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Prima le persone. Gli italiani e lo stato della salute

Gli italiani si fidano di medici di base e della medicina tradizionale. Questo è quello che emerge dalla ricerca “Gli italiani e lo stato di salute” realizzata da Swg con il contributo di Brystol-Myers Squibb presentata oggi nella Sala Aniene della Regione Lazio.

Alla presentazione, moderata da Flavia Giacobbe, direttore responsabile di Formiche, hanno preso parte personalità di rilievo della sanità italiana e regionale come Alessio D’Amato, assessore Sanità della Regione Lazio, Valerio Biglione Market Access Lead, Bristol-Myers Squibb, Dario Manfellotto presidente eletto Fadoi, Teresa Petrangolini, direttore patient Advocacy Lab ALTEMS Università Cattolica del Sacro Cuore, Stefano Vella già direttore del Centro per la salute globale dell’Istituto superiore di sanità e Riccardo Grassi, direttore di ricerca Swg.

La ricerca “Gli italiani e lo stato di salute”, condotta su un campione di 3mila persone, tasta il polso dell’opinione che i cittadini italiani hanno della loro salute e dello stato della sanità nazionale.

GLI ITALIANI SI FIDANO DEI MEDICI, MENO DEL MINISTERO DELLA SALUTE

“Il nostro sistema sanitario è il quarto al mondo” – dice  Biglione. La percezione della qualità del “sistema salute” in Italia si riscontra nei dati relativi alla fiducia che i cittadini italiani nutrono nei confronti dei medici e nelle strutture pubbliche. Le prime quattro posizioni della speciale classifica sono occupate dai medici specialistici, dai medici di famiglia, dai medici ospedalieri e dagli infermieri. La fiducia nei confronti del sistema salute cala, invece, all’aumentare della spersonalizzazione. Tra le ultime posizioni ci sono, infatti, il ministero della Salute e le asl. Gli ospedali pubblici ispirano più fiducia rispetto alle cliniche private, e questo è valido sia in Italia che nella regione Lazio.

SALUTE: L’INFORMAZIONE NON PASSA DALLA RETE

Google è il primo e più importante punto di riferimento quando i cittadini cercano informazioni sul proprio stato di salute online. Il 48% degli intervistati lo preferisce a Wikipedia e alle informazioni divulgate dalle associazioni e dalle fondazioni che si occupano di medicina. Google, però, non è considerato una fonte affidabile per la ricerca di informazioni di carattere medico, ai primi posti, invece, ci sono il medico di famiglia e le riviste specializzate, solo il 17% degli intervistati si affida a internet per cercare informazioni sul proprio stato di salute.

SALUTE: ITALIANI TRADIZIONALISTI. NO ALL’OMEPATIA

Quando si tratta di questioni di primaria importanza, come la salute, gli italiani non seguono le mode. Il 90% degli intervistati dichiara di fidarsi della medicina tradizionale mentre l’88% afferma di avere fiducia nei farmaci tradizionali. Queste percentuali scendono se si passa alla medicina sperimentale che convince solo il 54% degli italiani, forse anche perché attualmente non è ancora percepita come una realtà accessibile a tutti. “Affrontare il tema della sostenibilità dei farmaci innovativi è la sfida del futuro” – commenta Manfellotto – “L’esempio da seguire è quello dell’Epatite C, l’Italia è stata un esempio a livello mondiale per le cure che è riuscita a garantire per curare quella patologia. Dobbiamo chiederci se anche in futuro si potrà fare, se i farmaci sperimentali potranno essere accessibili a tutti e se tutte le regioni d’Italia saranno capaci di camminare allo stesso passo”.

MONITORAGGIO: I RESIDENTI NEL LAZIO I PIÙ DILIGENTI

Secondo le rilevazioni della ricerca di Swg gli italiani non credono alla medicina alternativa che conquista solo il 36% dei consensi a livello nazionale e il 34% a livello regionale, così come i farmaci omeopatici fermi al 33% su base nazionale e 31% nel Lazio. Le cose cambiano, però, se si analizza il segmento dei meno istruiti i quali tendono a nutrire aspettative maggiori sia nella medicina alternativa (46%) sia nei farmaci omeopatici (49%) segnando una flessione, invece, della fiducia nei confronti della medicina tradizionale (84%) e nei farmaci tradizionali (80%). Vella sottolinea come questo sia un fenomeno preoccupante poiché una larga fascia della popolazione, quella più debole e con meno strumenti, potrebbe non essere raggiunta dalle politiche sanitarie messe in campo per contrastare i fattori di rischio e prevenire l’insorgere di patologie anche gravi. In questo campo la regione Lazio può vantare un buon risultato, i suoi cittadini si dimostrano più diligenti, rispetto alla media italiana, nel monitorare lo stato della propria salute: il 54% fa regolarmente esami diagnostici, contro una media nazionale del 46%, e il 39% fa periodicamente check up prescritti dal medico su una media nazionale del 29%. “Dai dati emerge un livello di fiducia importante nel Sistema sanitario regionale del Lazio e questo ci conforta” – dice l’assessore D’Amato  – “. In particolar modo il gradimento e la fiducia espressa nei confronti degli ospedali pubblici del Lazio. Importante anche il gradimento espresso nei confronti dei medici e dei professionisti che operano ogni giorno in prima linea ed hanno un contatto diretto e quotidiano con i cittadini. L’attenzione dimostrata ai check-up e i controlli va sottolineata poiché la prevenzione è fondamentale e ricopre un ruolo importante anche nei processi di cura”.

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