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Giovani imprenditori e top manager a lezione con padre Robert Sirico

Di Benedetto Delle Site

Mentre in Italia la crisi dell’Ilva e le tensioni tra autorità nazionali e Arcelor Mittal ci interrogano circa il destino dell’industria nel nostro Paese, e con essa di migliaia di posti di lavoro, un clima ostile alle imprese e in generale alla crescita economica sembra tornare a sedurre una parte del mondo politico. Tale clima è stato giustamente stigmatizzato dal presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, il quale è intervenuto contro quelle misure che nella manovra preparata dal governo sembrano tutte contraddistinte da un unico fil rouge: penalizzare le imprese.

Proprio in questo clima in cui si punta il dito contro l’impresa, varrebbe la pena andare a riprendere un discorso che il Santo Padre, Francesco, ha tenuto all’Ilva di Genova durante la visita degli stabilimenti. “Paradossalmente a volte – affermava il Papa nel maggio del 2017 – il sistema politico sembra incoraggiare chi specula sul lavoro e non chi investe e crede nel lavoro. Perché? Perché crea burocrazia e controlli, partendo dall’ipotesi che gli attori dell’economia siano speculatori, e così chi non lo è rimane svantaggiato e chi lo è riesce a trovare i mezzi per eludere i controlli e raggiungere i suoi obiettivi. Si sa che regolamenti e leggi pensati per i disonesti finiscono per penalizzare gli onesti”.

Secondo Papa Francesco tuttavia,”oggi ci sono tanti veri imprenditori, imprenditori onesti che amano i loro lavoratori, che amano l’impresa, che lavorano accanto a loro per portare avanti l’impresa, e questi sono i più svantaggiati da queste politiche che favoriscono gli speculatori. Ma gli imprenditori onesti e virtuosi vanno avanti, alla fine, nonostante tutto”. Mentre i sostenitori della decrescita lanciano i loro anatemi indistintamente contro l’industria e il mondo produttivo, la causa degli imprenditori sembra essere perorata da un testimone insospettabile: il capo della Chiesa cattolica.

Non è un caso che, sempre nel corso della sua visita pastorale a Genova, il papa abbia citato nientemeno che Luigi Einaudi per descrivere l’autentica vocazione dell’imprenditore: “Mi piace citare a questo proposito una bella frase di Luigi Einaudi, economista e presidente della Repubblica Italiana. Scriveva: migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. È la vocazione naturale che li spinge, non soltanto la sete di guadagno. Il gusto, l’orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno. Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie e investono tutti i loro capitali per ritirare spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere con gli altri impegni”.

Da queste parole del Santo Padre sulla naturale vocazione degli uomini d’impresa, prende ispirazione l’incontro organizzato dai giovani di Ucid (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti), Unindustria e Federmanager a Roma il prossimo mercoledì 4 dicembre a Roma. Presso il Centro studi americani alle ore 17.30 si terrà un “business leaders share” tra giovani imprenditori e top manager di casa nostra e padre Robert A. Sirico, sacerdote americano e fondatore dell’Acton Institute for the study of religion and liberty, un istituto di ricerca e istruzione con sede negli Stati Uniti.

Secondo padre Robert Sirico, le società che prendono sul serio il ruolo positivo dell’impresa, del libero mercato e la proprietà privata hanno storicamente comportato un miglioramento materiale dell’umanità. Padre Sirico spiega come la libera iniziativa imprenditoriale secondo la Dottrina Sociale della Chiesa non solo è legittima, ma anche degna di lode: contribuendo a creare benessere per la società, tale vocazione è messa in relazione con l’insegnamento cristiano sulla dignità dell’uomo e la santificazione del mondo attraverso il lavoro. Valori che sono alla base della vocazione dell’autentico leader d’impresa, il quale è chiamato a riscoprire il significato più profondo dell’essere imprenditore o manager. Anche grazie al contributo fondamentale dell’antropologia cristiana.



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