In Italia 5,5 sigarette su 100 sono illegali. Un dato preoccupante sia per la salute dei cittadini sia per le casse dell’erario. Nel solo 2018 sarebbero circa 730 milioni di euro i mancati introiti causati dal contrabbando.
Questi sono solo alcuni dei dati della ricerca “Flussi, rotte e luoghi del contrabbando di sigarette: le principali caratteristiche dei traffici illeciti in Italia”, curata dal prof. Andrea Di Nicola e dal prof. Giuseppe Espa, fondatori di “Intellegit”, start-up sulla sicurezza dell’Università di Trento, e realizzata con il contributo di British American Tobacco (Bat) Italia, presentata a Roma presso la Terrazza Civita. All’evento, moderato dal giornalista Marco Ludovico, hanno preso parte anche il senatore Vincenzo Presutto, il gen. B. Gabriele Failla, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, e Roberta Palazzetti, presidente e ad di Bat Italia.
I dati analizzati da Intellegit posizionano l’Italia al 19° posto in Europa nella classifica dei Paesi interessati dal fenomeno del contrabbando di sigarette. Al primo posto di questa classifica c’è la Grecia con il 24%, a seguire Irlanda con il 21%, Lettonia al 20% e, a sorpresa, l’Inghilterra con il 20%. Il fenomeno appare fortemente legato alla differenza del costo dei pacchetti di sigarette in altri Paesi, come Ucraina e Bielorussia, dove arrivano a costare fino a 4,26/4,35 euro in meno rispetto al prezzo medio di un pacchetto in vendita sul mercato legale in Italia. Circa il 40% dei pacchetti di contrabbando in Italia arrivano dal canale duty free, dal quale sono sottratti per essere reimmessi nel mercato nero. Le altre strade del contrabbando partono dall’Ucraina, transitano attraverso hub in Polonia e Romania e, sbarcando al porto di Trieste, raggiungono l’Emilia-Romagna, dove la merce viene smistata e spedita in tutta Italia. Anche i porti siciliani e quelli del versante adriatico come Ancona, Bari e Brindisi sono interessati dallo sbarco illegale di sigarette di provenienza illecita.
“Grazie allo straordinario lavoro delle forze dell’ordine e alle politiche equilibrate del regolatore, il contrabbando di sigarette in Italia oggi non raggiunge i livelli di Grecia, Irlanda o Inghilterra ma si assesta su livelli più bassi, ovvero tra il 5% ed il 7%. Purtroppo però le ultime rilevazioni confermano ancora una volta come si tratti di un fenomeno che reagisce in modo immediato agli incrementi di prezzo sul mercato legale” – ha detto Roberta Palazzetti, presidente e amministratore delegato di Bat Italia. “In particolare, a seguito degli aumenti di prezzo dell’industria seguiti al recente incremento delle accise così come definito dalla legge di Bilancio 2018, si è registrato nel 3° trimestre 2019 un innalzamento dell’incidenza dell’illecito dal 4,9% al 6,2%. La legge di Bilancio attualmente in discussione sembra prevedere anche quest’anno ulteriori sacrifici per il nostro settore senza considerare, apparentemente, l’inevitabile conseguenza di favorire così il mercato illecito che in Italia, in media, priva l’Erario di circa 800 milioni l’anno”.
NAPOLI: REGINA DEL CONTRABBANDO DI SIGARETTE IN ITALIA
Lo studio evidenzia che, sebbene tutto il territorio nazionale sia interessato dal transito di tabacco illegale, le aree del sud Italia sono quelle in cui il contrabbando è più diffuso. Regina del contrabbando in Italia è Napoli, città in cui circa 1 pacchetto su 4 è di provenienza illecita. Al secondo posto c’è Trieste con più del 20% dei pacchetti illegali, per via della vicinanza con la Slovenia in cui un pacchetto costa in media 1,25 € in meno rispetto all’Italia, a seguire Casoria, Torre del Greco e Giugliano in Campania. Lo studio dedica un focus alla città di Napoli che sin dagli anni ’50, per via del complesso contesto socio-economico, della presenza di un grande porto al centro del Mediterraneo e di una strutturata azione della criminalità organizzata, è in testa alla classifica del contrabbando di sigarette in Italia. Differentemente da quanto avviene in altre città come Bari, Palermo e Milano, la vendita illegale di sigarette a Napoli si svolge generalmente alla luce del sole, con banchetti e bancarelle istallati nelle vie dei mercati o ai lati di alcune delle principali strade di passaggio pedonale. Secondo i dati dello studio, l’incidenza del contrabbando a Napoli risulta di gran lunga superiore rispetto alla media nazionale, con picchi che vanno oltre il 50% nel 2015 e 2016 e, comunque, mai al di sotto del 10%. Dalla metà del 2018 si registra un trend in lieve calo, sebbene con incidenze sempre al di sopra della media nazionale.
