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L’Italia accompagna i satelliti nello Spazio. Fraccaro inaugura la nuova sala di controllo di Telespazio

L’Italia ha scelto di investire quasi 2,3 miliardi di euro nei programmi dell’Agenzia spaziale europea, e ora monitorerà “affinché quei miliardi siano profittevoli e portino tornaconto nel Paese a livello industriale e di ricerca”, a tutela delle tante eccellenze nazionali che, in questi giorni, vivono in particolare fermento. È la promessa di Riccardo Fraccaro, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo Spazio, intervenuto oggi al Fucino per l’inaugurazione della nuova sala di controllo di Telespazio, la joint venture tra Leonardo (67%) e Thales (33%). Cinque forbici per il taglio del nastro, per il sottosegretario Fraccaro, l’ammiraglio Carlo Massagli, segretario del Comitato interministeriale di palazzo Chigi per le politiche spaziali, il presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) Giorgio Saccoccia, l’ad di Leonardo Alessandro Profumo, e il coordinatore della attività spaziali di Leonardo e amministratore delegato di Telespazio Luigi Pasquali.

UN ULTERIORE PASSO IN AVANTI

“Un ulteriore passo in avanti tecnologico in un percorso iniziato negli ani 60 e che ci vede ancora oggi protagonisti”. Così il sottosegretario Fraccaro ha commentato la nuova sala di controllo. Una buona notizia per il Paese, ha aggiunto, visto che da tali attività derivano “benefici sulla vita quotidiana di tutti noi”. È per questo che il sottosegretario con la delega spaziale ha ribadito l’impegno del governo a “investire moltissimo nel settore”, come d’altra parte emerso un paio di settimane fa a Siviglia, quando il Paese ha consolidato la propria posizione nell’Agenzia spaziale europea (Esa) per circa 2,3 miliardi di investimenti nei prossimi cinque anni. Ora servono altri due passi, ha aggiunto Fraccaro, “fare squadra tra tutti gli attori coinvolti” e verificare che “quei miliardi siano profittevoli e portino tornaconto nel Paese a livello industriale e di ricerca”.

“ZERO TOLLERANZA DI ERRORI”

Per ora, dal Fucino è arrivato “un ulteriore tassello di questo percorso”. Si tratta di una sala “Leop”, acronimo per Launch and early orbit phase, dalla quale saranno svolti la messa in orbita e i test dei satelliti prima che inizino il loro lavoro. È una delle fasi più critiche di una missione spaziale, dal momento della separazione dal lanciatore, fino al posizionamento nell’orbita finale, attraverso manovre con cui il satellite perde circa metà della sua massa in virtù del consumo di carburante. È la fase a “zero tolleranza di errori”, quella in cui ogni sbaglio determina il fallimento di anni di lavoro. Per i satelliti in orbita geostazionaria (intorno a 36mila chilometri dalla Terra), queste fasi possono durate diverse settimane, che diventeranno mesi con il passaggio dai motori chimici a quelli elettrici (più efficienti, ma anche meno potenti, e dunque più lenti). Il debutto della propulsione elettrica è in programma dal Fucino il 16 gennaio, ma promette di rivoluzionare l’industria satellitare nei prossimi anni.

VERSO IL LANCIO DI COSMO-SKYMED

Ancora prima debutterà la seconda generazione di Cosmo-SkyMed, con il lancio del primo satellite in programma martedì prossimo da Kourou, in Guyana francese. Verrà assistito dal Fucino, con un incrocio di eccellenze italiane che “ci rende orgogliosi”, ha detto Fraccaro, tra la sala Leop di Telespazio e il satellite realizzato da Thales Alenia Space. C’è da aggiungere poi il compito di e-Geos, la joint venture tra Telespazio e Asi, fresca del decimo compleanno d’attività, nella commercializzazione dei dati in tutto il mondo, e quello diretto di Leonardo, che fornisce sensori di assetto stellare per il corretto posizionamento. La seconda generazione segue i quattro satelliti della prima, già operativi per l’osservazione della Terra duale, civile e militare, dell’Asi e del ministero della Difesa. La seconda costellazione sarà ancora più precisa, capace di carpire spostamenti del terreno e delle infrastrutture a livello di centimetri, con applicazioni che spaziano dal monitoraggio delle città all’agricoltura di precisione, fino addirittura all’individuazione di abusi edilizi. Sarà collocato in orbita bassa e polare, a 600 chilometri di altezza.

“CONSOLIDARE LA LEADERSHIP”

Tra satelliti e servizi downstream, è un sistema in cui Leonardo crede molto, puntando a “consolidare la leadership nei servizi satellitari”, ha spiegato a margine del taglio del nastro l’ad Alessandro Profumo. L’azienda di piazza Monte Grappa, ha aggiunto, “attraverso Telespazio è l’unico operatore privato in Europa in grado di gestire la fase Leop”. Non solo, “siamo tra le realtà più innovative nella commercializzazione dei servizi per istituzioni, imprese e cittadini dalla navigazione, alla geo-informazione, alla sicurezza di territorio e infrastrutture”. Un’esperienza consolidata anche al centro del Fucino, nella piana della Marsica abruzzese. “Dal 1996 ad oggi – ha spiegato Luigi Pasquali – Telespazio ha svolto con successo oltre 150 operazioni di messa in orbita di alcuni tra i più importanti satelliti internazionali”. Ne arriveranno altri, tra Cosmo-SkyMed, l’innovativa propulsione elettrica e i satelliti meteorologici di EuMetSat nel 2021.

GIORNI DI FERMENTO

Buone notizie per lo Spazio italiano, che giungono in giorni di particolare fermento. Un paio di settimane fa la ministeriale dell’Esa, con l’adesione oltre le attese di tanti Paesi membri ai progetti di interesse italiano, dal lanciatore Vega (compreso Vega Evolution) al veicolo di rientro Space Rider, fino al nuovo biglietto spaziale per Samantha Cristoforetti. Nei giorni scorsi a Roma è andato poi in scena il New Space Economy European Expoforum, la prima manifestazione in Italia sulla nuova economia dello Spazio, con opportunità di sviluppo del settore stimate fino a un trilione di dollari nel 2040. I dieci anni di e-Geos (con il lancio della piattaforma cloud Cleos per commercializzare i dati satellitari) e l’inaugurazione della rinnovata sala Leop al Fucino tirano ora la volata a Cosmo-SkyMed, pronto al debutto della seconda generazione.

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