Skip to main content

Le colpe della politica sull’Ilva. Il commento di Servidori

Conosco l’Ilva da quando è nata e già allora che ero animata da sessantottina sulle vicende dell’industria italiana, la seguivo per l’opportunità per quel territorio povero. E dopo tanti errori compiuti sicuramente negli anni sia dallo Stato nazionalizzatore, poi parlamentare, poi dalla magistratura locale e dalla proprietà Riva e ancora in pochi mesi da un Parlamento e da una classe tutt’altro che dirigente ma inadeguata, ora la vicenda è veramente balorda e soprattutto la verità stenta ad emergere.

Non si può dare la responsabilità alle due aziende indiane e francesi che hanno sottoscritto un contratto e bisogna capire bene come il Parlamento ha giocato spregiudicatamente su questo polo industriale assolutamente necessario per il bene dello Stato italiano. Da quando è stato sottoscritto l’ultimo accordo che comprendeva nel 2018 anche il piano ambientale così da non incorrere in procedimenti legali dei dipendenti di Arcellor Mittal, la siderurgia ha subito colpi durissimi sia in Italia che a livello mondiale e complice la bulimia della allora Ministra pentastellata Lezzi che si candida ora in Puglia come governatrice cercando di superare il governatore Emiliano.

Pidiessino mal visto dal partito ( e non solo) perché dissidente sia sul progetto Tap che sullo sfacelo degli ulivi, è passato in Parlamento un emendamento irresponsabile che annullava la norma precedentemente assicurata, della copertura giudiziale che altro non che è la legittima necessità di una multinazionale che ha messo sul tavolo 4 miliardi e 200 milioni per acquistare l’Ilva non rispondesse degli sbagli fatti precedentemente da altri.

Ora si delira su una possibile nazionalizzazione che Non è possibile perché entrerebbero in campo prima di tutto altre crisi aziendali come Whirlpool, La Perla, Mercatone, ecc ma soprattutto il regolamento Europeo giustamente non prevede aiuti di Stato alle aziende. Chiudere Ilva è irresponsabile prima di tutto perché Arcelor Mittal ha vinto il bando (ora ridicolmente messo in dubbio da altri ministri incompetenti) passato sotto la lente di ingrandimento della Commissione Ue che ne ha valutato la correttezza. E vero è che la multinazionale era talmente decisa e in buona fede che per acquisire Ilva e investire in Italia ha venduto altre proprietà e scaricare le colpe su Arcelor Mittal nascondendo che per primi i renziani e i penta stellati vogliono e volevano chiudere la fabbrica è dà incapaci senza subirsene le responsabilità.

Inoltre in Italia abbiamo assolutamente necessità anche per l’indotto di mantenere la produzione di acciaio e non dover dipendere da altri spendendo molto e non difendendo i posti di lavoro che possono essere sostenuti anche da un impegno di risorse che derivano da quelle ricevute dalla famiglia Riva quando ha chiuso il concordato con i commissari. E infine e questo non è mai stato esplicitato il Porto di Taranto è uno snodo strategico per le industrie italiane e fare dell’Ilva un rottame repellente come Bagnoli e Italsider è da analfabeti pazzi che giocano con la politica potrebbero arrivare altri appetiti per impadronirsi con pochi soldi di un territorio portuale molto molto importante. E così l’Italia sprofonda nell’indice della fiducia internazionale.



×

Iscriviti alla newsletter