In questo contesto risulta quindi fondamentale il ruolo delle Forze dell’Ordine per contrastare il fenomeno: nel solo mese di marzo 2018 sono state sequestrate quasi 50 tonnellate di sigarette. La quantità media dei singoli sequestri, però, è molto bassa, non arriva a più di 2,1 kg, dato che conferma la parcellizzazione dei carichi operata dai contrabbandieri per limitare i danni in caso di interventi delle forze dell’ordine. Dall’analisi dei dati forniti dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli emerge che i sequestri effettuati nel Napoletano abbiano una incidenza molto alta rispetto al totale nazionale, sia in termini di quantità sequestrate che di numero di operazioni. Nel periodo 2015-2018, infatti, le operazioni effettuate nell’area del napoletano hanno rappresentato sempre più del 40% del totale nazionale dei sequestri, con un’incidenza superiore al 50% nel 2016.
“Forze dell’ordine e magistratura svolgono quotidianamente un’eccellente e straordinaria opera di contrasto, ma servono strumenti e dotazioni idonee: forse è qui che lo Stato dovrebbe investire risorse, invece di puntare a fare cassa solo sul settore legale delle sigarette, così come potrebbe soddisfare l’esigenza di stabilizzazione o incremento del gettito attraverso incrementi fiscali rivolti ad altri prodotti del settore, come quelli a tabacco riscaldato, anche perché il rischio è che la coperta si riveli essere troppo corta. Con inevitabili ricadute sulla filiera tabacchicola che, grazie ai suoi 50mila lavoratori e alle sue 3mila aziende agricole in tutto il territorio nazionale, fornisce un importante contributo alle finanze dello Stato” – conclude l’Ad di Bat Italia Roberta Palazzetti –. “Il tabacco, tra accise e Iva, assicura un gettito pari a circa 14 miliardi di euro l’anno. Da diversi anni sosteniamo la necessità di un approccio integrato tra pubblico e privato per realizzare efficaci attività di contrasto e prevenzione, e siamo orgogliosi della nostra continua e concreta collaborazione con la Guardia di Finanza e la Direzione nazionale antimafia per supportare le istituzioni nella lotta all’illegalità e ai traffici illeciti”.
BAT ACCANTO ALLA GUARDIA DI FINANZA NELLA LOTTA AL CONTRABBANDO
Proprio per contrastare il fenomeno è stata creata una app che permetterà alle forze dell’ordine di identificare, catalogare, trovare, raccogliere e condividere ogni informazione utile relativa ai pacchetti di contrabbando. Bat Italia ha donato alla Guardia di Finanza di Napoli la app sviluppata da Intellegit, chiamata Combat, grazie alla quale i finanzieri potranno consultare agevolmente il catalogo, costruito ad hoc, contenente dettagli su ciascun marchio di contrabbando rilevato in Italia. Combat inoltre dispone di un modulo attraverso il quale le forze dell’ordine potranno inviare segnalazioni georiferite sul ritrovamento di potenziali sigarette di contrabbando non ancora contenute nel catalogo o di altri marchi, con trasmissione delle informazioni alla banca dati e conseguente aggiornamento del database centrale. Tra i marchi di illicit whites più diffusi c’è “Regina” che nel 2018 rappresentava il 15% del mercato illegale Italiano. Tra i marchi noti spicca Marlboro, che da meno del 19% nel 2017 ha raggiunto il 29% del totale del mercato illegale italiano nei primi 6 mesi del 2019.
La British American Tobacco Italia ha consegnato al comando provinciale della Guardia di Finanza di Napoli anche 5 autovetture, nell’ambito del protocollo d’intesa che sancisce una lunga e proficua collaborazione tra Bat e le forze dell’ordine. Un accordo avviato nel 2015 e che al 2021 prevede la donazione complessiva di 35 auto, con l’obiettivo di contribuire fattivamente a potenziare le attività di prevenzione e di contrasto.
“Napoli è storicamente considerata la capitale italiana del contrabbando di sigarette sin dagli anni ’50, quando il commercio di sigarette fungeva quasi da “ammortizzatore sociale”. Il comando provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, da sempre in prima linea nel contrasto al fenomeno, nei primi dieci mesi del 2019, ha effettuato 1.087 interventi, sequestrato 59 tonnellate di tabacchi, 31 mezzi di trasporto, denunciato 603 soggetti e tratti in arresto altri 98” – ha detto Gabriele Failla, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Napoli –. “Sono numeri che denotano un trend sostanzialmente stabile negli ultimi anni, che induce a ritenere che il mercato illegale dei prodotti da fumo non abbia subito contrazioni e che mantengono alto l’allarme sulla sua pericolosità. Resta quindi elevata la priorità da attribuire alla ottimizzazione delle strategie di contrasto che, a livello di politica criminale, dovrebbero considerare l’inasprimento delle pene per il reato di contrabbando di tabacchi lavorati esteri, attualmente di gran lunga inferiori a quelle previste per il traffico di stupefacenti o di armi”.