Berlino. È una città in festa quella che accoglie i primi 30 anni dalla caduta del muro che dal 1961 al 1989 aveva tagliato in due la capitale della Germania. L’ennesima ferita a una città e a una popolazione che stava faticosamente riprendendosi dalla devastazione dei bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Una festa che durerà un mese intero ma che ha trovato il suo apice nel 9 novembre, giorno esatto in cui 30 anni fa cadevano le prime pietre del muro che per 28 anni aveva sancito i limiti della libertà di azione della Germania. Berlino nel fine settimana del trentennale brulica di turisti che partecipano al clima frizzante di gioia che pervade la città, nonostante un cielo plumbeo e una pioggerellina insistente. “Arrivano turisti da ogni parte del mondo, ma soprattutto europei, a chiedere informazioni sul muro e sugli eventi” – dice Albert, responsabile del piccolo presidio turistico nei pressi di Breitscheidplatz – “Non ci aspettavamo tanta curiosità”. Le brochure vanno a ruba, i piccoli opuscoli che raccontano come fosse la città prima del 9 novembre 1989 finiscono nelle tasche dei turisti che hanno scelto di prendere parte a questa grande festa collettiva.
BERLINO: IL PASSATO È PRESENTE
Berlino è una città che mostra orgogliosamente le proprie ferite. Il capitalismo sfrenato delle insegne luminose dei grandi brand della moda low cost a Charlottenburg si affiancano alle rovine di Kaiser Wilhelm Memorial Church, chiesa protestante sventrata dalle bombe del 1943 e mai ricostruita, a imperitura memoria della devastazione della guerra. Sulla facciata est del vicino palazzo della Mercedes per un mese intero sarà proiettato, al calare del sole, un filmato che fa rivivere l’emozione di quei giorni del 1989, che racconta ai ragazzi che hanno letto del Muro di Berlino solo sui libri di storia il coraggio di quegli uomini e quelle donne che hanno scritto un pezzo della storia d’Europa. Lo stesso succede ogni sera in Alexanderplatz dove i palazzi in vetro e cemento diventano lo schermo su cui viene proiettato il film della caduta del muro. L’emozione qui è ancora più forte perché le immagini d’archivio mostrano la manifestazione contro il governo della Ddr del 4 novembre 1989 che ebbero luogo in quella stessa piazza. I suoni, le immagini le voci di 30 anni fa tornano ad Alexanderplatz per far rabbrividire gli spettatori. Passato e presente, antico e moderno, storia e quotidiano ancora una volta dialogano tra loro a Berlino, e si intrecciano riuscendo a convivere senza soffocarsi.
IL MURO NON È LA RACCOLTA DI MURALES DELLA EAST SIDE GALLERY
Quello che rimane oggi del muro di Berlino nella East Side Gallery è una sequenza di murales colorati che testimoniano come l’arte possa riuscire nell’impresa di trasformare anche gli orrori più atroci. Ma pensare al muro in termini colorati è quanto di più fuorviante si possa fare. Il senso di spaesamento che si vive percorrendo la lunga esposizione della East Side Gallery, della quale non si vede la fine, non restituisce minimamente le emozioni che potevano attraversare l’animo di un berlinese che dovesse confrontarsi con questo ingombro piazzato nel mezzo della sua città. Per capire cosa fosse davvero “il muro” bisogna spostarsi un po’, in Niederkirchnerstrasse, nei pressi del Memoriale per la vittime dell’Olocausto, il muro in cemento armato appare in tutta la sua bruttezza. Una parete di pietra dura, grigia, che non prova nemmeno a dissimulare la sua funzione divisoria, tanto alto che impedisce anche solo di lanciare lo sguardo dall’altra parte. Una costruzione che opprime anche oggi che è diventata solo un pezzo da museo.
PORTA DI BRANDEBURGO: DA ICONA A SCENOGRAFIA DELLA FESTA D’EUROPA
Le immagini della folla di uomini e donne assiepate sul muro ormai distrutto davanti alla Porta di Brandeburgo sono tra le più iconiche degli eventi del 9 novembre 1989. Trent’anni dopo in quello stesso luogo si sono riunite migliaia di persone per festeggiare l’anniversario della fine dell’assurda e oltraggiosa divisione patita dalla capitale tedesca. Una enorme sfera, alta quanto le colonne della Porta di Brandeburgo e due maxischermi hanno composto la scenografia del palco sul quale si sono alternati artisti e uomini della cultura tedesca nella serata celebrativa. 30 anni Rivoluzione pacifica – Caduta del Muro, è questo il claim della manifestazione. Una parte del pubblico è stata sovrastata dall’opera d’arte interattiva intitolata Vision in Motion: un tappeto fluttuante lungo 150 metri e formato da centomila striscioline colorate su cui 30 mila tedeschi hanno scritto messaggi di speranza. A concludere la serata uno spettacolo pirotecnico che ha illuminato a giorno il cielo della notte berlinese.
Quella che ha festeggiato e che continuerà a festeggiare Berlino è la festa dell’Europa e di tutti gli europei che hanno visto nella caduta del muro l’inizio di una nuova epoca. La fine della sovranità limitata imposta militarmente al cuore dell’Europa e l’ingresso nell’età adulta dell’organismo dell’Unione europea.