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Nato, Difesa europea e investimenti. I messaggi di Guerini (da Berlino)

Primo, la Nato resta un punto di riferimento imprescindibile per la sicurezza dell’Europa. Secondo, l’Italia aumenterà gli investimenti (anche se il 2% resta “irraggiungibile”) e chiederà maggiore attenzione al fianco sud agli alleati. Terzo, la Difesa europea deve procedere in “una visione complementare” con l’Alleanza Atlantica. Sono i tre messaggi lanciati da Lorenzo Guerini da Berlino, dove il ministro della Difesa ha aperto la Security Conference, una due-giorni dedicata a difesa e sicurezza organizzata dalla rivista Behörden Spiegel. L’Italia figura quest’anno come nazione partner, con tanti rappresentanti di Forze armate e mondo industriale nel denso programma della rassegna, giunta ormai alla diciottesima edizione.

IL RUOLO DELLA NATO

Al centro del dibattito anche la Nato, sia per le recenti critiche di Emmanuel Macron sulla presunta “morte cerebrale”, sia per l’ormai prossimo incontro tra i capi di Stato e di governo, in programma la prossima settimana a Londra. Guerini ha una risposta chiara all’accusa del presidente francese: la Nato “resta un punto di riferimento in termini di deterrenza e dissuasione, come principale strumento in questa direzione”. Certo, una riflessione sull’Alleanza è opportuna, anche considerando che “l’Italia chiede da tempo uno sguardo a 360 gradi, cioè l’attenzione al fianco sud dell’Alleanza, all’importanza del Mediterraneo allargato come elemento che serve anche a fronteggiare minacce e crisi”. In tal senso, ha rimarcato Guerini a margine dell’intervento, “credo che la riflessione sia utile, perché richiede la capacità di immaginare l’Alleanza e la sua evoluzione in ordine a nuove minacce”. Eppure, ha chiarito, “ritengo che prescindere dalla Nato sia impossibile”.

VERSO LA DIFESA EUROPEA

L’Alleanza rappresenta uno dei due pilastri dalla politica estera e di sicurezza italiana ed europea. L’altro è l’Unione europea, da intendere “in una visione complementare”, ha spiegato Guerini. Ciò significa evitare duplicazioni e sovrapposizioni con la nuova Difesa europea, nonché interpretarla come strumento per un’autonomia strategica del Vecchio continente rispetto agli alleati atlantici. Secondo il ministro italiano, “la difesa europea è un tassello fondamentale e necessario alla costruzione di un’Europa finalmente politica”. D’altra parte, “lo scenario che abbiamo di fronte richiede lo sviluppo di iniziative coraggiose a livello europeo, nel quadro di un approccio che sappia essere integrato e sinergico”.

LE MINACCE

In cima alla liste delle priorità c’è la risposta alle minacce che arrivano dal fronte meridionale. “Il fianco sud dell’Unione e della Nato – ha rimarcato Guerini – è caratterizzato da una situazione particolarmente complessa ed interessato da criticità che costituiscono pericolosi vettori di instabilità: fragilità istituzionale, stati falliti, flussi migratori, terrorismo e criminalità transazionale”. Sono le sfide del Mediterraneo, bacino su cui “transitano il 20% del traffico marittimo e il 65% dei flussi energetici destinati al nostro continente”. È per questo, ha detto il titolare di palazzo Baracchini, che “la sicurezza dell’Europa è intrinsecamente legata alla sicurezza e alla stabilità del Mediterraneo e nel Mediterraneo”.

IL TEMA DELLA SPESA

Gli interessi italiani verranno ribaditi agli alleati la prossima settimana, quando a Londra si ritroveranno i capi di Stato e di governo dell’Alleanza per un summit che si preannuncia complesso. Tra i temi caldi c’è quello della spesa nella Difesa, per cui si attendono nuove strigliate di Donald Trump sulla lontananza dall’obiettivo di raggiungere il 2% del Pil entro il 2024. Il target “non è realisticamente realizzabile”, ha ammesso Guerini, che tuttavia spera di tranquillizzare l’alleato quantomeno sulle intenzioni. “Credo sia importante realizzare un piano graduale di investimenti nel settore della difesa, per l’efficienza del nostro strumento militare”, ha spiegato il ministro, ribadendo un obiettivo già tracciato nelle sue linee programmatiche. Il punto è comunque chiaro: serve investire nel settore “non tanto per adempiere agli impegni assunti con la Nato quanto per l’efficienza del nostro strumento militare”, ed è “quello che stiamo facendo”.

