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È iniziato il viaggio di Cosmo-SkyMed. Ecco cosa farà

È iniziato il viaggio del nuovo satellite made in Italy per l’osservazione della Terra, capace di notare spostamenti di suolo o strutture nell’ordine dei centimetri. Dopo il rinvio di ieri a causa di un problema al software del lanciatore russo Soyuz, il primo satellite della seconda generazione di Cosmo-SkyMed è correttamente partito alle 09:54 italiane dalla Guyana francese. Con un compagno di viaggio d’eccezione che cercherà mondi lontani adatti alla vita, il satellite italiano rivolgerà gli occhi verso il nostro Pianeta. Potrà essere utilizzato per il monitoraggio di zone a rischio, per controllare lo stato del patrimonio artistico del Paese e persino per individuare abusi edilizi. Promette inoltre di consolidare la leadership della Penisola nel contesto europeo e internazionale.

IL LANCIO

Oggi il vettore russo Soyuz si è alzato dalla base spaziale di Kourou puntuale, dopo l’individuazione della nuova finestra nella serata italiana di ieri. A circa venti minuti dalla partenza, il satellite Cosmo-SkyMed si è staccato. Il suo segnale è stato ricevuto a terra dopo un’altra manciata di minuti, confermando il raggiungimento dell’orbita polare eliosincrona (così da osservare tutto il Pianeta in pochi giorni) a circa 620 chilometri di quota, per un peso al lancio di 2,2 tonnellate. Il corretto posizionamento sull’orbita di lavoro e i primi test impiegheranno circa una settimana. Seguiranno altre attività di prova, per raggiungere la piena operatività nel giro di sei mesi. A bordo del lanciatore Soyuz non era solo. Con lui c’erano infatti tre cubesat: il dimostratore di nanosatelliti Angels, l’osservatore della Via lattea EyeSat, entrambi per l’agenzia francese Cnes, e il satellite da test per nuove tecnologie di controllo OpsSat per l’Agenzia spaziale europea (Esa). C’era soprattutto la sonda Cheops, la cacciatrice di esopianeti targata Esa, piena di contributi italiani tra Asi, Inaf, Thales Alenia Space, Leonardo, Pmi e università italiane. Indagherà mondi lontani con il telescopio realizzato a Campi Bisenzio, alle porte di Firenze.

GLI ATTORI COINVOLTI

Finanziato dall’Agenzia spaziale italiana (Asi), dal ministero della Difesa e dal Miur, il sistema Cosmo-SkyMed è espressione delle migliori competenze dell’industria spaziale italiana. A guidare l’intero programma è Thales Alenia Space, responsabile del sistema e della realizzazione dei satelliti. Leonardo contribuisce con pannelli fotovoltaici in fibra di carbonio, l’unità per la gestione della potenza elettrica e i cosiddetti “sensori stellari” per il controllo dell’assetto. Telespazio ospita al centro del Fucino il segmento di terra, sede del comando e controllo della missione, compresa la nuova sala (Leop) per collocare i satelliti nell’orbita corretta dopo il lancio, inaugurata la scorsa settimana con il sottosegretario Riccardo Fraccaro. I dati di Cosmo-SkyMed sono poi commercializzati in tutto il mondo da e-Geos, la partecipata tra Telespazio e Asi, fresca di festeggiamenti per i primi dieci anni di attività. La seconda generazione segue i quattro satelliti della prima, promettendo di essere ancora più precisa grazie a innovative tecnologie radar, capaci di osservare il pianeta in qualsiasi condizione atmosferica e indipendentemente dall’alternanza giorno-notte.

LE DICHIARAZIONI

In più, ha spiegato il presidente dell’Asi Giorgio Saccoccia, “la nuova generazione dei satelliti Cosmo-SkyMed permette al nostro Paese di confermare un’eccellenza tecnologica Italiana, riconosciuta a livello mondiale”. Si tratta di rafforzare “la leadership del nostro Paese nel settore dell’osservazione della Terra da satellite e dei suoi servizi ed applicazioni, quale efficace strumento di crescita economica e benessere sociale”. Gli ha fatto eco Alessandro Profumo, ad di Leonardo: “Come già avvenuto per la costellazione attualmente operativa, la nuova generazione rappresenterà il meglio delle capacità di osservazione della terra a servizio di istituzioni e cittadini italiani ed europei per esigenze di sicurezza e difesa”. Secondo Donato Amoroso, ad di Thales Alenia Space in Italia, “ora più che mai la parola chiave per noi è continuità, così che tra pochi anni sarà in orbita un sistema satellitare completamente nuovo e davvero unico, emblema delle competenze all’avanguardia dell’industria spaziale italiana”.

DALLA GESTIONE ALLA PREVENZIONE

Con competenze così elevate tra ricerca e industria, l’obiettivo del Paese è rafforzare il sistema, sfruttando la nuova governance nazionale che ha messo le politiche spaziali nelle mani del presidente del Consiglio, che per questo ha delegato il sottosegretario Fraccaro. Si avvale di un Comitato interministeriale, a sua volta supportato da una Struttura di coordinamento a palazzo Chigi guidata dall’ammiraglio Carlo Massagli. Al suo interno opera un gruppo di lavoro specifico per l’osservazione della Terra, con l’ambizione di definire “un piano di investimenti” e una revisione “della normativa esistente” così da utilizzare le competenze acquisite “non solo per gestire le crisi, ma anche per prevenirle”, ha spiegato ieri l’ammiraglio partecipando al convegno organizzato dall’Agenzia spaziale italiana nella sua sede romana.

TRA DIFESA E RICERCA

Un ruolo importante è svolo dal ministero guidato da Lorenzo Guerini, che da qualche mese ha scelto di istituire un Ufficio generale Spazio allo Stato maggiore della Difesa. “È il seme di quello che sarà il Comando spaziale”, ha detto il sottosegretario Angelo Tofalo intervenendo ieri all’Asi. D’altra parte, ha aggiunto, dopo anni di tagli è tempo “di valorizzare il dicastero”, partendo dalle competenze maturate nel “dominio cibernetico e in quello spaziale”. Nasce dalle esigenze delle Forze armate. Cosmo-SkyMed, ha notato il segretario generale della Difesa Nicolò Falsaperna, “consentirà agli uomini e alle donne in teatro di avere una conoscenza dettagliata dell’ambiente in cui sono chiamati a operare”. Il ventaglio di applicazioni possibili ha convinto a partecipare anche il Miur, rappresentato all’Asi dal viceministro Anna Ascani. Tra Cosmo-SkyMed e Cheops, ha detto, “mi auguro che sapremo rimanere sulla cresta dell’onda”.

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