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Ecco le opportunità italiane per l’F-35. La Polonia (con Tofalo) in visita a Cameri

Le opportunità per avere altri ritorni industriali nell’ambito del programma F-35 ci sono. Oggi, il sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo ha accolto il collega polacco Marek Lapinski nello stabilimento di Cameri, in provincia di Novara, unico centro di assemblaggio e verifica finale nel Vecchio continente per i velivoli di quinta generazione di Lockheed Martin. L’obiettivo, dopo il lavoro che il sito già realizza sui jet destinata all’Olanda, è ottenere anche il lavoro per l’assemblaggio di quelli polacchi, con evidenti ritorni in termini occupazioni e tecnologici per il comparto nazionali, dal big Leonardo alle Pmi coinvolte.

I PIANI POLACCHI…

Lo stabilimento novarese è “il cuore della partecipazione italiana al programma Joint Strike Fighter”, ha spiegato Tofalo. La visita da Varsavia, ha aggiunto, “è stata un’importante occasione per mostrare e far conoscere alla Polonia le potenzialità di una realtà italiana altamente specializzata nell’assemblaggio e nella manutenzione di velivoli di quinta generazione”. I piani polacchi prevedono l’acquisto di almeno 32 F-35, destinati a sostituire una flotta di circa il doppio di aerei tra Su-22 e Mig 29. Il numero era già stato reso noto lo scorso giugno, quando il premier Andrzej Duda fece visita a Donald Trump, che lo accolse facendo sorvolare, per la prima volta, un F-35 sopra la Casa Bianca.

…E LE OPPORTUNITÀ PER L’ITALIA

“Qualora la Polonia decidesse di procedere all’acquisto e, quindi, commissionarlo ai nostri stabilimenti, assicureremmo l’incremento della produzione con benefici anche economici per il Paese, sfruttando al massimo le potenzialità di un centro all’avanguardia in termini di tecnologia e di maestranze”, ha notato il sottosegretario Tofalo, che già l’anno scorso fece visita al sito di Cameri. Lo stabilimento, ha rimarcato “rappresenta una presenza industriale di assoluto rilievo”. A certificarlo è stato solo qualche settimana fa il roll out che lì si è tenuto del primo F-35 destinato all’Olanda, che più di recente ha tra l’altro ufficializzato la richiesta per altri nove velivoli. Ad accogliere il velivolo a Cameri c’erano infatti due segretari di Stato dell’Aia, per la Difesa, Barbara Visser, e gli Affari economici, Mona Keijzer, entrambe entusiaste nel riconoscere (e ringraziare) le capacità espresse dalle maestranze nostrane.

I RAPPORTI CON VARSAVIA

“Gli oltre mille dipendenti, personale altamente specializzato, sono un indotto economico considerevole”, ha affermato oggi Tofalo, ricordando anche che “lo stabilimento assicura elevatissimi standard di produzione pari a quelli degli altri siti oltreoceano e con gli stessi costi”. In più, “negli anni, l’Italia ha consolidato il dialogo con la Polonia attraverso i canali istituzionali, grazie alle cooperazioni nel settore militare, e quelli industriali che lasciano intravedere segnali favorevoli”. Ciò permette di guardare ai piani polacchi con l’ambizione di ottenere del lavoro importante, a patto (è sottinteso) che l’Italia confermi i propri impegni nel programma.

GLI IMPEGNI ASSUNTI

In questo senso, la visita polacca a Cameri va letta anche con la lente degli ultimi giorni. Ieri, alla Casa Bianca, Donald Trump e Sergio Mattarella hanno parlato anche del velivolo di quinta generazione. Il presidente americano ha sottolineato i “90 F-35” previsti per il nostro Paese e che “il programma va molto bene”. Un doppio colpo in cui va letta l’apertura Usa alle richiesta italiane per maggiori ritorni industriali, ma anche la necessità che la Penisola confermi gli impegni.

LA DECISIONE CHE SERVE AL PAESE

A favorire l’apertura a stelle e strisce, oltre al capo dello Stato che sull’argomento si è espresso più volte (richiamando all’ordine il precedente esecutivo quando tardavano i pagamenti per le commesse avvenute), è stato il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, con una presa di posizione decisa la scorsa settimana in favore del mantenimento degli impegni previsti. Tofalo ha rilanciato oggi le parole del ministro: “La Difesa ha la responsabilità di mantenere efficiente ed efficace lo strumento militare per poter soddisfare l’esigenza operativa”. Su questa base, ha detto concludendo, “il nostro compito oggi è quello di decidere l’impegno per il prossimo triennio sulla base del quadro finanziario nazionale”.

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