Skip to main content

Così l’Italia continua la lotta al terrorismo. La visita di Guerini tra Kuwait e Iraq

La lotta la terrorismo non è finita. Per questo l’Italia resta impegnata in Medio Oriente, a supporto dei Paesi partner nel contrasto al Daesh. È il messaggio che arriva dalla visita del ministro della Difesa Lorenzo Guerini tra Kuwait e Iraq, proprio nelle ore in cui il collega Luigi Di Maio è in Libia per un dossier particolarmente intricato alle porte dell’Italia. È anche per questo pare importante puntellare la già fragile stabilità irachena, attraversata da oltre un mese dalle proteste che hanno costretto alle dimissioni il premier Adel Abdul Mahdi.

TRA KUWAIT E IRAQ

In tale contesto l’Italia conferma il proprio ruolo a favore della sicurezza. “È molto più di una visita questa alla Task Force Air Kuwait – ha detto Guerini – è un modo per ricambiare gratitudine ai nostri militari, per quello che fanno, per come lo fanno”. D’altra parte, ha aggiunto, sono “migliaia le ore di volo nei cieli iracheni”, attività tese a “sorveglianza e ricognizione aerea dove il terrorismo è ancora una minaccia”. Poi, come riportato dalla Difesa irachena, l’incontro a Baghdad con l’omologo Najah Al Shammari. I due hanno discusso delle “relazioni militari bilaterali” e delle “modalità per rafforzarle”, si legge nella nota. Al Shammari ha dunque ringraziato l’Italia per il “continuo supporto fornito in Iraq nel campo dell’addestramento”. Guerini ha ribadito l’impegno dell’Italia nella lotta contro il terrorismo e avrebbe confermato il prosieguo della cooperazione “in tutti i campi”.

LA MISSIONE ITALIANA

La Task force Air Kuwait si inserisce all’interno della missione Prima Parthica, impegno che conta nel complesso all’incirca 900 militari e che rappresenta il contributo italiano alla coalizione internazionale anti-Daesh. Dispiegata presso la base Alì al Salem, è al comando del colonnello Sergio Cavuoti, che da un paio di mesi ha preso il posto del colonnello Paolo Rubino. Rispetto alle forze impegnate in Iraq, quelle dispiegate in Kuwait si occupano di ricognizione e sorveglianza con velivoli e aerei a pilotaggio remoto, e di attività di rifornimento in volo a favore degli assetti aerei della Coalizione. A tal fine operano nel teatro i velivoli tanker KC 767A, i droni Predator e i caccia Eurofighter. Questi ultimi sono arrivati in Kuwait lo scorso marzo per prendere il posto degli AMX, giunti a giugno 2016 fino a registrare seimila ore di volo nell’ambito di Prima Parthica. Per gli Eurofighter si tratta del primo impiego al di fuori dei confini nazionali con compiti specifici di intelligence, ricognizione e sorveglianza aerea. A metà ottobre, a sette mesi dall’inizio delle attività, il Task group Typhoon ha raggiunto le mille ore di volo.

LE LINEE DI GUERINI PER IL TERRORISMO

Velivoli che rappresentano l’impegno italiano nella lotta al Daesh e a favore della stabilizzazione dell’area. Il ministro Guerini l’ha scritto a fine ottobre nelle linee programmatiche del suo dicastero: il terrorismo internazionale “continua a costituire una minaccia diffusa e immanente, anche in relazione al ritorno dei cosiddetti foreign fighters nei Paesi di origine e che vede l’Europa e l’Italia potenzialmente coinvolte”. Per questo l’azione nei quadranti in crisi è tutt’altro che conclusa. La priorità è, secondo il ministro, la “costruzione di capacità”, il cosiddetto capacity building per cui “le nostre Forze armate hanno sviluppato capacità di addestramento e formazione in loco che sono globalmente riconosciute ed apprezzate”.

COME FUNZIONA IL CAPACITY BUILDING

Attività che si rivolgono in particolare a favore dei “Paesi partner maggiormente impegnati nella lotta al terrorismo internazionale dell’area del Medio Oriente e nord Africa e del Sahel”. È in tale ambito che si colloca l’impegno di Prima Parthica in Iraq, che solo pochi giorni fa ha fatto registrare la qualificazione da parte dei Carabinieri italiani delle prime istruttrici donna delle Forze di Polizia irachena. A inizio dicembre, la consegna degli attestati ai novanta allievi dei corsi “Advanced Instructors e Master Instructors” ha portato a 450 il numero degli istruttori delle Forze di sicurezza irachene qualificati dai militari italiani.

×

Iscriviti alla newsletter