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Il silenzio della Nato su Turchia e curdi. L’opinione di Tricarico

Sullo sfondo del possibile conflitto tra l’esercito turco e le milizie curde c’è un silenzio assordante, quello della Nato. Chiudiamo pure ancora una volta un occhio sull’Onu il cui ruolo nella composizione dei conflitti è sempre più evanescente, altrettanto sulla nullità di una Europa che si dimostra ancora un’entità inesistente, ma la Nato no, la Nato è viva e vegeta ed ha muscoli ed artigli sufficienti a modificare gli equilibri in campo o ad indurre a più miti consigli un paese membro (!) che si appresta a perpetrare con le armi un vero e proprio sterminio di Stato.

Ma la Nato è o non è un’alleanza fondata su un’idea di pace da perseguire come obiettivo unico? pace la cui minaccia, anche a danno dei più deboli, fa scattare la solidarietà, anche armata, di tutti i paesi membri il cui potere deterrente e’ di dimensioni tali da scoraggiare anche il paese più armato e prepotente? Come può con questi presupposti l’Alleanza tollerare, silente ed inerte, che un suo importante paese membro, la Turchia appunto, continui nella opera di persecuzione di un popolo già martoriato ad intervalli regolari da questo o quel dittatore sanguinario di turno?

Già per lungo tempo, nel passato, abbiamo dovuto assistere, interdetti e sconcertati, ad un altro paradosso, quello delle continue liti tra Turchia e Grecia, altro paese membro con cui non è stata tralasciata occasione per azzuffarsi sistematicamente nel corso di riunioni Nato ad ogni livello, nel corso di esercitazioni ed in ogni altra occasione di interlocuzione collettiva, talvolta purtroppo anche con il ricorso alle armi. Ma questa volta è troppo, con la possibile aggressione armata di un popolo già perseguitato da anni si è passato il limite di ogni decenza. E questo conferma, di impulso, almeno due cose, salvo approfondimenti più ragionati.

La prima, che la Nato  si conferma ancora una volta caparbiamente resistente ad interessarsi del “dialogo nord sud” dell’alleanza, tenendo fermo nel mirino il nemico quasi esclusivo, la Russia. A nulla sembra essere valso il ruolo eroico dei curdi nella lotta all’Isis in Siria ed Iraq, ed a tutte le ipotizzabili nefaste conseguenze di un collassare delle milizie curde, incluse quelle di una possibile diaspora delle migliaia di terroristi tuttora detenuti nei territori da loro controllati, europei inclusi.
Il secondo pensiero, ancora più centrale del primo, è che la Nato conferma la odiosa percezione di essere un organismo a guida esclusiva statunitense, una struttura nella quale, in virtù del maggiore impegno di risorse, gli Stati Uniti continuano ad abusare della loro posizione dominante, determinando gli indirizzi ed i comportamenti dell’intera alleanza. Altrimenti non si spiegherebbe come mai il Consiglio Atlantico continui a tacere di fronte al comportamento di un paese membro ispirato al disprezzo arrogante dei principi fondanti dell’Alleanza stessa.


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