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Chi siederà domani al tavolo nazionale dell’Edilizia

Era stata la prima richiesta che il presidente Ance Gabriele Buia aveva avanzato al governo durante l’assemblea generale dello scorso 30 ottobre, e domani, alle 16.30, per la prima volta si riunirà al ministero dello Sviluppo Economico il tavolo dell’Edilizia.

Convocato dal ministro Stefano Patuanelli, il tavolo di crisi vuole valutare quali sono le misure utili per rilanciare il settore dell’edilizia e delle infrastrutture e, si legge nella pagina istituzionale sul sito del ministero, supportare le imprese edili, che rappresentano una delle colonne portanti del nostro sistema produttivo”.

Il tavolo dell’Edilizia vedrà la partecipazione di tutte le associazioni datoriali del settore, quali Ance, Oice, Confedilizia, Confimi, Aniem, Osservatorio Nazionale sulle Infrastrutture di Confassociazioni, oltre alle sigle sindacali di categoria, Filca Cisl, Fillea Cgil e Feneal Uil.

Si tratta di una prima riunione esplorativa che però dà un segnale chiaro: l’edilizia e le infrastrutture, soprattutto alla luce dei recenti episodi di cronaca, restano settori strategici per il Paese, e non possono in alcun modo continuare a registrare questa lunga dinamica negativa, pena lo stop di una parte rilevante del Pil del Paese.

Nell’ultimo decennio, infatti, il settore ha pagato un tributo altissimo alla crisi, con la scomparsa complessiva di 600mila posti di lavoro, l’equivalente di 50 imprese come l’Ilva.

Si è trattato in prevalenza di imprese piccole (la media dei dipendenti delle imprese edili italiane è di 4,5 addetti), ma la crisi non ha risparmiato nemmeno i big del settore come Trevi, Astaldi, Condotte, Grandi Lavori Fincosit, Tecnis, Mantovani e Cmc di Ravenna.

Il tavolo tecnico, però, non può limitarsi a considerazioni retoriche, ma deve entrare nel dettaglio delle singole problematiche, dallo snellimento delle procedure burocratiche alle indicazioni di scelte strategiche chiare, una per tutte quella di alleggerire la tassazione sugli immobili.

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