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Conto alla rovescia per Cosmo-SkyMed, il satellite italiano per osservare la Terra

Tutto pronto per il lancio del nuovo satellite di Cosmo-SkyMed, il sistema made in Italy per l’osservazione della Terra. Il primo esemplare della seconda generazione partirà domani alle 09:54 italiane dalla base di Kourou, in Guyana francese, a bordo di un vettore russo Soyuz. Raggiungerà i quattro satelliti della prima generazione già in orbita, in attesa dei gemelli che nei prossimi anni lo raggiungeranno per completare la costellazione finanziata dall’Agenzia spaziale italiana (Asi) e dal ministero della Difesa. Cosmo-SkyMed continuerà a garantire l’osservazione della Terra tramite radar ad apertura sintetica, capaci di indagare il nostro Pianeta a prescindere dalle condizioni atmosferiche e dall’alternanza tra il giorno e la notte.

IL SISTEMA

La seconda generazione è ancora più precisa della prima, capace di carpire spostamenti del terreno e delle infrastrutture a livello di centimetri. Le applicazioni spaziano dunque dal monitoraggio delle città all’agricoltura di precisione, fino addirittura all’individuazione di abusi edilizi o al controllo del patrimonio artistico e culturale. Non a caso, già lo scorso anno il Miur siglava un accordo con Asi e Cnr per mappare le scuole italiane e controllare “lo spostamento degli immobili al decimo di millimetro” proprio attraverso Cosmo-SkyMed. Più recentemente, il sottosegretario con delega allo Spazio Riccardo Fraccaro ha proposto il suo utilizzo per la verifica sui campanili di Venezia dopo l’emergenza del mese scorso, paventando altresì l’ipotesi di “una struttura nazionale permanente di analisi dei dati satellitari” da usare anche in forma preventiva.

UNA LEADERSHIP GLOBALE

Per l’Italia, il debutto della seconda generazione punta definire lo standard di prestazione per tutti i sistemi di osservazione radar dallo Spazio, consolidando un ruolo di leader a livello europeo e internazionale. Nella ministeriale dell’Agenzia spaziale europea (Esa) di Siviglia, a fine novembre, la delegazione italiana ha scelto di investire nell’osservazione della Terra 495 milioni di euro, attestandosi quale secondo Paese contributore nei programmi sul campo, dominati da Copernicus, il sistema europeo basato sulle “sentinelle” spaziali).

ECCELLENZE ITALIANE

Cosmo-SkyMed rappresenta d’altra parte un condensato di eccellenze italiane. Thales Alenia Space, joint venture tra Thales (67%) e Leonardo (33%) è responsabile dell’intero programma. Guida un raggruppamento temporaneo d’impresa a cui partecipa anche la sorella (joint venture a percentuali investite) Telespazio, responsabile della progettazione e dello sviluppo del segmento di terra e della fornitura dei servizi di logistica integrata e operazioni. Leonardo contribuisce inoltre con equipaggiamenti per il controllo di assetto (gli avanzati “sensori stellari”) e con unità per la gestione e distribuzione di potenza elettrica. Partecipa poi e-Geos, partecipata tra Telespazio (80%) e Asi (20%), fresca del decimo compleanno d’attività, che ha il compito di commercializzare i dati di Cosmo-SkyMed in tutto il mondo.

I COMPAGNI DI VIAGGIO

Nel suo viaggio verso lo Spazio, il satellite italiano non sarà solo. A bordo del vettore Soyuz ci sarà anche la sonda Cheops, la cacciatrice di esopianeti dell’Agenzia spaziale europea (Esa), con contributi di Asi, Inaf, Thales Alenia Space, Leonardo e diverse università italiane. Ci saranno anche tre payload ausiliari: il dimostratore di nanosatelliti Angels, l’osservatore della Via lattea EyeSat, entrambi per l’agenzia francese Cnes, e il satellite da test per nuove tecnologie di controllo OpSat, realizzato dall’americana Tyvak per conto dell’Esa. Ci vorranno più di quattro ore alla Soyuz per portare in orbita i cinque payload. Il vettore russo si compone di quattro stadi. Il primo, dotato di quattro booster, darà la spinta nei primi due minuti. Sarà poi la carenatura di protezione a staccarsi, aprendo la strada al lavoro degli altri stadi.

LA MISSIONE

A circa 23 minuti dalla partenza, il primo a separarsi dal lanciatore sarà il satellite Cosmo-SkyMed, destinato a un’orbita a circa 620 chilometri d’altezza per un peso al lancio di 2,2 tonnellate. Bisognerà aspettare due ore per il rilascio di Cheops (273 chilogrammi) e altre due per i tre cubesat aggiuntivi (da sette a 27 chili). Per Cosmo-SkyMed, i primi dati di telemetria si attendono nel giro di circa due minuti dalla separazione dal lanciatore russo. Saranno acquisiti dal centro spaziale del Fucino di Telespazio, pronto a gestire la delicata fase di “Launch and early orbit phase” dalla nuova sala di controllo, inaugurata la scorsa settimana con il sottosegretario Fraccaro. Sarà il momento più delicato della missione, quello a “zero tolleranza di errori” in cui il satellite verrà collocato sull’orbita corretta e inizierà i test prima di divenire effettivamente operativo. Solo allora inizierà la nuova era dell’osservazione della Terra.

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