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Vi racconto come si diventa cittadini del Mediterraneo. Parla Donzelli (Peripli)

Lo scorso 4 e 5 ottobre si è tenuto a Napoli il convegno Patrimoni Mediterranei e Cittadinanza (4/5 ottobre 2019), che ha visto la presenza di cittadini, intellettuali, professori universitari, ricercatori, studenti provenienti dalle istituzioni pubbliche e private di Napoli. Formiche.net ha intervistato Maria Donzelli, fondatrice dell’associazione Peripli, nata per intensificare gli scambi tra le culture e le società euro mediterranee e  promotrice e organizzatrice dell’evento campano.

Professoressa Maria Donzelli, lei ha fondato l’Associazione Peripli che riunisce associazioni e cittadini del Mediterraneo, quali obiettivi l’hanno spinta in questo impegno?

L’Associazione nasce 10 anni fa e si propone di sviluppare il lavoro che avevo già avviato fondando il Centro Studi sulle Culture del Mediterraneo presso l’Università L’Orientale di Napoli, dove ho insegnato Storia e Filosofia per diversi anni. Lo scopo era ed è di intensificare gli scambi tra le culture e le società euro mediterranee, attraverso i cittadini provenienti dai paesi dell’area in un confronto dialogico permanente. L’Associazione si è rivelata fin da subito uno strumento più flessibile rispetto alla pubblica amministrazione e poi ha permesso di realizzare una migliore sinergia con le competenze, oltre che con le relazioni scientifiche e umane del Prof. Dominique Bendo-Soupou, mio marito, un geopolitico che ha diretto una delle unità del progetto strategico sul Mediterraneo del Consiglio Nazionale delle Ricerche e continua ad occuparsi dei problemi drammatici del nostro mare e dei rapporti Nord/Sud del mondo nel Consiglio direttivo di Peripli. L’Associazione oggi aderisce alla Fondazione “Assemblea delle cittadine e dei cittadini del Mediterraneo” (Facm) che ha sede a Valencia e che conta 28 circoli sparsi in altrettanti Paesi. Uno di questi circoli è stato costituito a Napoli e lavora in sinergia con Peripli.

Culture e società euro mediterranee… quali sono le principali caratteristiche che la inducono a usare termini quasi identitari?

Non si tratta di una terminologia “identitaria”. Le identità, come le culture sono complesse e le stratificazioni culturali e umane, nel tempo e nello spazio, vanno assunte come patrimonio vivo e imprescindibile. L’Europa nasce dalle acque e dalle culture del Mediterraneo: basta pensare alla nostra storia comune antica, moderna e contemporanea. Dai primi arrivi dei coloni greci che agirono con le popolazioni italiche pre-indoeuropee, alle conquista della Gallia, o ancora all’espansione greco-romana nei Balcani, il cui nome deriva dal turco balkan che significa monte, e potrei continuare includendo le culture del medio Oriente e dell’Africa. Non dimentichiamo che le origini sono sempre dinamiche e incidono sul nostro presente e sul nostro futuro. Tonando alla sua domanda la principale caratteristica che accomuna le popolazioni euro mediterranee è dunque una stratificazione di culture che si integrano nel corso dei secoli, si mescolano e si rinnovano costituendo un patrimonio materiale e immateriale di straordinaria ricchezza. Un punto di riferimento per il nostro futuro che dobbiamo sempre più mettere a frutto sviluppando un’economia che valorizzi l’ambiente in cui quelle culture sono fiorite. In fondo cultura, natura, impresa e commercio vanno a braccetto fin dai primordi della nostra storia.

La Fondazione dei cittadini del Mediterraneo è una rete che produce?

