È stata tutta un’altra storia la 3 giorni del Partito democratico a Bologna, un momento denso di partecipazione e discussione per porre le basi e riaffermare la nostra missione: mettersi al servizio delle persone nel Paese e organizzare il riscatto dell’Italia. Gli anni 20 del 2000, un impegno di lavoro politico che ha trovato concretezza con la necessità di scelte identitarie e di campo.
Abbiamo cominciato a costruire un luogo nel quale pensare. Questo dà al Pd il suo ruolo più importante: essere una forza utile alla società italiana. Oggi abbiamo l’esigenza di cambiare, per strappare alla destra chi, a causa delle paure e delle inquietudini che la crisi ha prodotto e acuito, cerca protezione e speranza per il futuro.
Sentiamo la necessità di cominciare a costruire un progetto nuovo che riparta dalle disuguaglianze, si fondi su sviluppo e giustizia sociale, sulla sostenibilità ambientale, sulla giustizia fiscale, su un progetto completo per la formazione a partire dalla scuola, per difendere i valori della patria e rifiutare il mito della forza.
Un caso su tutti, Ilva, l’esempio concreto della più grande sfida che la politica ha davanti: coniugare lavoro e ambiente, che devono poter stare insieme. Una moderna politica industriale può nascere proprio a partire dalla consapevolezza dei rischi per la salute e dalla ricerca di soluzioni tecnologiche.
L’orizzonte verso il quale ci muoviamo è ampio e ambizioso, ma da Bologna esce un Pd unito attorno a Nicola Zingaretti che si apre e innova, verso un orizzonte che richiede l’impegno di tutti.
