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Phisikk du role – Com’è profondo il mare delle Sardine

Sarà la generazione dei millennials a ricacciare nel buco nero dell’entropia digitale la bolla manipolatoria dell’entropia digitale? Saranno questi ragazzi nati sotto il segno dei pesci, quelle sardine ad alto contenuto di omega tre che tanto bene fa alla salute, a risanare una politica vocata all’incompetenza che attinge a mani basse dalla fuffa malefica “dell’onnipresenza opprimente” (cito le “sardine”) della comunicazione totale e invasiva? Saranno, dunque, questi ragazzi che si trascinano appresso mamme e babbi e pezzi di generazioni orfane da tempo di una politica “con la P maiuscola” (ricito), a ricostruire la trama di una resistenza civile allo squagliamento da rassegnazione e a quella patina robusta di conformismo senza speranza che grava sulle teste degli italiani?

Io ci punterei qualcosa di più di un cip su queste nuove generazioni, quelle che partono dagli adolescenti coetanei di Greta e arrivano ai giovani adulti dei “sardinisti”, portatori sani di indignazione molcita dall’ironia (e non sarcasmo) – indice di fosforo dell’intelligenza circolante – e condita con speranza. Perché non si lotta e non si manifesta se non c’è speranza. Loro, che hanno un rapporto diretto con il web per averlo frequentato da tenera età, hanno capito il limite del web e del controllo della comunicazione. Gli adulti fatti e i superadulti no.

Leggetevi il manifesto essenzialissimo dei sardinisti al mondo: è il documento più intenso e più vero contro l’antipolitica, il populismo, sovranismo e lo sciocchezzaio circolante nel dibattito pubblico italiano che io abbia visto negli ultimi anni. C’è un j’accuse alla maniera di Zola alla pochezza di un certo ceto dirigente che carpisce la buona fede degli italiani agitando paure e spauracchi per rubare attenzione “affogando i contenuti politici sotto un oceano di comunicazione vuota”.

Ma c’è anche un bellissimo inno alla vita: “Amiamo le cose divertenti, la bellezza, la non violenza verbale e fisica, la creatività, l’ascolto”. E poi la consapevolezza che solo il rapporto tra persone in carne ed ossa, l’interazione tra esseri umani che si guardano in faccia, che condividono attraverso un dibattito, che si stringono la mano, può far sorgere un processo vero, una comunità politica, una energia:

“Siamo scesi in piazza, ci siamo guardati negli occhi, ci siamo contati. È stata energia pura”. Io non so se la ricetta dei sardinisti sarà il rimedio alla politica. So, però, che la politica oggi è davvero scoppiata per vecchiezza, per incompetenza, per autoreferenza praticata da chi ha recitato il mantra dell’antagonismo fino a che era fuori e adesso, al potere, “si sente” ceto, in modo irreparabilmente comico e triste. Una politica incompetente, senza gli anticorpi capaci di tenere a bada i deliri di onnipotenza da Palazzo.

E allora forza sardine, nuotate in branchi numerosi e pacifici, come state facendo, a Bologna, Modena, Sorrento, Palermo, Reggio Emilia, Perugia, Rimini, Parma, Firenze, Napoli, Ferrara, Milano, Bari e dappertutto. Chissà che questo vento fresco che profuma di mare e di solidarietà non riesca a chiarire qualche idea a quelli che pensano che basti inondare la gente di tweet per far diventare vere le banalità propagandistiche che infestano i nostri giorni. E poi si sa, come ricordate citando Dalla, il mare è profondo. Anzi: Com’è profondo il mare…”.

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