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Marianna Benatti: il benessere personale e il benessere aziendale si potenziano a vicenda

Spesso si definisce un’organizzazione o un’azienda innovativa solo perché opera in settori nuovi, o considerati tali dai media. Ma è un errore perché anche in tanti settori ‘tradizionali’ ci sono aziende e organizzazioni che fanno innovazioni di processo, di prodotto o dell’offerta. E dietro a tutte queste innovazioni, ci sono donne e uomini che amano il proprio lavoro.
Persone che hanno fatto loro il proverbio africano “Chi vuole sul serio qualcosa trova una strada, gli altri una scusa” e che sanno che la vera innovazione è quella condivisa in grado di generare benessere per la collettività.
Quest’intervista fa parte della rubrica Innovatori pubblicata su www.robertorace.com.
Uno spazio in cui proviamo a raccontare le storie degli Innovatori, a scoprirne modi di pensare, predilezioni e visioni del mondo. Cercando di capire meglio cosa ci riservano presente e futuro.

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“What you do makes a difference and you have to decide what kind of difference you want to make”.
E’ questa una delle quote preferite di Marianna Benatti che l’ha guidata nell’inventarsi il suo attuale lavoro di Well-being Leader presso una multinazionale e a fondare una start up per migliorare il benessere delle persone sul posto di lavoro.
Dopo più di 10 anni di marketing e comunicazione in progetti innovativi e sostenibili in organizzazioni non-profit (Vita, Forum per la Finanza Sostenibile, Marine Stewardship Council) benefit corporation (Banca Prossima) e grandi aziende (Intesa SanPaolo), decide di consolidare le sue passioni per lo sport e la nutrizione e propone alla multinazionale per cui lavorava una strategia per migliorare la produttività, la retention e l’attraction tramite il benessere e l’ingaggio delle persone.
È un’atleta amatoriale di crossfit, è certificata come Happiness Life Coach, Personal Trainer, Personal Trainer per i senior, Coach di Crossfit, Body Composition Specialist e Fitness Nutritionist. Applicando il suo know su sé stessa ha capito come le persone possono migliorare il loro benessere anche durante la giornata lavorativa e da qui è nata WellF.it.



D. Chi è un innovatore per te? Perché?
R. L’innovatore è una persona che riconosce un bisogno che tutti hanno e vede una soluzione che per tutti gli altri non c’è.
Dal mio punto di vista l’innovatore non è però solo una persona con una buona idea, è soprattutto qualcuno capace di mettere in pratica tutti i passaggi necessari per mettere alla prova la propria intuizione e tra prove ed errori migliorare fino a raggiungere il risultato desiderato. Innova chi ha il coraggio di uscire dalla propria comfort zone e mette alla prova soluzioni nuove su vecchi problemi senza paura di sbagliare, ma anzi con la curiosità di capire, grazie agli errori, quali possono essere i prossimi passi. Il valore di un’idea innovativa si misura nella sua messa in pratica.

D. Qual è l’innovazione che cambierà il mondo nei prossimi anni?
R. Non penso sarà una tecnologia o un nuovo prodotto, ma spero che l’innovazione che nei prossimi anni cambierà il mondo sarà il ritorno ad un umanesimo più consapevole e pronto ad accogliere le opportunità che la tecnologia ci offre, dall’intelligenza artificiale agli assistenti vocali, per permetterci di puntare davvero sulle soft skill proprie dell’essere umano e re-immaginare il lavoro e la vita di ognuno di noi.

D. Qual è il ruolo di un leader in un’organizzazione?
R. Credo che la qualità più importante su cui i leader di domani devono esercitarsi sia l’ascolto; per troppi anni le business school e le grandi corporation hanno stimolato nei profili destinati alla leadership le competenze manageriali classiche di management by example e simili. È tempo di rivedere questi vecchi paradigmi e puntare di più sull’empatia, sulla capacità di influenzare, non di comandare, di valorizzare, non di sfruttare. Solo così si può pensare di valorizzare a pieno quello che è oggi e sarà anche domani il primo asset di ogni azienda: il capitale umano.

D. Una persona che ha lasciato il segno nella tua vita?
R. I mei nonni. 92 anni lui, 90 lei sposati da più di 60anni e ancora super in gamba e pieni di energie. Mi hanno insegnato ad affrontare anche le sfide più dure, a non mollare mai, a reagire, ad essere onesta e ad accogliere i sacrifici che inevitabilmente la vita comporta con la giusta serenità e consapevolezza.

D. La tua più grande paura/la tua più grande speranza?
R. La mia più grande paura è quella di non rendermi conto quando un mio comportamento, in buona fede, finisce per ferire qualcuno a cui voglio del bene. Purtroppo è qualcosa che nella nostra vita frenetica di ogni giorno può capitare; quando succede è molto doloroso, ma sto imparando anche a gestire queste situazioni. La mia più grande speranza è di avere la salute e le energie per realizzare i miei sogni sia nella vita lavorativa che privata, anche se in realtà più che speranza è un progetto; è per questo che ogni giorno mi alzo presto, mi alleno, curo il mio corpo, la mia alimentazione e ho cura delle relazioni che ritengo veramente importanti.

D. Il tuo progetto di lavoro attuale e quello futuro.
R. Quello su cui oggi sto lavorando è il consolidamento della strategia di Well-being in azienda per farne un business case di successo che possa essere valorizzato sia internamente sia verso il mercato; riuscire a realizzare un’offerta simile in una grande azienda della consulenza come quella nella quale oggi lavoro è per me sia una sfida importante, sia un enorme fonte di orgoglio. Quello su cui mi piacerebbe concentrarmi anche nel futuro è lo sviluppo di soluzioni in grado di migliorare concretamente la vita delle persone, sia nel lavoro sia nella vita di tutti giorni grazie alle mie competenze in ambito fitness e nutrition. È proprio su questi temi che si concentra il lavoro con altri soci iniziato qualche mese fa all’interno della mia startup Wellf.it ; ci sono tante idee e tanti stimoli che spero presto di poter raccontare, ma che per il momento occupano una gran parte del mio tempo libero.

D. La cosa che più ti fa emozionare e quella che ti fa più arrabbiare
R. Le cose che mi fanno più emozionare sono la dolcezza e la gentilezza. La cosa che mi fa più arrabbiare è la mancanza di rispetto per gli altri.

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