“I popoli del Mediterraneo hanno un senso di prossimità tra loro molto accentuato, caratteristica che può consentire di sviluppare una comune politica culturale che renda sempre più attraenti tutti i Paesi che si affacciano sulle rive del nostro mare”. Mourad Fradi è stato co-fondatore e co-manager di “Auditeurs Conseils” prima di diventare un socio di Mazars nel 2007, ed è presidente della Camera di Commercio Italo-Tunisina, specializzato in consulenza aziendale (M&A), assistenza e supporto alle imprese, revisione e consulenza fiscale. È membro dell’Istituto dei dottori commercialisti della Tunisia. Soprattutto è una persona diretta. In questa conversazione con Formiche.net analizza potenzialità e prospettive del rapporto tra i due Paesi del Mediterraneo.
Presidente è del 1984 la nascita della Camera di Commercio Italo-Tunisina, sono 35 anni di attività. Qual è il ruolo storico che ha assunto negli anni e quali le sue priorità di oggi?
In realtà se pur con una dicitura diversa da quella attuale, l’istituzione della Camera nasce nel 1884, come Associazione Commerciale Italiana, divenuta nel 1887 per decreto ministeriale Camera di Commercio ed Arti, chiusa nel 1943 da parte delle autorità francesi e nuovamente riaperta nel 1955 adottando diversi nomi, come la Camera di Commercio per gli scambi internazionali e poi, nel 1984, Camera Tunisino-Italiana di Commercio e d’Industria.
Essa è la conseguenza di un rapporto tra i due Paesi da sempre molto naturale.
Storicamente gli italiani residenti in Tunisia sono stati numerosissimi: muratori, operai edili, agricoltori, idraulici e pure dentisti, dottori, professionisti di ogni sorta, ingegneri hanno abitato le nostre città contribuendo a farle vivere sviluppando una comune identità culturale fondata sui valori dell’intrapresa, del commercio e della coesione sociale. L’Italia è sempre stata il primo partner commerciale della Tunisia ed è solo in seguito alla seconda guerra mondiale, con le conseguenze geopolitiche, economiche e sociali da essa prodotte, ivi compreso un processo di “colonizzazione”, che la Francia assunse il primato nelle relazioni economiche. La Camera di Commercio Italo-Tunisina nasce con lo scopo di intensificare i rapporti commerciali, culturali e le partnership d’impresa tra i due Paesi, personalmente mi impegno moltissimo su questo fronte perché credo fortemente nella sinergia con l’Italia come asse fondamentale per dare vita ad un vero e proprio mercato euro-mediterraneo.
Quali i settori economici su cui la Camera di Commercio spinge di più per accelerare gli investimenti in Tunisia e quali le convenienze di chi potrebbe essere interessato ad investire?
Sicuramente l’agro-alimentare, l’automotive e le opere di ingegneria. L’ingegnosità è per me la dote principale degli italiani, è quello che ricordo sempre agli imprenditori soci della Camera: l’Italia non è solo ottimo cibo e buon gusto, stile ma una geniale abilità di industriarsi per migliorare le cose. Se puntiamo su questi settori, i servizi si svilupperanno a ruota. La convenienza maggiore a mio avviso è l’obiettivo a cui tendere: insieme possiamo costruire una comune economia capace di essere competitiva rispetto ai mercati asiatici, naturalmente occorre integrarci sempre di più nelle partnership economiche, negli investimenti comuni e nella relazione sociale.
La Tunisia ha una tradizione legata allo sviluppo culturale, gli eventi di produzione di culturale sono numerosissimi. Quali caratteristiche secondo lei accomunano i popoli del Mediterraneo nello sviluppo di una politica culturale?
Il calore umano. I popoli del Mediterraneo hanno un senso di prossimità tra loro molto accentuato, caratteristica che può consentire di sviluppare una comune politica culturale che renda sempre più attraenti tutti i Paesi che si affacciano sulle rive del nostro mare. Mediterraneo giardino di bellezza, cultura e qualità della vita: non solo un brand, ma una prospettiva possibile come lo stesso riconoscimento da parte della Fao della “Dieta Mediterranea” dimostra. Certamente un risultato di cui la diplomazia italiana può andare orgogliosa, con la nostra gratitudine.
Solo pochi giorni fa è andata in onda la terza edizione degli Oscar alle imprese. Perché questa iniziativa e qual è il valore del premio Collaborazione istituzionale?
Questa manifestazione nasce con l’intento di ringraziare le imprese italiane che non hanno mai abbandonato la Tunisia, anche nei momenti di grande difficoltà. Abbiamo voluto premiare quelle aziende che sono stati capaci di incrementare l’occupazione e di crescere in termini di utili… Infine ci tenevamo ad organizzare un momento conviviale, perché i migliori affari economici si realizzano in situazioni piacevoli. Quest’anno abbiamo premiato un’impresa tunisina che produce olio ed è diventata leader sul mercato americano, canadese e giapponese… sa a chi dobbiamo questo successo? Alle imprese italiane partner, le società Vitone e Lopetuso. Quanto al premio collaborazione istituzionale, esso nasce per valorizzare la sinergia tra le imprese “partecipate” dei due Paesi: quest’anno il premio è andato ad Ansaldo e Steg – Société Tunisienne de l’Élecriticité et du Gaz per il lavoro sulla centrale elettrica di Mornaguia teso a risolvere un problema di autosufficienza energetica per noi rilevante.
Presidente, quali sono le sue aspettative ora?
Da Commissario generale del Forum degli investimenti Tunisia 2020 ho teso a focalizzare quattro direzioni di marcia del Paese: modernizzazione del settore pubblico, impulso all’educazione, alla mobilità, alla ricerca, all’innovazione e definizione di un progetto pilota sullo sviluppo locale per favorire il processo di decentramento puntando a ridurre i divari tra aree costiere e continentali. Mi aspetto un confronto nutriente con l’Italia su questi temi. Come Presidente della Camera, auspico una sempre più numerosa ed importante presenza di investitori italiani e questo può essere possibile solo grazie alla presenza di almeno una banca italiana nel Paese. Basta pensare che ad oggi ci sono 4 o 5 banche francesi attive in Tunisia e nessuna italiana, solo uffici di rappresentanza. Inoltre, obiettivo prossimo è quello di riuscire a contribuire a riequilibrare la bilancia degli scambi commerciali tra Tunisia ed Italia, che ad oggi conta un deficit di 925 milioni di euro, attraverso la promozione delle esportazioni tunisine verso l’Italia.
Come raggiungere questo obiettivo?
Per poter raggiungere questo obiettivo, bisognerebbe permettere una maggiore mobilità degli imprenditori tunisini verso l’Italia, attraverso delle procedure più semplificate per l’ottenimento del visto. Obiettivo all’orizzonte 2020, è sicuramente quello di migliorare la comunicazione in Italia, donando una nuova immagine della Tunisia, più positiva, sia da un punto di vista della sicurezza che di clima generale per l’attrazione degli investimenti.