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La sconfitta di Orbán potrebbe essere una vittoria di Pirro. Parla László

Domenica scorsa, dopo molti anni, Viktor Orbán ha subito un duro colpo elettorale. A Budapest e in molte città le opposizioni hanno vinto con i loro candidati. Nella capitale è stato eletto il candidato dei verdi Gergely Karacsony, che ha ottenuto il 50,86%. Formiche.net ha intervistato su questo tema Róbert László, professore di Programma elettorale alla National University of Public Service di Budapest, che si occupa di sistemi elettorali ungheresi per Political Capital, think tank dell’Europa centro-orientale.

Cos’è successo in Ungheria? Una nuova primavera o una singola sconfitta per Fidesz?

I risultati delle elezioni locali non dovrebbero essere né sotto né sovrastimati. Da quando è al potere dal 2010 questa è la più grande sconfitta del regime di Viktor Orbán. Oltre ai sindaci, certamente non si aspettavano di perdere 14 su 23 distretti a Budapest, e 10 su 23 nelle città più grandi. Questa è una grande chance per l’opposizione da sviluppare, ma non è chiaro se riusciranno a convivere. Tutto quello che hanno conquistato è una solida base, ma servirà tanto lavoro per riuscirci, Il rischio principale è che i conflitti tra i partiti di opposizione, messi da parte temporaneamente, potrebbero riemergere ancora una volta.
D’altra parte, Orbán ha la sua maggioranza di due/terzi nel Parlamento che gli consentirebbe di modificare la costituzione, ogni volta che vuole. La sua base è solida, i risultati delle elezioni di domenica scorsa lo porteranno a governare con il pugno ancora più duro: è possibile che il governo attui misure anche più severe e provi a rafforzare la sua presa sui media e sulle istituzioni per prevenire future vittorie delle opposizioni.

Come ha fatto l’opposizione a vincere Budapest e altre città? Quale strategia? Quali temi?

Questa elezione è stata un test per l’opposizione, che è stata in grado di cooperare in una parte significativa del Paese, sostenendo candidati di coalizione contro quelli di Fidesz. I voti dell’opposizione sono stati molto meno frammentati di prima, cosa che è stata un’enorme risorsa in un sistema elettorale a turno unico ed è stata una ragione importante per il successo. Alle scorse elezioni i candidati di Fidesz si contrapponevano a due-tre candidati di opposizione nella maggior parte dei distretti/villaggi. Dopo 9 anni l’opposizione ha finalmente capito che doveva cooperare, invece di competere, cosa che di per sé è stata sufficiente in parecchi casi. Essendo elezioni locali, le campagne locali sono state differenti l’una dall’altra, ma la possibilità che Orbán potesse essere indebolito da queste elezioni ha consolidato le campagne locali. Lo scandalo del sindaco di Győr ha spostato la campagna su un livello più alto, che Fidesz non è riuscita a gestire. Sebbene non sia quantificabile, questo scandalo ha aiutato l’opposizione alla fine della campagna.

La propaganda dei media è sotto il controllo di Orbán, perché non ha funzionato questa volta?

In verità ha funzionato: gli elettori di Fidesz sono andati a votare; in molti posti hanno avuto più o meno gli stessi voti del 2014. La differenza è che i partiti di opposizione sono stati più incisivi sulla cooperazione, così i voti non sono stati divisi questa volta, e – non indipendentemente – sono risultati più voti per l’opposizione. E, di nuovo, lo scandalo Borkai è entrato nella bolla comunicativa dei sostenitori del governo, che ha dimostrato così di non essere ermetica.

Sembra che come in altri Paesi, dove c’è un grande gap elettorale tra aree rurali e città, anche in Ungheria sia successo lo stesso?

Esattamente, la divisione città-campagna non è mai stata così evidente come nelle elezioni municipali di quest’anno. Nelle città più grandi e a Budapest l’opposizione ha sfondato, ma i risultati delle liste provinciali dei partiti indicano uno spostamento ulteriore verso Fidesz. L’Ungheria è ancora più divisa in termini di valori e accesso all’informazione. Adesso l’opposizione ha i suoi bastioni, ma il loro lavoro è raggiungere maggiormente le aree rurali dove non si vede un politico di opposizione da anni.

Sappiamo chi ha vinto queste elezioni, ma chi ha perso? I sindaci o Orban?

Per i sindaci perdenti di Fidesz è stato un duro colpo, ma molti di loro (in città più piccole) sono stati rieletti. Ci sono molti livelli di elezioni municipali, tanto che tutti i partiti provano a mettersi nella posizione del vincitore. Certo Fidesz è ancora il partito più sostenuto e si può vedere nei risultati delle liste provinciali dei partiti. Questo è ovviamente ciò che Fidesz prova ad enfatizzare, non certamente la sconfitta a Budapest o nelle città più grandi. Tutto sommato possiamo dire che è stato un duro colpo per Fidesz ma non necessariamente l’inizio della loro erosione.

dati budapest

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