Si certamente. Peripli ha diversi partner che condividono i suoi obiettivi, ma soprattutto lavora in sinergia con la Facm con la quale realizza vari eventi e collaborazioni. La Facm ogni due anni riunisce la sua Assemblea generale, dove sono rappresentati i 28 paesi aderenti: l’ultima si è tenuta a Casablanca nel 2017. In quell’occasione Peripli ha proposto di lavorare sul tema dei patrimoni culturali materiali e immateriali. Da quei lavori è nata l’idea di dar vita a un progetto a lungo termine su queti temi, che ha appena avuto inizio a Napoli in ottobre. In novembre 2019 si terrà un’altra Assemblea generale a Barcellona sul tema Les assises des jeunes de la Méditerranée. Queste iniziative mirano a elaborare progetti e proposte per rafforzare la consapevolezza di una comunità di popoli, la coscienza di una cittadinanza mediterranea, la promozione di una comune politica culturale e la costruzione di produzioni artistiche e artigianali che attraversano i diversi Paesi valorizzando la relazione inter generazionale.
In virtù di questo percorso abbiamo appena tenuto a Napoli il convegno dal titolo Patrimoni Mediterranei e Cittadinanza (4/5 ottobre 2019) che ha visto la presenza di cittadini, intellettuali, professori universitari, ricercatori, studenti provenienti dalle istituzioni pubbliche e private di Napoli, i quali hanno avuto l’occasione di confrontarsi con rappresentanti di molti Paesi mediterranei: dal Portogallo all’Egitto, dalla Francia al Marocco, all’Albania, all’Algeria, dalla Tunisia alla Bosnia, alla Grecia, alla Spagna, dalla Palestina alla Siria. Il Convegno ha ricevuto l’attenzione dei Consolati di Francia e Portogallo, oltre che di istituzioni come l’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo e il Parlamento italiano. Questo Convegno, che ha ricevuto molti consensi, darà vita a un progetto annuale e itinerante: ogni paese rappresentato nella FACM organizzerà incontri sui propri patrimoni materiali e immateriali, mettendoli in rapporto alla coscienza di cittadinanza e avviando confronti con realtà culturali diverse, come è avvenuto a Napoli (cf. www.peripli.org). Noi pensiamo che la cultura non sia solo testimonianza marginale, bensì un elemento imprescindibile per la costruzione di uno spazio di pace e per un’conomia reale volta a creare benessere diffuso tra le popolazioni.

Se la cultura non è solo testimonianza, quali possono essere i suoi principali alleati?

Sicuramente le imprese: ho letto che il Presidente di Confindustria Boccia, che per altro stimo, ritiene che la cultura sia il settore che meglio può rinsaldare le società euro-mediterranee. Ottati di Assafrica e Mediterraneo proprio a voi di Formiche ha affidato l’invito alle aziende ad investire abbinando sempre un progetto culturale. Personalmente penso siano messaggi importanti perché in una stagione di conflitti che ha distrutto interi popoli, e con essi i loro patrimoni artistici, materiali e immateriali, stagione che per altro perdura su vari fronti, è necessario compiere un’operazione primaria: rispondere innanzitutto ai bisogni delle persone e dei popoli che sono stati annientati e avviare una ricostruzione dei beni materiali e immateriali, oltre a preservare e valorizzare i patrimoni degli altri popoli. L’economia oggi deve necessariamente ricostruire se stessa su principi ben diversi da quelli ispirati esclusivamente al profitto, all’industria bellica e allo sfruttamento indiscriminato delle risorse ambientali. Bisogna ispirarsi alla sostenibilità, all’ambiente, al rispetto degli esseri umani e alla garanzia dei diritti umani. In questo senso l’conomia non può che essere la principale alleata della cultura.

A quali progetti concreti pensa?

All’Università l’Orientale di Napoli ho gestito per molti anni le Relazioni internazionali dell’ateneo e i progetti Erasmus. Fin da allora, oltre all’Erasmus europeo e all’Erasmus plus, proposi di dar vita all’Erasmus del Mediteranneo. Provammo a fare delle piccole sperimentazioni in tal senso utilizzando le Convenzioni universitarie siglate con i paesi mediterranei. Da allora tale progetto non è stato mai istituito a livello europeo. Mi sembra invece che questa possa essere una grande opportunità se la mettiamo a regime: le Università coinvolte nella rete della Fondazione di Valencia sono disponibili e lo stesso andrebbe fatto per le agenzie per la formazione professionale. Partire dalle competenze e dai mestieri della cultura, dell’artigianato e dell’impresa che da questi settori si organizza in una produzione più a larga scala avrebbe un valore non solo simbolico, ma capace di avviare una ricostruzione su basi solide.

Mi richiamo inoltre a quanto detto sopra, sarebbe veramente molto interessante se nelle commesse pubbliche e private le regole di bando prevedessero un investimento in capitale sociale legato alla produzione culturale, ai beni artistici e architettonici, alla formazione, con l’inclusione di discipline capaci di restituire alle imprese un racconto popolare. La cultura ripaga, essa non è secondaria al successo di insediamenti economici che ambiscano a prosperare nel lungo termine, senza contare che proprio l’impresa culturale del Mediterraneo può dare molti frutti. Infine da anni esiste un evento bellissimo come la Biennale dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo che ogni due anni si svolge in una città diversa e che negli anni ha conosciuto fasi di grande visibilità rispetto ad altre purtroppo ben più insignificanti. Ecco, io credo che un impegno della rete delle città e del sistema delle imprese per rilanciare un appuntamento come questo, sarebbe importantissimo.


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