L’appuntamento per capire cosa sarà Italia Viva è fissato per la prossima settimana, alla Leopolda. Intanto il nuovo partito di Matteo Renzi si è presentato ieri alla Capitale con una convention al Cinema Adriano organizzata da Luciano Nobili e alla quale hanno partecipato, tra gli altri, Roberto Giachetti, Gennaro Migliore, Ettore Rosato e Maria Elena Boschi. Luciano Nobili, padrone di casa, ha ricordato che su quel palco più di cinquant’anni fa si è tenuto l’unico concerto romano dei Beatles davanti a un pubblico non particolarmente numeroso.
Maria Elena Boschi lo legge come un buon segno: “Mi sembra che i Beatles abbiano avuto un discreto successo”. L’atmosfera? Informale e spiritosa, in tipico stile renziano. Tutti gli speaker hanno riconosciuto la necessità di trovare una strada alternativa al Pd dopo la soluzione dello stallo istituzionale agostano. Delle prospettive e della visione del nuovo partito ne abbiamo parlato con il vicepresidente della Camera dei Deputati Ettore Rosato.
Onorevole Rosato durante gli interventi dal palco sono emersi molti temi cari alla classe media, uno tra tutti la lotta all’aumento della pressione fiscale. La classe media ha finalmente trovato il suo partito?
Noi siamo il partito della gente normale. Quella che ha bisogno che il legislatore faccia la sua parte. Siamo il partito di chi ha bisogno che la tassazione non diventi più pesante perché altrimenti ne soffre, il partito di quelli che vogliono che lo Stato si occupi della protezione delle persone più fragili e che vogliono che quando c’è un problema lo Stato ci sia. Noi vogliamo occuparci di questo. Non so se sia il partito della classe media però è sicuramente il partito delle persone normali.
La prossima settimana ci sarà la prima Leopolda senza il Pd. Come se la immagina?
Mi aspetto una Leopolda molto partecipata e molto frizzante, piena unicamente di contenuti programmatici, che guarda al futuro, che coinvolge persone che con la politica hanno sempre avuto poco a che fare e che sono interessati al merito più che agli organigrammi dei partiti.
Che riscontro ha avuto Italia Viva dai territori?
Lo abbiamo visto alla convention romana.
Però Roma è una piazza particolare.
A Nuoro, che non è una metropoli, abbiamo parlato in una sala molto grande e strapiena di gente, ad Asti la stessa cosa, uguale a Milano. I nostri appuntamenti sono frequentati da gente che ha voglia di partecipare, non c’è solo curiosità. Se chiedete a chi è qui dirà proprio questo, dirà che ha voglia di dare un contributo al Paese.
Secondo lei nel nostro Paese, che arriva da anni in cui si sono affermati il populismo e il sovranismo, c’è ancora spazio per gli ideali renziani? C’è ancora spazio per un approccio ottimista?
Credo che ci sia molto spazio per un partito che vuole occuparsi davvero dei problemi degli italiani. Noi ci siamo caratterizzati, fuori da ipocrisie, abbiamo assunto delle responsabilità e non abbiamo avuto paura dello scontro perché volevamo fare le riforme, cambiare le cose. E c’è un grande pezzo di paese che si rende conto che l’immobilismo produce passi indietro. Chi è immobile in questa società fa passi indietro e non possiamo permettercelo. Io credo che ci sia un grande spazio. Dobbiamo metterci molta energia, molta empatia, molta determinazione. Tutte capacità che vogliamo mettere in campo.
È uno spazio di centro?
È lo spazio della gente che guarda in avanti. Non so se sia al centro ma è lo spazio della gente che vuole andare avanti.
Nel corso della presentazione tutti gli speaker hanno parlato di porte aperte. Ma le porte sono aperte solo per gli elettori o anche per gli eletti?
Le porte sono aperte anche per gli eletti. Naturalmente per quelli che si ritrovano in un progetto, in un manifesto politico, etico e culturale che presenteremo il prossimo fine settimana alla Leopolda, coloro che si ritrovano nel nostro spirito ma anche nel nostro metodo.
Che metodo è?
È un metodo di grande squadra, di sintonia tra di noi e di gente che vuole lavorare per un Paese e non per un partito.
Se parliamo di eletti in cerca di casa è inevitabile pensare agli eletti e agli elettori di Forza Italia.
Senz’altro ci saranno molti eletti di Forza Italia e ci saranno molti elettori di Forza Italia. Ma non solo. C’è circa il 40% di persone che non va più a votare. Quelle persone cercano una casa, non sono disinteressate al loro futuro. Noi vogliamo offrire una casa anche a loro.
E invece come immaginate il rapporto con il Pd? Se pensiamo alle elezioni amministrative con chi vi immaginate di correre?
Noi non abbiamo nemici. I nostri avversari politici diretti sono i sovranisti della destra con Salvini e Giorgia Meloni. Noi viviamo la politica come la necessità di mettere insieme le energie su un progetto per presentare questo progetto agli elettori. Dove riusciremo a farlo con il Partito Democratico lo faremo. Per noi è molto più facile per farlo con il Partito Democratico che con tante altre forze politiche ma noi abbiamo la nostra identità e vogliamo portare la nostra identità. Poi si vedrà chi sarà il più forte e chi avrà bisogno di chi.
Il M5S non è un vostro avversario?
Certo ma sono con noi al Governo, è inutile negarlo.