LA COLLABORAZIONE CON LA GERMANIA…

Il tema è caro anche alla Germania, da sempre prima destinataria delle accuse di Trump sulla spesa. Guerini ne avrà parlato probabilmente con l’omologa tedesca Annegret Kramp-Karrenbauer, con cui ha avuto un bilaterale “schietto e proficuo” dopo l’intervento alla conferenza. I due si erano già incontrati lo scorso mese in occasione del vertice dell’Alleanza Atlantica. Guardando oltre i confini europei, la priorità italiana è la risoluzione della perdurante instabilità della Libia. Il Paese, ha detto il ministro della Difesa, “è un target strategico che deve vedere impegno per la stabilizzazione”. Per l’Italia serve “un’iniziativa forte di tutti gli attori della comunità internazionale”, ragion per cui iniziative come quella tedesca per una conferenza a Berlino vedono il Paese “impegnato affinché possano avere successo”. I due ministri hanno comunque trattato anche di “comunanza di intenti per il rafforzamento della Difesa europea e sempre maggiore complementarietà nei rapporti tra Nato e Ue”, ha spiegato Guerini, con parole che sembrano voler arginare il velleitarismo di Macron su un’Europa slegata dall’Alleanza Atlantica e a guida francese.

…OLTRE L’ASSE FRANCO-TEDESCO

Su queste colonne, il professor Carlo Pelanda ha notato che le divergenze strategiche di Berlino con Parigi riguardano gli stessi punti su cui c’è convergenza con Roma. Non a caso Guerini e Kramp-Karrenbauer hanno parlato anche di “cooperazione industriale e bilaterale” e del progetto per la difesa comune europea. Qualche messaggio in tal senso il ministro italiano l’ha lanciato nel suo intervento alla Security Conference. “La dimensione delle sfide attuali travalica il raggio di azione e la capacità dei singoli Paesi; le soluzioni non possono che essere comuni: nella prospettiva dell’Italia, esse si collocano necessariamente nell’orizzonte europeo, nella sua accezione più ampia ed inclusiva, evitando quindi logiche di direttorio, che talvolta sembrano riemergere”. In molti vi hanno letto una critica all’asse franco-tedesco che guida diversi ambiti europei, a partire proprio da quello della Difesa.

IL CARRO ARMATO EUROPEO…

Su questo, la linea di Guerini ha trovato sponda in Alessandro Profumo, l’ad di Leonardo che è intervenuto poco dopo di lui alla conferenza berlinese. A margine dell’intervento, il manager ha parlato anche del discusso progetto franco-tedesco per il carro armato del futuro, European main battle tank (Embt). Più di un anno fa, in modo simile rispetto a quanto accaduto sul caccia di sesta generazione, Francia e Germania hanno infatti siglato una lettera d’intenti per lanciare il programma bilaterale e, come spiegato dal sottosegretario alla Difesa Giulio Calvisi alla commissione competente di Montecitorio, hanno espresso la volontà di consentire “l’ingresso nel programma da parte di terzi solo al termine delle prima fase, quella che prevede la realizzazione di un dimostratore tecnologico non prima del 2025 se non del 2030”. Oggi Profumo ha detto che “ci piacerebbe molto che il programma fosse aperto anche ad altri Paesi”, notando che è “sulla base di programmi comuni che si costruiscono convergenze e l’Embt potrebbe essere uno di questi”.

…E IL CACCIA DI SESTA GENERAZIONE

Storia simile per il caccia di sesta generazione, che vede l’Italia partecipare al programma Tempest nato su iniziativa britannica come risposta all’Fcas franco-tedesco. L’adesione italiana è stata difatti il primo atto formale della Difesa targato Lorenzo Guerini, seguita dall’annuncio di collaborazione tra le aziende del Regno Unito (Bae Systems, Leonardo Uk, Rolls Royce e Mbda Uk) e quelle italiane (Leonardo Italia, Elettronica, Avio Aero e Mbda Italia). La compagine italiana, ha spiegato Profumo, “partecipa a scrivere la ricetta”, con un ruolo che vanta “come Paese, come insieme di industrie italiane e come Leonardo Uk”. La collaborazione si basa su “una grande coerenza operativa”, visto che tra Italia e Regno Unito “si è partiti dai Tornado, si è passati agli Eurofighter, si è andati sugli F-35 e si andrà sul Tempest”. D’altra parte, ha detto concludendo Profumo, c’è differenza “quando sei partecipante nella scrittura della ricetta con quando porti gli ingredienti”. Sul Tempest, “noi partecipiamo alla scrittura della ricetta”.

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