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Scuola/Equità serve non Uguaglianza

Carissimi lettori,

so che siete in tanti e Vi ringrazio.

Eccoci, come promesso, al nostro secondo appuntamento di approfondimento dei “densi spunti” emersi nel corso del Convegno “Autonomia, parità e libertà di scelta educativa in Italia e in Europa” del 14 u.s.

Vorrei soffermarmi con Voi su un punto che considero essenziale per la Scuola, come per una Nazione più giusta. Chi invoca l’Uguaglianza in realtà ci condanna ad un sistema dinastico – ancor più chiaramente potremmo definirlo “un sistema di ingiustizia feudale che impedisce l’affrancamento del plebeo…come nel medioevo: il servo della gleba non aveva mai la possibilità di liberarsi e di decidere autonomamente”. Ben diversa è l’Equità.

Un evento di questa portata credo ci dia la chance (almeno cosi è per me) di uscire da quella zona franca del non detto del politicamente corretto che legittima l’ingiustizia fatta passare come il privilegio dei ricchi di scegliere potendoselo permettere (l’ingiustizia fatta passare come privilegio) la scuola che desiderano dei preti e delle suore dei ricchi per i ricchi.

Due gli spunti che vorrei condividere:

  1. Operazione Verità

In un clima surreale, chi invoca l’uguaglianza, in realtà lede i diritti dei più deboli, rafforzando il ricco e condannando l’Italia ad un sistema scolastico iniquo.

Infatti i Genitori che si illudono di “scegliere” tra scuola statale e scuola paritaria, in realtà scelgono di pagare due volte l’esercizio di un diritto. E hanno pagato non solo le tasse e le rette ma anche la “calunnia” che, essendo ricchi, possono permettersi di scegliere la scuola confessionale che vogliono.

– La verità è che – come ha ricordato il cardinale Bassetti – la famiglia si è domandata se fosse meglio scegliere la scuola o comprare un paio di scarpe. E non perché la scuola statale non fosse buona ma perché se ho il diritto di scegliere debbo poterlo esercitare senza ricatto economico.

Se chiedessimo ad uno di questi genitori perché si ostina a pagare due volte, nell’attesa di veder riconosciuto il proprio diritto a scegliere “senza sovrapprezzo”,  sicuramente ci risponderebbe che un diritto non ha senso se non è possibile esercitarlo, e se non lo si rivendica il diritto muore, ci si abitua anche ad un sindacato che rivendica allo Stato il ruolo di educatore primo dei figli della nazione (clicca qui), ci si rassegna alla scuola unica fatta passare come scuola per tutti, ugualitaria ma non equa. La Costituzione parla chiaro: il Genitore ha diritto a scegliere l’educazione per il proprio figlio (Art. 30) in un ventaglio di pluralismo formativo (Art. 33). Se la scuola è unica, che scelta è?

La scuola pubblica – cioè di tutti – non è solo statale…

L’ospedale pubblico – cioè di tutti, dove mi faccio operare col ticket – non è solo statale… 

– La verità è che le scuole pubbliche paritarie sono scuole del sistema nazionale di istruzione, ex L. 62/2000, che esistono per diritto, che in modo serio ed eroico resistono perché in quel gesto responsabile c’è tutto il servizio per la Nazione. Scuole che hanno salvato la Nazione dall’analfabetismo prima e dal rischio di monopolio educativo, che sarebbe un dramma, considerato che il monopolio educativo fa danni ben peggiori di qualsiasi altro tipo di monopolio. D’altronde queste sono scuole responsabili che, anteponendo il bene pubblico, non cedono alla tentazione di arrendersi, chiudere e dire “arrangiatevi”. Il conto lo pagherebbero ancora una volta i più deboli. Tanto i politici sanno già bene che queste sono scuole serie, visto che ci mandano a studiare i loro figli….

E’ molto più facile cedere allo slogan delle “scuole dei ricchi per i ricchi”, dei diplomifici… che sono l’0,3% delle scuole paritarie e che resistono per appoggi con pezzi grossi della politica… alle cui mogli questi diplomifici appartengono!

Non ci sono altre vie: si rimane e si denuncia. Si combatte e si vince. Quando la famiglia in Italia, come del resto d’Europa, potrà scegliere se ne riparlerà (clicca qui).

  1. Operazione Equità

In Italia la scuola ha bisogno di Equità non di Uguaglianza.

Uguaglianza: è dare alle persone le stesse cose. Equità: dare alle persone le stesse possibilità.

«Quindi non si tratta di chiedere privilegi o scorciatoie», o peggio i soldi dei cittadini come maldestramente si è tentato (ma invano stavolta) di strumentalizzare (clicca qui) le chiare (efficaci) dichiarazioni del cardinale Bassetti, che continua «ma di assicurare ai genitori “la piena libertà di scelta in campo educativo” che la legge 62/2000 sulla parità non è riuscita finora a garantire», come aveva in precedenza sostenuto anche la presidente del Senato, Alberti Casellati, secondo la quale «Dare agli studenti e ai genitori la possibilità di scegliere tra una buona scuola pubblica statale e una buona scuola pubblica paritaria, favorirebbe una proficua, leale e necessaria concorrenza tra gli istituti scolastici» e significherebbe «sostenere una crescita equa di tutto il Paese, basata sul merito, sulle capacità, sull’impegno e sulla passione».  (clicca qui per leggere)

LA SOLUZIONE

Riaprire il tavolo sul costo standard.

Difatti La Presidente Casellati ha proseguito delineando gli effetti che tale nuova impostazione culturale e organizzativa provocherebbe nell’intero sistema scolastico nazionale: «Dare agli studenti e ai genitori la possibilità di scegliere tra una buona scuola pubblica statale e una buona scuola pubblica paritaria, favorirebbe una proficua, leale e necessaria concorrenza tra gli istituti scolastici. Una concorrenza che avrebbe il merito di innalzare il livello dell’offerta didattica, di valorizzare il ruolo dei docenti, di produrre maggiori e migliori competenze e nuove professionalità che, una volta impiegate, potrebbero tradursi in nuove ricchezze per tutto il Paese. Una concorrenza che si svolgerebbe comunque sotto lo sguardo garante dello Stato e in piena in armonia con gli obiettivi costituzionali. È la Costituzione a dirci che l’iniziativa privata in materia di istruzione deve avere il diritto e la libertà di affiancarsi alla doverosità dell’azione statale e di concorrere con essa alla realizzazione dell’interesse della collettività. Una scuola più equa, quindi, nell’accesso, nell’offerta didattica, nella sostenibilità della scelta educativa» (clicca qui per leggere).

Si ricorda –come ha recentemente scritto Giuseppe Richiedei- (già dirigente di scuole statali e presidente dell’Associazione genitori scuola statale, oggi membro attivo della stessa) che ilCosto standard è un diritto dell’allievo, non un favore alla scuola paritaria”.  (clicca qui per leggere).



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