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Il governo non cadrà. L’inchiesta Open? Un buco nell’acqua. Parla Mattia Mor (IV)

Contrastare la retorica del lamento è uno degli imperativi di Italia Viva, il nuovo partito di Matteo Renzi nato con l’obiettivo ambizioso di incarnare l’anima liberal dell’elettorato italiano. Lo spirito vivace e il fermento delle migliori intenzioni lo si ritrova in “L’Italia è viva” (Paesi edizioni), il primo libro sul giovane partito di Matteo Renzi. A scriverlo Mattia Mor, deputato di Italia Viva, genovese classe 1981, imprenditore, bocconiano, con il suo libro diventa l’interprete di quella nuova generazione di uomini e donne non ideologizzati ai quali Italia Viva vuole dare una casa.

Alla presentazione del suo libro nel corso della fiera “Più Libri, più Liberi” tra il pubblico era presente anche Fabrizio Cicchitto, che con “Storia di Forza Italia 1994 – 2018” ha consegnato alla storia il partito che più di venti anni fa aveva un sogno molto simile a quello di Italia Viva. Al termine della presentazione Formiche.net ha parlato con l’autore dello stato di salute di Italia Viva, di recente coinvolta da indagini giudiziarie sul “Caso Open”.

Qual è lo stato di salute di Italia Viva?

Direi che è uno stato buono, dopo due mesi di vita in cui abbiamo portato a casa risultati importanti. Penso alla pastic tax, alle auto aziendali, all’iva, abbiamo portato a casa il family act. Insomma è un partito che già in due mesi e mezzo di vita è riuscito a incidere sull’attività di governo. In una situazione complessa perché è un governo di mediazione e di coalizione.

Secondo lei oggi cosa resta a Renzi di quel 40% di consensi?

Resta l’essenza più pura di quella proposta liberal democratica e riformista. È chiaro che quello era un partito che raggiungeva dei livelli mai raggiunti prima. Ma diciamo che dopo un’attività di governo che, gioco forza, riduce i consensi e con un Pd che ha preso le distanze da quell’attività di governo, penso al Jobs Act, e che, al contempo, si avvicina sempre di più alle idee giustizialiste e quasi anti sviluppo del M5S, Italia Viva mantiene l’essenza di quella proposta che vuole essere liberale, democratica e riformista allo stesso tempo.

Come pensate di utilizzare il grande credito di fiducia che vi è arrivato dalla Leopolda più partecipata di sempre?

La Leopolda è stata una bellissima sorpresa. Non che avessimo dei dubbi, ma vedere 20mila persone accreditate senza la presenza delle personalità storiche del Pd è stata una grande iniezione di coraggio. Perché la partecipazione è la cosa più bella della politica. Vedere così tante persone e tante nuove che mai avevano partecipato alla Leopolda che arrivano e portano proposte, è stata una risposta straordinaria del popolo della Leopolda, il nostro popolo. Quello che ha portato innovazione in politica attraverso la Leopolda e che abbiamo provato a trasmettere al Pd. Ora la porteremo in un nuovo percorso politico.

Quali effetti può avere su Italia Viva l’inchiesta sulla fondazione Open?

Nessun effetto. Si dimostrerà che è un’inchiesta che non porterà a nulla. Quanto fatto da Renzi e dalla Fondazione Open è stato fatto in totale trasparenza e seguendo le leggi sulle fondazioni. Diciamo che c’è un eccesso di vigore mediatico e giudiziario su dei fatti che probabilmente finiranno in un nulla di fatto. Un buco nell’acqua.

Secondo lei va ripensato in finanziamento ai partiti, perché la democrazia costa.

La democrazia costa e va finanziata in maniera trasparente con risorse dedicate. Indubbiamente va fatta una valutazione per capire come far sì che non ci siano storture di ogni tipo. Mi preme ribadire che l’attività svolta nel finanziamento dell’attività politica della Leopolda ha goduto della totale trasparenza e del rispetto delle leggi vigenti.

Qual è il disagio che esprime il movimento delle “sardine”? Può essere incanalato da un partito come il vostro?

Secondo me il movimento delle “sardine” è una bellissima esperienza, espressione della voglia di partecipare e di stare insieme. Quando le persone hanno voglia di condividere la piazza è sempre una bellissima cosa e soprattutto dicono una sacrosanta verità: che non ne possono più della politica urlata, del tutti contro tutti, dei muri e dicono basta a chi continua a portare questo livore in politica. Esprimono una necessità che va colta, noi siamo sicuri di poter dare risposte a una parte di queste necessità perché siamo figli della stessa idea e soprattutto perché quei ragazzi e quelle ragazze arrivano da una storia di centro sinistra.

Fino a quando continuerete a sostenere questo governo, quale sarà, secondo lei, la goccia che farà traboccare il vaso?

Non ci sarà alcuna goccia, noi sosteniamo questo governo e lo sosterremo sempre di più fino al 2023 cercando di migliorare le attività che porta avanti nel quotidiano.

Italia Viva come si comporterà se e il Pd dovesse continuare ad allearsi con il M5S alle elezioni amministrative?

Italia Viva farà le sue scelte regione per regione, città per città anche a seconda degli amministratori locali e delle scelte che verranno prese in ottica di coalizione. Prima di tutto, però, si guarderà alla qualità persone proposte. Noi inizieremo a lavorare all’attività sui territori da giugno 2020 da lì si capiranno le scelte che saranno prese.

Si può immaginare che Italia Viva si fondi con quel che resta di Forza Italia?

No. Italia Viva può parlare agli elettori di Forza Italia, non deve essere una fusione di territori o di quadri dirigenti. La nostra proposta è aperta a tutti i cittadini che vogliono coglierla. Se come idee e proposte siamo vicini, come pensiamo di esserlo agli elettori di Forza Italia, ben vengano i loro voti.



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