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Dollaro addio, si passa allo yuan. L’ultima (disperata) mossa di Maduro

Qualche giorno fa Nicolás Maduro aveva tessuto sorprendenti lodi sull’utilizzo del dollaro – moneta fino a poco tempo fa odiata dal regime – per risollevare l’economia del Venezuela. Oggi sembra che la strada che intende percorrere sia l’uso della moneta cinese, lo yuan, per le transazioni internazionali, con l’intento di aggirare le sanzioni.

IL TENTATIVO DI MADURO

Secondo Reuters, l’amministrazione di Maduro e la compagnia statale petrolifera venezuelana, Petróleos de Venezuela (Pdvsa), avrebbero offerto pagamenti ad alcuni fornitori con conti in Cina. E ciò, secondo diversi osservatori, rappresenterebbe un esempio di come il regime venezuelano stia cercando nuove forme di pagamento da quando Washington ha imposto al Paese nuove misure economico-finanziarie.

LE IMPRESE CONTATTATE

La notizia sarebbe confermata da cinque fonti a conoscenza del tema: i rappresentanti del governo di Maduro avrebbero fatto questa proposta verbalmente a quattro imprese che offrono servizi per il settore pubblico, anche se per ora non sono stati svelati i loro nomi. Le compagnie, da parte loro, starebbero valutando l’offerta.

AGGIRARE GLI USA

La strategia di effettuare i pagamenti verso i fornitori con lo yuan (o renminbi) permetterebbe al regime di sfruttare i fondi a disposizioni in Cina, senza dovere passare per il sistema finanziario americano. Ma tali operazioni potrebbero non concludersi così facilmente.

LA CINA FRENA

La testata sostiene infatti che in questo momento molte imprese cinesi stiano prendendo le distanze da Maduro e pertanto le transazioni con le banche della Repubblica Popolare sarebbero più complesse del previsto. La China National Petroleum, uno dei più importanti clienti del settore energetico venezuelano, ha fermato gli acquisti sul mercato del Paese sudamericano a causa delle sanzioni.

La Banca Centrale venezuelana dispone di almeno 700 milioni di yuan in un conto nella Banca Centrale di Cina. La petrolifera Pdvsa e la Banca Centrale del Venezuela hanno mantenuto conti in Cina, anche grazie all’accordo di finanziamento siglato più di 10 anni fa tra i due Paesi. L’intesa prevedeva un finanziamento da parte di Pechino di circa 50 miliardi di dollari in cambio di massicci invii di petrolio.

LE MOSSE DEL VENEZUELA

Nonostante le limitazioni, il Venezuela però non perde le speranze di aumentare il proprio portafoglio di clienti internazionali. Ha presentato le sue potenzialità nei settori dell’energia, del turismo, dell’industria, della formazione e del trasferimento tecnologico durante il V Gas Summit del Gas Exporting Countries Forum (Gecf )a Malabo, in Guinea Equatoriale.

“Questo tipo di accordi (il pagamento in yuan, ndr) – ha spiegato Raúl Gallegos, direttore regionale di Control Risk – saranno sempre più normali finché ci saranno Maduro e le sanzioni imposte dagli Stati Uniti”.

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