori dei trasporti ferroviari, unitamente a Confetra e Confindustria a Trieste è stata l’occasione per fare il punto sul ruolo dell’Italia nel Mercato Euro Asiatico. Complici un rapporto molto ben dettagliato presentato dal Prof. Federico Pirro dell’Università di Bari, i contributi di Maurizio Gentile ad Rfi, Zeno D’Agostino e Ugo Patroni Griffi presidenti delle Autorità Portuali dell’Adriatico Orientale e Meridionale, Ivano Russo dg Confetra, Ralfe Schultze presidente dell’Unione internazionale dei trasportatori su ferro, ed in ultimo la sintesi di Irene Pivetti presidente Assoferr, che, attraverso alcune cartine proiettate, ha reso lampante in quale direzione debba muoversi la diplomazia economica italiana, il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia ha potuto articolare alcuni concetti che va ripetendo da qualche tempo.

Per comprenderli a fondo, è importante fare un passo indietro e riannodare i fili del suo discorso lungo tutto il percorso associativo in Confindustria perché, se parli con il corpo dell’organizzazione, ti accorgi che ogni strumento per lo sviluppo del ruolo internazionale delle imprese, svolto in forma associata, porta il nome di Boccia: dalla promozione delle associazioni di rappresentanza confindustriale estere, con particolare riguardo ad Africa e Mediterraneo, di cui fu Presidente, al progetto Elite di Borsa italiana, fino all’evento di partenariato industriale Connext e al Manifesto europeo siglato con Bdi e Medef.

In questo quadro è interessante rileggere alcuni punti dell’intervento del leader di Confindustria: “Intanto mi pare chiara una visione comune espressa da Assoferr, da Confetra come pure da Conftrasporti che non più tardi di qualche giorno fa ha ragionato sugli stessi nostri temi. Si tratta di un fatto importante perché se i corpi intermedi riescono a costruire una visione generale equilibrata dell’interesse del Paese senza chiudersi in una rappresentanza corporativa, questo rende il lavoro più facile alla politica e permette alleanze culturali, sociali ed economiche più ampie”.

E poi, “l’Italia oggi ha una priorità: incrementare l’occupazione, cosa che passa anche attraverso la realizzazione di buone infrastrutture. Lo dico sottolineando che si tratta di una risposta ad un fase anti ciclica e che pensiamo ad infrastrutture capaci di valorizzare il ruolo delle città cerniera, reinserendo così il Paese in un sistema di relazioni internazionali economiche commerciali nelle quali oggi è funzionalmente e fisicamente in disparte. Da questo punto di vista Trieste si presenta come un modello da cui prendere esempio per sviluppare un sistema infrastrutturale integrato mirato. Aggiungo che dove passano le merci, c’è anche più controllo sul piano della sicurezza.”

Il presidente di Confindustria ricorda che siamo passati in una fase in cui “da slogan la sostenibilità è diventata sostanziale” e mostra di conoscere il dibattito anche internazionale che riguarda le dimensioni delle navi, gli effetti ambientali di cui si occupano gli enti regolatori energetici, il movimento delle imprese che in Italia come a livello europeo si colloca dentro il network del Csr.

Ascoltandolo viene in mente la complementarietà con quanto espresso dal presidente Marco Tronchetti Provera nell’ambito del Global Cities Summit promosso ad inizio mese da Domus insieme ad Ispi “le imprese italiane possono essere partner importanti per alleggerire il peso dell’investimento altrui”: anche qui torna un ruolo concreto di cerniera che l’Italia può svolgere valorizzando l’alleanza città imprese. Intuizione più volte richiamata dal Sindaco di Milano unitamente al presidente di Confindustria stesso. Boccia, infine, ha ricordato che Genova rappresenta il modello per fare le cose bene, nei tempi utili e con la convergenza di tutti auspicando che esso diventi la regola.



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